venerdì 3 aprile 2009

Kaleidoscopio: a domanda .. risposta.

QUARRATA. Sono o non sono i giovani a scegliere le attività del progetto Kaleidoscopio? Mi ha scritto per avere delucidazioni più precise un certo Donaldo (di lui oltre al nome ho solo una email). Non conoscendolo ho inoltrato l'email come ricevuta al direttore dell'associazione Pozzo di Giacobbe di Quarrata dottor Rossano Ciottoli, direttamente coinvolto nel progetto e di seguito riporto la risposta avuta ritenendolo un chiarimento interessante.

A domanda

Caro Balli,

vorrei sapere per favore se nel progetto Kaleidoscopio sono i giovani a scegliere
le attività o è l'assessorato o il comune a proporre. Perché l'autonomia e l'inventiva e
la partecipazione dei giovani è una bella dichiarazione della Sabrina, ma se poi le cose
sono già confezionate, scusi, come si parla di partecipazione diretta?
Le dispiace darmi indicazioni più precise? Altrimenti come posso credere o discredere
a quello che dice il comune?
E i film del cineforum, chi li sceglie? I giovani dopo essersi incontrati, o l'assessorato?
Ha capito il problema?
Aspetto una risposta. Grazie.

Donaldo
liquen@email.it

Risposta


Carissimo Andrea, carissimo Sig. Donaldo,
Grazie della sollecitazione fatta via mail in cui mi vengono richiesti alcuni chiarimenti rispetto al Progetto "Kaleidoscopio".
Intanto mi preme ripercorrere la storia per puntualizzare come il progetto è nato e come si è sviluppato.
La nostra Associazione ha iniziato ad occuparsi dei problemi dei giovani del territorio nel 1999. Si trattava prevalentemente di eventi estemporanei, che prevedevano concerti o altre attività di natura artistica o sportiva. Col passare del tempo abbiamo recepito il reale bisogno di tanti ragazzi: la loro richiesta non era tanto quella di avere a disposizione qualche giornata durante l’anno per fare qualche attività magari proposta da altri. Tutt’altro. Moltissimi di loro chiedevano uno spazio in cui ritrovarsi che non fosse la piazza o il bar; uno spazio in cui poter organizzare il proprio tempo libero, studiare, parlare, riflettere o semplicemente stare insieme e ritrovarsi. Nel 2005 siamo riusciti a realizzare un progetto ("Puzzle") che prevedeva l’apertura di uno spazio giovani per due giorni alla settimana, alternati tra una sala del Circolo Arci di Quarrata ed il piano superiore della Casa delle Culture "La Civetta".
A cavallo tra il 2006 ed il 2007, grazie all’aiuto ed al sostegno della Parrocchia di Quarrata e del Centro Culturale "Sbarra", ha preso avvio un nuovo progetto ("Sbarra – Spazio Giovani"), in continuità con il precedente ma che ha avuto il merito ulteriore di concentrare tutte le attività in un solo spazio fisico costituito dai locali del Centro "Sbarra", adiacenti a quelli della nostra Associazione e concessi in uso gratuito proprio per la realizzazione dello spazio di aggregazione.
Nel 2008, grazie alla collaborazione con la Provincia di Pistoia su un percorso ("Albachiara") finalizzato allo sviluppo delle politiche giovanili a livello nazionale, veniamo a conoscenza di una possibilità di finanziamento che la Regione Toscana offriva ai comuni per l’attivazione di progetti locali che ponessero al centro dell’attenzione la partecipazione ed il protagonismo delle giovani generazioni. Da subito abbiamo considerato questa opportunità come un’ottima occasione di
sviluppo di quanto realizzato fino ad allora, contando anche su un gruppo abbastanza consistente di giovani (una sessantina) che piano piano si erano avvicinati ai progetti precedenti.
Abbiamo quindi da subito sollecitato il Comune di Quarrata che ha ritenuto opportuno coinvolgere nel nascente progetto "Kaleidoscopio" altre realtà del territorio che svolgevano attività con gruppi giovanili (Parrocchie di Quarrata e Vignole, Scout, Filarmonica "G. Verdi", Coop. "Gemma", Ass. Sportiva Olmi).
