giovedì 4 ottobre 2012

"Quando arriveranno a togliere la sagoma di mia figlia io sarò lì". La mamma di Sara Cinalli "delusa e dispiaciuta" dalla scelta del Comune. La solidarietà dell'ex sindaco Sabrina Sergio Gori. Dal "Pozzo di Giacobbe": "Incontreremo Mazzanti. Siamo sicuri che troveremo il modo per salvaguardare il progetto". Le altre reazioni.




QUARRATA_ La decisione del Comune di rimuovere dal territorio le “sagome nere” non è piaciuta a Fabiola Innocenti, la madre di Sara Cinalli, una giovane quarratina di 17 anni che ha perso la vita nel 2005 a causa di un incidente stradale causato da una persona in stato di ebbrezza.
Avvertita personalmente a metà settembre dal sindaco Marco Mazzanti la donna non ha fatto mistero di essere rimasta delusa e dispiaciuta da tale scelta.
Pur condividendo il degrado in cui versano alcuni di questi segnali soprattutto quando sono oggetto di biglietti attaccati impropriamente da persone “ignoranti” ha tenuto a precisare che “le cose rovinate si accomodano”. 
 
Non sono d’accordo né come mamma di Sara né come responsabile in provincia di Pistoia dell’associazione italiana familiari e vittime della strada . Usero' tutti i canali di informazione per dare risalto alla notizia. Si lotta a livello nazionale per la sicurezza stradale, e loro sputano su un progetto importante. Sono la prima a dire che le sagome danneggiate sono brutte, allora si restaurano. Il problema non sono i soldi senno' l'avrebbero messo nelle motivazioni, e noi i soldi si potevano trovare. Io credo che il vero motivo sia che non gli piacciono a prescindere”.

Quelle sagome- ha scritto sulla sua pagina Facebook – fanno parte di un progetto partito dalla Francia. E’ una campagna importante ma Quarrata evidentemente non era all’altezza di questa iniziativa”. 

Sara Cinalli
“Naturalmente- scrive – al sindaco ho detto che non sono assolutamente d’accordo e quando arriveranno a togliere quella di Sara, io sarò lì. Non è nel mio stile avere atteggiamenti sopra le righe ma questa volta non ci stò !!! Allora chi ha ammazzato mia figlia era ubriaco “poverino”, chi ha imbrattato otto volte la sua tomba era “pazzo” ed ora? .
“Il progetto delle “Sagome” ha poi precisato è dell’associazione Pozzo di Giacobbe. “Poi la cosa è partita con la morte di Sara. Il messaggio è questo: piangere e ricordare i nostri figli che fanno parte di noi. Personalmente io voglio che Sara continui a trasmettere gioia e allegria e proprio per questo se c’è qualcoda che possa far riflettere anche una persona su mille e salvare una vita va fatto. Magari a qualcuno può sembrare poco ma una sola vita per qualcuno è tutta la vita per altri.".
La notizia ha scatenato una serie di reazioni in Rete. A Fabiola Innocenti è arrivata anche la solidarietà dell'ex sindaco di Quarrata Sabrina Sergio Gori e quella di numerosi genitori che hanno perso i propri figli in incidenti stradali.
Cara Fabiola –ha scritto l’ex sindaco Sabrina Sergio Gori - speravo non fosse vero, invece lo è e ti confesso che mi fa tanto male! Ricordo che la prima volta che partecipai ad una marcia per ricordare Sara non lo feci da sindaco, con la fascia, ma da persona che ha perso un suo caro in un incidente. Per me la battaglia per la vita è fondamentale. Con il Pozzo e Rossano Ciottoli facemmo il diavolo a quattro, riuscendo a convincere anche la Provincia, che poi ci aiutò( molte sagome sono su strada provinciale, pagate dalla Provincia di Pistoia). Le Sagome sono state a volte contestate, dicevano che erano brutte, lugubri...ma lottare per i nostri cari non è brutto. Occorre ricordarci sempre che la vita non ha prezzo e le Campagne contro le morti per incidente stradale sono da promuovere, anche perchè gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nei giovani. Inoltre, vorrei anche sommessamente ricordare che invece che buttare, si può restaurare...”

