giovedì 26 novembre 2009
Un approfondimento dell'Udc di Quarrata sulla mozione "Acqua bene comune di interesse pubblico e privo di rilevanza economica"
QUARRATA_ Come ricevuto pubblichiamo l'intervento di Alessandro Cialdi (Udc) sulla mozione "Acqua bene comune di interesse pubblico e privo di rilevanza economica" presentata dal Pd-La Sinistra e CittàPerTe in consiglio comunale ed approvata anche dall'Udc
MOZIONE PD, SINISTRA E CITTAPERTE – ACQUA
Intervento UDC
Questione molto complicata.
In tutta la faccenda legata alla gestione dell’acqua ho una sola certezza. Così come è gestita ora, da un consorzio di Comuni, è un poltronificio e serve solo ad ingrassare dirigenti di partito trombati o a fine carriera.
Una sorta di privatizzazione in regime di monopolio. E’ quindi necessario cambiare strada.
Le alternative sono: quella scelta dal Governo, ossia privatizzare davvero la modalità di affidamento della gestione del servizio, fermo restando la proprietà delle reti, che resta pubblica, oppure ripubblicizzare tutta la materia riportando ai singoli Comuni la gestione diretta del servizio idrico integrato.
In tutta onestà, vedo il bene e il male in entrambe le soluzioni.
Il servizio idrico costa, è delicato per le implicazioni sanitarie, richiede investimenti importanti per mantenere e sviluppare le reti; oggi gran parte dell’acqua che passa dagli acquedotti viene dispersa per carenze di rete.
Per attuare questo servizio servono responsabilità ed efficienza, e il sistema delle gare, ma di vere gare, sarebbe finalizzato a questo obiettivo.
Rendendo contendibile il mercato, si obbligano le Imprese ad offrire un servizio migliore; se invece, si assegna il monopolio eterno, SENZA CONTROLLI, ad una società pubblica, difficilmente ci saranno investimenti ma piuttosto assunzioni facili e dissesti finanziari (si pensi a GAIA Spa, società per azioni a totale partecipazione pubblica della Versilia con debiti pari a € 200 per ogni abitante servito…..).
E a chi teme un’impennata dei prezzi occorre ricordare che le tariffe non dipendono dai gestori, siano essi pubblici o privati, ma da enti pubblici come gli ATO.
Questi dati mi porterebbero a pensare che una gestione privatizzata del servizio potrebbe essere utile a tutti.
Ma capisco anche le questioni portate avanti da questa mozione, dove si intravede il rischio che l’acqua venga considerata oggetto di scambio commerciale di tipo lucrativo.
Capisco che per il cittadino era senz’altro meglio quando il servizio era prodotto dall’Ente locale, il quale, con mezzi propri, provvedeva a fare gli allacciamenti, le manutenzioni e estendeva la rete, in funzione del bilancio, naturalmente.
Allora si, che si vedevano le politiche dei Comuni; non c’erano scuse e se una determinata frazione non aveva l’acqua la colpa era del Comune, e si sapeva con chi prendersela.
Quindi vedo del buono anche in una ripubblicizzazione del servizio in questo senso.
Ma siamo quasi nel 2010, e considerare il servizio idrico “privo di rilevanza economica” ci sembra obbiettivamente forzato.
E lo dico pensando che la distinzione tra servizi pubblici di rilevanza economica e quelli privi di rilevanza economica è stata introdotta dalla legge 326 del 2003 per l’esigenza di conformare l’ordinamento interno alle norme comunitarie in materia di tutela della concorrenza. A questo riguardo sono state emesse numerose sentenze dei vari Tar e pareri del garante della concorrenza e del mercato che hanno definito di rilevanza economica servizi di minore importanza quali, ad esempio, il servizio di illuminazione delle lampade votive, negando i cosiddetti affidamenti “in house”. Credo che in questo campo le idee chiare le abbiano in pochi.
Anche in fase di discussione della Legge in Commissione, nessuno ha presentato emendamenti tali da escludere la gestione del servizio idrico dalla privatizzazione o che garantisse la gestione totalmente pubblica dell’acqua. Neppure da parte di quei partiti che poi hanno votato contro l’approvazione della legge. La stessa CGIL che con il suo segretario Epifani oggi fa fuoco e fiamme sui giornali, nel 2008 aveva contribuito in modo determinante a stilare un documento molto chiaro dove si suggeriva non troppo velatamente la privatizzazione dell’acqua.
Quel documento, redatto dal Cnel, Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, era stato scritto dal responsabile del dipartimento ambiente della stessa CGIL.
Quindi, come ben sapete, la questione è molto, ma molto complessa, e comunque il nostro appoggio va alla mozione, non fosse altro perché recepisce il principio di equità che fu alla base della nostra mozione del novembre 2007 che, per inciso, fu bocciata dal PD, che ora, invece, se ne serve per questa mozione.
Udc Quarrata
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