domenica 3 luglio 2011
"Dio nella trasparenza dei poveri". Fratel Arturo Paoli, Dino Biggio e monsignor Mansueto Bianchi a Olmi riflettono su "Profezia e Speranza: esperienza di una fede viva".
QUARRATA. “Sono i profeti che annunciano l'avvento dei nuovi tempi, le svolte senza ritorno della storia. E voce di un profeta che invita alla speranza, chiamando con vigore le coscienze a costruire il Regno di Dio qui in terra, è quella di Arturo Paoli, protagonista di una vita spesa sotto il segno di un'alleanza incrollabile con i poveri e con Cristo. Pescando nell'immenso mare della sua opera, nelle omelie, nei libri, nei tanti discorsi e dialoghi che egli continua quotidianamente a intessere con chiunque sia pronto ad aprire il cuore, Dino Biggio ha tratto sapientemente a riva un cesto di meditazioni in cui palpita il cuore del messaggio di fratel Arturo. Si apprezza in questo modo un pensiero che si alimenta nell'esercizio di una fede viva, nell'incontro quotidiano e intimo con Dio il cui volto si rivela nel volto del nostro prossimo che soffre”.
Martedì 5 luglio alle ore 21 nell’ambito della festa di Paeseaperto in programma al Parco Verde di Olmi (Quarrata) sarà presentato il libro “Dio nella trasparenza dei poveri” edito da La Collina (Serdiana), 2011, pag. 104 scritto da Arturo Paoli (Piccolo Fratello di Charles De Foucould) e da Dino Biggio.
Nell’occasione si terrà anche un incontro-dibattito dal titolo “Profezia e speranza: esperienza di una fede viva” a cui interverrà anche il vescovo di Pistoia Monsignor Mansueto Bianchi. L'incontro è promosso in collaborazione con la Casa della Solidarietà e la Rete Radiè Resch di Quarrata.
Il volume – per la critica “apparentemente un libro minore rispetto alla mole dei libri già noti di Arturo Paoli” presenta in realtà caratteristiche insolite e di grande significato. Nella prima parte del libro vi sono raccolte 49 “composizione poetiche”, della autentiche gemme estratte dagli scritti e dalle conferenze di Arturo Paoli.
Nella prefazione lo stesso Fratel Arturo osserva tra l’altro che “le sue parole, rimesse insieme, possono trovare una nuova capacità di inquietare perché sono passate attraverso il cuore di Dino. Ora la teologia ci insegna che questo è appunto il quotidiano miracolo dello Spirito, che fa nuova ogni cosa e a tutti dona la capacità di vedere in tutte le cose un frammento del progetto di Dio”.
Dino Biggio, nato a Calasetta (CI), nel 1944 ha svolto l’attività di bancario. Dal 2007 si dedica alla raccolta dei discorsi tenuti da Arturo Paoli, curandone la trascrizione e l’elaborazione. Da allora è andato a seguire le tracce della presenza di Arturo Paoli in Sardegna dal primo approdo del 1957 alle successive numerose visite in risposta agli inviti dei tanti amici che ne hanno sempre seguito “i peregrinaggi per le vie del mondo”. Per le Edizioni La Collina ha già curato l’edizione di “Svegliate Dio!” di Arturo Paoli (2007). “Arturo Paoli – ha detto Biggio nel corso di un incontro svoltosi di recente a Lucca - parla certamente con un linguaggio leggero ed efficace ma anche impegnativo, richiamando di continui il pensiero di teologi, filosofi, documenti conciliari e pontifici con ripetuti rimandi ai testi biblici. Se non si ha dimestichezza con quelle fonti, che fare? Se vuoi capire, non devi avere fretta, ma lasciarti prendere per mano e farti trasportare nei meandri del pensiero, della cultura, della fede, la cui trasmissione avviene sempre attraverso “parole d’uomini”. Ho avvertito l’esigenza di riandare al pensiero e al messaggio che Arturo ci aveva trasmesso attraverso le sue numerose Conversazioni in Sardegna. Ho cercato le registrazioni di quelle conferenze e ne ho trovate tante, conservate gelosamente da comuni amici. che me le hanno messe a disposizione con gioia. Ha preso in questo modo avvio il lavoro di sbobinatura e di composizione del testo”.
Ed ancora: “Nel trasferire le registrazioni nel testo scritto ho cercato di fare del mio meglio, preoccupandomi sempre di restare fedele alle parole di Arturo. Mi è parso di fare un lungo viaggio con lui attraverso i sentieri della vita. Le “parole” di fratello Arturo, anche quelle che riemergono da un passato lontano e sepolto, sono di un’attualità sconcertante. Sono sicuro che sono ancora tanti gli amici con una grande voglia di ripetere il viaggio con lui. E in questo nuovo viaggio potranno scoprire con sorpresa – così come a me è parso di cogliere – che il messaggio centrale trasmesso da fratello Arturo in America Latina, in Italia, in Sardegna, è sempre percorso da un tema unico: quello di essere costruttori del Regno di Dio. Ma egli questo tema unico lo ha dilatato nelle sue mille sfaccettature, con colorazioni sempre nuove e tonalità sempre diverse, proprio come fanno i grandi artisti. E fratello Arturo è un grande artista, perché è un profeta del nostro tempo. La sua voce, che in molti e in diverse circostanze avrebbero voluto zittire, si è levata alta in questi cinquant’anni, per restare fedele al servizio della Parola. Quella che Gesù di Nazareth continua, attraverso i suoi testimoni, a diffondere nel mondo con il suo messaggio: “Il Regno di Dio è vicino”. Ho scoperto così che anche quello di Gesù è un messaggio a tema unico. E ho anche capito finalmente che la Parola di Dio viene trasmessa sempre e soltanto per mezzo della parola dell’uomo”.
Fratel Arturo Paoli - Nato a Lucca nel 1912, e laureatosi in Lettere, Arturo Paoli entra in seminario e viene ordinato presbitero nel 1940. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale partecipa alla Resistenza e contribuisce a salvare molti ebrei in fuga dalla persecuzione nazista, opera che lo porterà nel 1999 a ricevere il prestigioso premio di “Giusto fra le Nazioni” da parte di Israele. Nel 1949 diventa viceassistente della Gioventù di Azione Cattolica. Dopo essere stato dimesso dall’incarico viene nominato nel 1954 cappellano degli emigranti in Argentina. Poi svolge il suo noviziato in Algeria presso i Piccoli Fratelli del Vangelo e, dopo un breve periodo in Sardegna, dove avvia una nuova Fraternità in solidarietà con i lavoratori delle miniere di carbone, si trasferisce in Argentina.
Vicino a Buenos Aires inizia a elaborare una sorta di “Teologia comprometida”, preludio della Teologia della Liberazione. Dopo l’avvento della dittatura militare è costretto a trasferirsi in Brasile dove avvia un
lavoro con i ragazzi delle favelas. Nel 1995 riceve il Diploma di partigiano dal Comune di Lucca, mentre rifiuta una medaglia d’oro della Camera di Commercio locale indirizzata a coloro che hanno onorato la
città nel mondo: lo fa in nome della solidarietà con gli oppressi dal sistema economico neoliberista. Il 25 aprile 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli consegna la medaglia d’oro al valor
civile per aver salvato la vita agli ebrei durante l’invasione nazista. Da due anni è tornato nella città natale e vive in una parrocchia sulle colline lucchesi – San Martino in Vignale - dove continua a svolgere incontri con gruppi di persone provenienti da tutto il mondo.
a.b.
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