Anche Stefania Giaiotti ha perso alcuni anni fa un figlio in un incidente stradale avvenuto a Olmi: “Carissima Fabiola, dove abito ora non hanno nemmeno pensato a metterle. Solo a livello privato vedi croci, mazzi di fiori ed altro per ricordare i tanti morti sulla strada. Pero' e' veramente vergognoso che la giunta di Quarrata, dopo aver deciso, con l’ altro sindaco ed altri consiglieri di metterle, ora decida di toglierle. Auguro con tutto il cuore e la rabbia che se ne debbano pentire. Se hai bisogno di appoggio dimmelo: io sono sempre pronta..."

Oltre ai commenti già arrivati sul blog oggi registriamo anche il messaggio di Rossano Ciottoli, direttore dell'associazione "Pozzo di Giacobbe" che sollecita al più presto un incontro con il sindaco di Quarrata per "ridiscutere la questione"
 
Il monumento dedicato alle vittime della strada
La notizia sulle sagome – ha scritto Rossano Ciottoli - mi giunge con l'ufficialità data dai giornali e dai blog rispetto ad una delibera di giunta (così mi risulta) già votata e quindi esecutiva. In questo momento mi trovo a Partinico, per l'inaugurazione della nuova sede di Telejato. Tra ieri e stamani mi sono giunte parecchie telefonate e messaggi in cui mi venivano chieste informazioni sulla questione. Ho già parlato direttamente con Fabiola Innocenti, la madre di Sara, che con noi tanto ha voluto dare questo segnale alla città ed alle persone che circolano ed hanno circolato sulle nostre strade. Ci stiamo muovendo, anche come Pozzo di Giacobbe, per incontrare al più presto il Sindaco Marco Mazzanti e per capire quali margini ci sono per ridiscutere la questione. Il nostro sindaco è una persona ragionevole e di buon senso. Siamo sicuri che troveremo il modo per salvaguardare un progetto che non solo fa memoria delle vittime, ma sicuramente ne ha evitate altre..".
" Fino all'installazione delle sagome le strade di Quarrata - ha aggiunto Ciottoli - registravano una media di tre morti all'anno in incidenti stradali. Mai dopo si sono registrati numeri così alti, e in diversi anni non si sono verificati incidenti mortali. Siamo convinti che ciò che è "degradato", o meglio "DETURPATO" (molte volte da atti ignobili e frutto dell'ignoranza, della superficialità e della stupidità), vada non rimosso, ma difeso e onorato, soprattutto da parte di chi ha piena coscienza del significato profondo legato a progetti di questo tipo. Questo vale anche per le sagome, che portano con loro un carico simbolico ed un ammonimento costante a rispettare la vita e la salute di tutte le persone che circolano per le nostre stade. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda, fiduciosi che si possa risolvere nel modo migliore sia per il messaggio legato al progetto, sia per la salvaguardia dell'immagine e della dignitosità della città, aspetti entrambi che ci stanno a cuore e per i quali lavoriamo senza sosta e senza risparmiarci
".
La precedente amministrazione comunale (di cui Mazzanti era vicesindaco) oltre al progetto delle Sagome  aveva come noto intitolato anche un luogo “Slargo Vittime della strada”. Si trova in via Trieste accanto alla palazzina ex Lenzi, oggi sede dell’ufficio tecnico del Comune.
Qui come noto è stato collocato il monumento di Jorio Vivarelli dedicato alle mamme che piangono i loro figli.
 
In un post indirizzato alla mamma di Sara l’ex sindaco Sabrina Sergio Gori anche a questo proposito aveva scritto nei giorni scorsi: “Ogni Città che si rispetti ha il dovere della memoria, sapere che la prima causa di morte per giovani sono gli incidenti stradali fa sentire rabbia e dolore. Non c'è una sagoma per ogni persona scomparsa, ma ognuna rappresenta tutti, perchè ognuno dei nostri ragazzi scomparsi è dentro il nostro cuore. Non ci può essere solo la famiglia a ricordare, ma dobbiamo sentirci "famiglia" per ricordarli tutti insieme, come un immenso girotondo che unisca terra e cielo”.
 
