sabato 29 gennaio 2011

"La vittoria di don Umberto (e di Sant'Ignazio). La chiesa di "Santo Spirito" sarà di nuovo intitolata al fondatore dei gesuiti.


PISTOIA – E così don Umberto Pineschi ha vinto la sua battaglia pistoiese. Uno fra i più noti maestri d’organi italiani, conosciutissimo anche in terre lontane, uno fra i pochi italiani ad avere ottenuto dal governo giapponese l’Ordine “del Sol Levante Raggi in oro con nastro” (prestigiosa onorificenza nipponica), ha ottenuto “giustizia” per la chiesa di cui, nel centro storico di Pistoia, è parroco: quella fino ad ora conosciuta con il nome di “Spirito Santo”.
Da martedì 1 febbraio si chiamerà “Sant’Ignazio di Loyola”.
Pochi giorni fa, il 25 gennaio, il vescovo di Pistoia, mons. Mansueto Bianchi, ha emanato un decreto che pone fine alla controversia sul nome della chiesa sede della parrocchia dello Spirito Santo, in piazza dello Spirito Santo (detta anche "del mercato delle scarpe").
Nata come chiesa del collegio dei Gesuiti, essa fu dedicata al loro fondatore, S. Ignazio di Loyola, fino dalla posa della prima pietra, avvenuta nel 1647.
Racconta il Tigri, nella sua guida di Pistoia del 1853: "Giulio cardinale Rospigliosi, poi papa Clemente IX, insieme col suo zio paterno baly gerosolimitano, a proprie spese (con la somma di scudi 18000) ne fecero compire l’interna architettura di ordine composito corintio, alle cappelle, pilastri, abside, e volta, con mol¬to lavorìo di pietrame intagliato e sculto, nel cornicio¬ne, nei capitelli, e imbasamento. Nel 1685 monsignor Gherardi la consacrò, come dall'iscrizione in alto, a sinistra di della porta".
Soppressa la Compagnia di Gesù, la chiesa fu concessa alla congregazione dei preti dello Spirito Santo, senza però che ne fosse mutato il titolo di dedicazione.
Nell'uso popolare, però, prevalse una prassi riportata dal Tigri nella citata sua guida: "Questa chiesa con una piccola porzione di fabbrica ad uso canonicale, fu data ai preti della congregazione dello Spirito Santo, che quivi si trasferirono nel 1774, e fin d'allora si denominò non più de' gesuiti, ma chiesa dello Spirito Santo".
In realtà ancora nel 1778 nei documenti ufficiali si parla sempre di chiesa "di S. Ignazio" e non "dello Spirito Santo".
Da qualche anno, cioè da quando ne è diventato parroco dopo la morte di don Ferdinando Magrini, don Pineschi ha iniziato la sua “battaglia”, a suon di antichi documenti e di lapidi, per dare ragione al fondatore dei gesuiti almeno nell’intitolazione del notevole edificio di culto (l’altare maggiore, ai tempi del papa pistoiese Clemente IX, venne costruito – nel 1667 – nientemeno che dal Bernini con marmi finissimi e quattro colonne tolte dalla Valle Giulia a Roma).
Adesso, in seguito al decreto di monsignor Bianchi, con il 1° febbraio prossimo, data in cui andrà in vigore il decreto, viene ripristinato a tutti gli effetti il titolo originario di dedicazione “La chiesa – conclude soddisfatto don Pineschi - dovrà pertanto essere chiamata da allora in poi solo con il suo vero nome”. Ossia "S. Ignazio di Loyola".

Fonte: ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Pistoia

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