sabato 1 dicembre 2012

Esodati/ I Comitati fanno causa al Ministero del Lavoro per danni e mobbing sociale



PISTOIA_ I comitati che da tempo stanno difendendo i diritti degli esodati hanno conferito allo Studio Alleva di Bologna (specializzato in Diritto del Lavoro) l’incarico di denunciare il ministero del Lavoro per danni e mobbing sociale per la riforma delle pensioni e le conseguenze sulle loro vite. 
Ecco di seguito il testo del comunicato stampa diramato dal comitato nazionale contributori volontari e dal comitato nazionale I Quindicenni.

Da ormai 12 mesi 130.000 autorizzati alla contribuzione volontaria agli enti previdenziali (INPS ed INPDAP) e 65.000 cosiddetti Quindicenni (disoccupati con 15-19 anni di contributi previdenziali versati per pensione minima di vecchiaia) vivono un vero e proprio inferno nel quale sono stati confinati dalla riforma delle pensioni.
Infatti a seguito della riforma le loro famiglie hanno vissuto (e stanno vivendo) un vero e proprio incubo vedendo irrimediabilmente compromesso il futuro e il loro presente avendo davanti ancora numerosi anni senza alcun reddito e senza la legittima pensione che è stata spostata nel tempo da 1 a 10 anni, o addirittura cancellata come nel caso dei "quindicenni", anni durante i quali queste famiglie non sapranno di che vivere.
12 mesi durante i quali si sono trattate queste persone e queste famiglie nel peggiore dei modi con continue vere e proprie vessazioni e vero e proprio mobbing sociale quale quello che stiamo subendo, soprattutto, dopo l’emissione del cinico Decreto Ministeriale contenente i 3 infami paletti con i quali ci si espropria della nostra pensione, e quello della circolare dell'Inps n.35 di marzo sui cui il Ministero è intervenuto per affermarvi un'interpretazione restrittiva a proposito delle deroghe del 1992 alla legge Amato n.503 . Come è noto il danno morale è il turbamento e la sofferenza dell'animo di una persona causato da un illecito.
Una volta era legato solo al danno da reato, ma oramai da molti anni la Giurisprudenza della Suprema Corte ammette il risarcimento del danno morale anche in conseguenza dell'illecito civile.
Ciò premesso, il senso della azione civile contro il Ministero del Lavoro è quello di richiedere il risarcimento del danno morale patito dai penalizzati dalla riforma in questi lunghi mesi, causato dalla gestione negligente, imperita ed assolutamente dilettantesca di questa riforma che ha procurato allarme sociale e psicologico continuo nei soggetti colpiti dai provvedimenti in esame mediante continue dichiarazioni e controdichiarazioni formali.
Addirittura, pubbliche ammissioni che si è sbagliato nel computo dei soggetti "esodati".
A queste esternazioni si aggiungono quelle di venire alla nostra ricerca “con il lanternino” oppure quella di suddividerci fra “meritevoli” e “non meritevoli”della salvaguardia e quindi di poter vivere.
Infine l’ultima confessione (di pochi giorni fa) della “impreparazione” a svolgere adeguatamente le proprie funzioni. Impreparazione che ha causato i danni che andremo a dimostrare e documentare ai giudici sicuri che vorranno darci ragione.
Ragioni che il Ministero ed il parlamento non hanno voluto riconoscere nonostante l’ammissione degli errori senza tuttavia provvedere a correggerli. Anzi opponendosi (nelle forme e con gli strumenti che andremo a dimostrare) a tutti i tentativi del Parlamento volti a correggere tali gravi errori e volti a salvaguardare il futuro di decine di migliaia di famiglie gravemente compromesso da tali errori.
Richiederemo un modesto risarcimento del danno patito che verseremo nelle casse di una Associazione senza scopi di lucro, che stiamo costituendo, e che avrà principalmente lo scopo di sostenere le famiglie dei colleghi che rischiano di essere ridotti all’indigenza da questa iniqua ed ingiusta riforma.
Comitato Contributori Volontari Comitato I Quindicenni
Francesco FLORE Tel. 3389976878 

1 commento:

Anonimo ha detto...


Cari colleghi,

Sono un compagno di sventura di Milano, che per caso ha scoperto l’esistenza del comitato; sarebbe stato interessante scoprirlo prima, perchè odio a morte la Fornero e Monti, che ci hanno incastrati e poi abbandonati.



Sono nato il 15/06/1953, negli ultimi decenni ho lavorato come dirigente presso diverse case automobilistiche e ad aprile 2011, l’azienda mi ha lasciato a casa, sottoscrivendo un accordo in camera di commercio.

Dal maggio 2011 ad oggi, sono un autorizzato prosecutore volontario, con pagamento fino al gennaio 2013 (apertura finestra pensione) e decorrenza pensione nel maggio 2014.



Non rientro nei 65.000 per via della data decorrenza, che per questi è prevista entro il 6 dicembre 2013, ma dovrei (??) rientrare nei 55.000, con decorrenza entro il 6 dicembre 2014.



Ho inoltrato raccomandata alla DTL di Milano, mi aspettavo una risposta dall’ INPS, ma purtroppo, sia l’ INPS, che l’ACLI, che diversi altri patronati, non sanno nulla ed è una cosa vergognosa.



Vi chiedo cortesemente di poter aderire al gruppo e se ancora possibile, inserirmi tra quelli che hanno fatto causa alla Fornero.



Grazie e cordiali saluti.

Marco Lunassi
Mail: marco.lunassi@gmail.com

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