domenica 7 aprile 2013

Un anno di carcere trascorso come garante dei Diritti dei detenuti. Antonio Sammartino: "Occorre ricostruire senza inutili pregiudizi una alleanza con tutti gli attori del territorio restituendo alla cittadinanza il senso profondo e anche la bellezza di sentirsi una comunità".

 
PISTOIA_ Come ricevuto volentieri pubblichiamo il documento del dottor Antonio Sammartino, garante dei diritti dei detenuti della Casa Circondariale Santa Caterina in Brana di Pistoia.
Dal resoconto emerge un quadro esauriente dell'attività svolta ma sopratutto il problema del sovraffollamento nonchè i progetti avviati per migliorare le condizioni di vivibilità all'interno del carcere pistoiese
 
 
A distanza di più di un anno dalla nomina, avvenuta per l'esattezza il giorno 20 Marzo 2012, riporto un breve resoconto dell'attività svolta in qualità di Garante delle persone private della libertà personale.
Dal giorno in cui sono stato nominato, ogni venerdì pomeriggio mi reco in carcere e parlo mediamente con 4/5 detenuti, cercando di rispondere, per il ruolo che rivesto, alle loro richieste. Complessivamente fino ad oggi ho parlato con circa 200 detenuti ristretti presso la Casa Circondariale di Pistoia, con i quali prosegue, con quelli ancora presenti in istituto, un rapporto di conoscenza.