Attualmente gran parte delle attività riferite al progetto è promossa dalla nostra Associazione, che grazie al contributo regionale è riuscita a dare finalmente stabilità e continuità alle attività fatte con i ragazzi: si è infatti garantita l’apertura dello Spazio Giovani (oggi si chiama "Al Kalé") tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì e tre sere a settimana. Nello Spazio Giovani sono sempre presenti due educatrici dell’Associazione e alcuni volontari, che si alternano nella gestione delle attività.
Dopo questa lunga ma spero non noiosa premessa, veniamo alle questioni poste dall’amico Donaldo.
Rispetto alla domanda se sia o meno il Comune a proporre le attività, direi che non è proprio così. Anzi. Le attività sono quasi completamente proposte e gestite dai ragazzi che si iscrivono allo Spazio Giovani; gli educatori ed i volontari sono presenti per supportare e sostenere i ragazzi nella fase organizzativa e per aiutarli nella richiesta di permessi e/o autorizzazioni e per l’adempimento di quelle procedure burocratiche necessarie per organizzare eventi e manifestazioni pubbliche. In più, gli educatori svolgono all’interno del progetto una funzione pedagogica importante, dal momento che al Centro sono presenti ragazzi e ragazze di culture e nazionalità diverse, alcuni dei quali provenienti da situazioni familiari e sociali "pesanti", con tutti i problemi che ne conseguono vista anche la fragilità tipica dell’età adolescenziale e post-adolescenziale. Inoltre, sulla base di un rapporto di fiducia e di conoscenza reciproca costruito in anni di attività, gli educatori svolgono un ruolo attivo anche rispetto a parte delle attività che nel Centro vengono organizzate. Se è vero che è assolutamente tutelata e promossa la partecipazione attiva e diretta dei ragazzi nel proporre, organizzare e gestire ciò che desiderano realizzare (concerti, musica, sport, utilizzo del computer, semplice gestione del tempo libero all’interno del gruppo), dall’altra parte i ragazzi hanno cominciato a comprendere che è importante approfondire anche temi ed interessi più "seri", quali la legalità, la cittadinanza attiva, la partecipazione a momenti di riflessione, ecc. E’ un lavoro delicato e lo sappiamo bene. Proporre qualcosa di preconfezionato ad un gruppo di giovani vuol dire allontanare per sempre quel gruppo di giovani dall’obiettivo di integrarli e renderli parte attiva della comunità. Ma se per esempio di fronte ad un atto di bullismo che crea un disagio all’interno del gruppo che frequenta il Centro l’educatore interviene, anche in maniera informale, e affronta la cosa rendendo protagonisti della discussione i giovani presenti e facendo trovare a loro una soluzione al problema, beh, allora siamo sulla strada giusta. Ed il giovane si sente anche tutelato, indipendentemente dal ruolo che ricopre all’interno del gruppo. Allora così si trova il modo di
parlare, tra un gioco e due chiacchiere spensierate, anche di temi importanti quali la mafia, la non violenza, la scelta coraggiosa e difficile della difesa del più debole e così via…
Anch’io, come tutti i volontari e gli educatori dell’Associazione (e lo dico con cognizione di causa perché tanto ne abbiamo discusso negli anni al nostro interno), sono convinto della centralità della questione posta da Donaldo: troppe volte le amministrazioni pubbliche si muovono con "pacchetti" di soluzioni ai problemi studiate a tavolino ma che poco tengono conto delle esigenze reali delle persone, soprattutto quando si parla di giovani. Anzi, di giovani meno se ne parla e meglio è, in tanti territori d’Italia, compresa la nostra Toscana. Questo per fortuna comincia ad accadere sempre meno, grazie a tante piccole esperienze come la nostra che riescono a stare ancora in contatto diretto con i problemi, con i volti e con le voci che vengono dal basso.