Andrea Balli

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quante volte ci ricordiamo che dietro una nostra scelta ci sono le vite anche di altre persone??? e se parliamo di vite parliamo di sentimenti, cuori, emozioni...mando un abbraccio a Fabiola... anch'io sento di dirti che sono al tuo fianco...

Alessio Frangioni (da Facebook)

Anonimo ha detto...

Spiace sapere che la giunta abbia già deciso su un argomento che tocca nei prorpri affetti le persone. Si possono restaurare. La Giunta poteva rendere pubblica questa esigenza e sicuramente il modo per salvarle si trovava. Non sono solo delle sagome...

Tommaso Pieragnoli (da Facebook)

Anonimo ha detto...

L’ulteriore riprova che la nostra amministrazione, che fa seguito alla precedente, non ha il benché minimo interesse alla partecipazione popolare o almeno all’umore della gente. Le decisioni vengono prese in base a come ci si sveglia la mattina o ai desideri di qualcuno. E’ imbarazzante dover usare questo argomento per criticare un operato, ma il fatto stesso di cancellare così, di botto le rappresentazioni di nostri figli, amici, parenti vittime spesso di “inciviltà” senza tener conto di quanto sentimento ci può esser dentro, dà modo di pensare che chi prende certe decisioni non faccia parte del nostro vissuto né della nostra città; togliendo quei cartelli che sono un monito alla prudenza per coloro che magari non sanno o che scordano troppo spesso che in strada si può morire anche troppo facilmente, è una sorta di imposizione che paradossalmente ci rinnova la sensazione di essere importanti solo per le votazioni.
lorenzo

Anonimo ha detto...

“sono deturpate e hanno fatto il loro tempo” così il nostro Sindaco Marco Mazzanti giustifica la decisione, presa con direttiva di giunta (alla faccia della partecipazione), di rimuovere le sagome.

Caro Sindaco, le parole sono importanti, ti sei chiesto cosa possono suscitare in chi ti ascolta? Personalmente mi risuonano così: ricordare le vittime di incedenti stradali è un fatto privato, possibilmente estemporaneo, e poco incisivo rispetto all’educazione stradale.

Spero tanto di essere l’unica ad aver dato questa interpretazione, in caso contrario, posso affermare che con una frase hai gettato al vento tutto il lavoro educativo fatto con l’allora bambini del pozzo (oggi giovani guidatori) che si è concluso con l’istallazione delle sagome.

Con quei bambini siamo stati sulle strade ad osservare i comportamenti degli autisti, abbiamo incontrato i vigili urbani, le forze dell’ordine e i giornalisti per denunciare le numerose infrazioni commesse e di cui eravamo stati testimoni. Con quei bambini abbiamo parlato delle vittime, le abbiamo ricordate.

Quei bambini si sono impegnati per questo progetto perché avevano capito (almeno loro si) che il “ricordo” proprio perché suscita emozioni (spesso forti e non piacevoli) è l’unico strumento per cambiare i comportamenti pericolosi. Perché caro Sindaco, non nascondiamoci dietro ad un dito - anche se a volte “lo vorremo fare”- non sono le regole, o le punizioni a determinare il nostro agire ma la consapevolezza che le nostre azioni hanno delle ripercussioni sugli altri e quindi l’attenzione a che esse non siano offensive. Per far ciò è però necessario riconoscere “l’altro da noi”, accoglierlo, rispettarlo, e quindi ricordarlo.

Ecco l’importanza della memoria, ecco l’importanza delle sagome. Caro Sindaco, quindi la questione non è rimuoverle perché hanno fatto il loro corso ma lavorare per tener sempre viva la loro portata evocativa, in questo dovrebbe impegnarsi l’amministrazione, e lo dovrebbe fare insieme a tutti i cittadini.

Valentina Chericoni (da Facebook)