La gran parte dei detenuti, incontrati durante le mie visite all'interno del carcere, sono soggetti con problemi di tossicodipendenza, di alcolismo, spesso con un passato difficile dovuto al contesto socio - familiare di provenienza. Altri detenuti stranieri, principalmente di nazionalità marocchina, tunisina, albanese e rumena, hanno invece commesso dei reati nella maggioranza dei casi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Anche in questi casi i detenuti provengono molto spesso da un situazione sociale ed economica difficile, aggravata dalla condizione di clandestinità e dalla mancanza sul territorio di reti parentali di supporto.
E' vero quanto affermato dal Direttore della Fondazione Michelucci, che il carcere, al tempo della crisi, accentua le caratteristiche di contenitore etnico e contenitore di poverta', diventando progressivamente sempre piu' marginalizzato, in una società anch'essa impoverita di risorse materiali e immateriali.
Le richieste che ricevo dai detenuti riguardano vari aspetti, non secondario è quello rappresentato dalla richiesta di essere aiutati nel rapportarsi con gli Enti Pubblici per l'espletamento di alcune pratiche burocratiche e vedere riconosciuti alcuni loro diritti, (come ad esempio ricevere dall'INPS l'indennità di disoccupazione per il periodo in cui hanno lavorato all'interno dell'istituto carcerario insieme all'eventuale richiesta degli assegni familiari; presentare la richiesta e ottenere la residenza anagrafica ai sensi del DPR 223/89; inoltrare la domanda di richiesta della visita per il riconoscimento o aggravamento dell'invalidità civile, ecc).
Altre segnalazioni che ricevo dai detenuti riguardano le richieste legittime di un miglioramento della loro condizione carceraria in ottemperanza con quanto previsto dall'ordinamento penitenziario. Il problema che contraddistingue gran parte dei penitenziari italiani, legato all'elevato numero dei detenuti presenti, rispetto al numero consentito, aggravato dai forti tagli alla spesa che investe l'intero sistema penitenziario, riguarda infatti anche le condizioni che si trova a vivere la popolazione carceraria del nostro territorio.
Tali condizioni sono riassumibili in una situazione che vede i detenuti di Pistoia ristretti in celle claustrofobiche, dove non è garantito per tutti un adeguato livello d'igiene personale, né un'adeguata assistenza di tipo sanitario, (quest'ultima per mancanza di adeguati spazi adibiti ad ambulatorio medico), e dove vi è carenza, durante l'anno, di attività rieducative, sia per mancanza di spazi, sia di finanziamenti, sia perché non è presente un numero sufficiente di agenti penitenziari addetti alla sorveglianza di tali attività.
Al fine di poter migliorare tali condizioni, come Garante dei diritti dei detenuti mi sono rivolto alla nuova Direzione del Carcere di Pistoia, subentrata nel mese di Settembre, rilevando da parte di quest'ultima e dei suoi collaboratori una disponibilità e un' attenzione vera rispetto alle richieste di volta in volta evidenziate, nonché riscontrando la volontà nel poter dare, per quello che è possibile, delle risposte concrete.
Una dimostrazione di questa collaborazione con la Direzione, che auspico prosegua anche in futuro, è l'iniziativa promossa congiuntamente per la raccolta dei prodotti non alimentari da destinare ai detenuti più bisognosi, che è stata possibile realizzare durante l'ultima settimana di Marzo, grazie alla generosa disponibilità offerta dalla Sezione Soci della Coop di Viale Adua e al prezioso apporto fornito da tutti i volontari dell'Associazione Il Delfino.
Altri contatti, che in qualità di Garante ho avuto per rispondere alle richieste presentate dai detenuti, sono stati con il Magistrato di Sorveglianza di Firenze e la Direttrice dell'Ufficio esecuzione penale esterna di Firenze Prato e Pistoia.
Con il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione penitenziaria ho avuto invece principalmente degli incontri insieme al Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Pistoia, Dr. Giuseppe Alibrandi, per presentare l'ipotesi progettuale, condivisa dalla Direzione del carcere, di dislocare in ambito esterno, (come avviene già in altre realtà), la sezione dei semiliberi del carcere di Pistoia, grazie alla disponibilità offerta dai Frati Cappuccini, che a titolo gratuito, per questo tipo di accoglienza, concederebbero una parte del loro Convento sito in Via degli Armeni.
Su questa ipotesi progettuale che consentirebbe di alleggerire il numero dei detenuti presenti in Istituto, rispondendo parzialmente al problema del sovraffollamento carcerario, stanno proseguendo i contatti con la Direzione del carcere e la Fondazione Caript, alla quale, secondo gli intendimenti espressi, sarà presentata una richiesta di finanziamento per la realizzazione di alcuni interventi alla struttura del Convento, così come indicato, per motivi di sicurezza, dai tecnici del Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria.
Per quanto riguarda il rapporto con gli Enti locali, ed in particolar modo con il Comune di Pistoia, come riportato nella mia relazione di fine anno, inviata a tutti i Consiglieri comunali di Pistoia (scaricabile anche dal sito del Comune), ho sottolineato la necessità di sviluppare delle iniziative volte a favorire il reinserimento dei detenuti all'interno del tessuto sociale, prevedendo delle azioni riguardanti l'accompagnamento lavorativo e, dove necessita, anche per un periodo breve, un sostegno di tipo abitativo.
Tali azioni consentirebbero ai detenuti, prima di uscire dal carcere, la possibilità di riconfrontarsi con il mondo esterno, riallacciare alcuni rapporti positivi con la famiglia e con il mondo del lavoro, creare insomma quei presupposti necessari tali da garantire loro la possibilità di non ricadere nel circuito penale, con la conseguenza positiva per il nostro territorio di avere una maggiore sicurezza sociale.
Altre azioni riportate nella relazione riguardano invece delle attività più di carattere culturale ed educativo, ovvero di sensibilizzazione sul tema del rispetto dei diritti umani ed in particolar modo della popolazione detenuta, da promuovere sul territorio, sia tramite delle iniziative pubbliche, sia attraverso degli incontri da svolgersi all'interno delle scuole con gli alunni e il personale docente.
Rispetto a queste indicazioni ho riscontrato un interesse da parte dei componenti della V Commissione Consiliare del Comune di Pistoia, ed in particolar modo da parte del Consigliere Massimiliano Sforzi, che mi hanno invitato, nel mese di Febbraio, a relazionare sulla condizione del Carcere di Pistoia, in modo che la Commissione stessa, raccolte le informazioni necessarie, potesse successivamente adoperarsi per promuovere le iniziative descritte sopra.
Anche da parte del Sindaco ho registrato un interesse nei confronti delle condizioni dei detenuti di Pistoia, offrendo la sua disponibilità nel rispondere alle esigenze della popolazione carceraria, cosi come dichiarato anche in occasione della visita fatta insieme il giorno 31 Dicembre presso la Casa Circondariale di Pistoia.
Quello che mi preme sottolineare è che rispetto alla questione drammatica del carcere, come per altre questioni sociali che riguardano sempre più da vicino il nostro territorio, occorre ricostruire, senza inutili atteggiamenti pregiudiziali, un'alleanza con tutti gli attori del territorio, (privati e pubblici), restituendo alla cittadinanza il senso profondo e anche la bellezza di sentirsi una comunità, con la convinzione che in tempi in cui vige il motto della spending review, diventa ancora più determinante il ruolo creativo che ciascuno dei gruppi e associazioni può mettere a disposizione per suggerire soluzioni operative, in favore, e non solo, della popolazione carceraria.
In questo quadro di possibili iniziative auspico che gli Enti locali (Comune, Provincia, ASl), condividendo politicamente la necessità e l'urgenza di rispondere alle istanze riportate sopra, possano nel breve periodo tradurle in atti concreti.

Dr. Antonio Sammartino- Garante delle persone private della libertà personale del Com

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