Per riprendere le parole di Donaldo, io sinceramente non so quanto e quando bisogna "credere o discredere a quello che dice il comune", ma sono convinto che per farsi un’idea quanto più precisa possibile delle cose è necessario toccarle con mano.
Tante volte anche noi in Associazione viviamo il disagio di vedere sventolati ai quattro venti dall’amministratore di turno i nomi dei progetti che con tanta fatica riusciamo a realizzare; progetti ostentati con il fine palese di mettere l’ennesimo fiore all’occhiello dell’amministrazione. Altre volte abbiamo invece trovato amministratori seri, che ci credono davvero, che non hanno secondi fini rispetto all’aiuto e al sostegno che possono dare a un’idea, a un progetto, a una attività…
Di certo so che "l’autonomia, l’inventiva e la partecipazione dei giovani" non si costruisce con le dichiarazioni, ma con un lavoro duro, serio e portato avanti con caparbietà, quasi con ostinazione, per anni. Penso anche che se non ci fossimo impegnati in questo senso, non avremo avuto i risultati in termini di partecipazione dei giovani che abbiamo registrato (e che peraltro in un comunicato stampa del Comune dei giorni scorsi sono stati riportati in maniera erronea): al 31 dicembre 2008 i ragazzi iscritti allo Spazio Giovani erano 213, prevalentemente di Quarrata ma con qualcuno proveniente anche da Serravalle e Pistoia; la presenza media giornaliera si è attestata durante tutto l’anno tra i 20 ed i 25 ragazzi, con un totale di presenze che in capo all’anno ha superato abbondantemente quota 4.000. Per dirla senza troppi numeri, i ragazzi si sono "appropriati" di questo spazio, lo sentono loro, lo frequentano costantemente e lo vivono come luogo della loro quotidianità… Anche scegliendo metà dei film da proiettare al cineforum e venendo a vedere l’altra metà proposta dagli educatori.
Non so se ho risposto pienamente alle questioni poste dall’amico Donaldo, ma mi sento di potere rassicurarlo sul fatto che la presenza della nostra Associazione, per quello che rappresenta come esperienza nella nostra città e per il proprio modo di lavorare sui problemi, costituisce una garanzia assoluta di attenzione nei confronti dei giovani del Centro di aggregazione e della loro voglia di esprimersi e di sentirsi parte di una comunità che troppo spesso li ignora o addirittura li dimentica.
Rispetto all’amministrazione comunale, mi fa piacere che il Sindaco citi questa esperienza e la porti ad esempio, e non mi disturba assolutamente che la senta anche sua, dato che è patrimonio dell’intera città e che è stata realizzata grazie ad un aiuto importante che il Comune ha dato.
Il mio timore è che, come spesso accade, ci si dimentichi delle esperienze, anche di quelle più positive, nel momento in cui non ci saranno più fondi regionali a disposizione, ipotesi già paventata a partire dal 2010. La domanda che mi faccio è dunque: che fine farà lo Spazio Giovani nei prossimi anni? Che cosa diremo agli oltre 200 giovani che rischiano di non avere più uno spazio non solo dove esprimersi o ritrovarsi, ma anche dove affrontare e risolvere i loro problemi? Li lasceremo di nuovo soli?
E’ su questo che dovrà inevitabilmente concentrarsi l’attenzione di tutti i cittadini non indifferenti. E’ su questo che sarà davvero importante e attesa una "bella dichiarazione della Sabrina"; tutte le altre, per quanto belle e importanti, lasciano il tempo che trovano.
La mia rassicurazione è che il Pozzo di Giacobbe sarà in prima fila per garantire ai giovani della nostra città lo spazio che si meritano, perché sono davvero e inaspettatamente splendidi, un’energia vitale che ci ricorda come non siano affatto il futuro, ma assolutamente il presente di ogni comunità degna di questo nome.
Rossano Ciottoli

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