sabato 20 febbraio 2010

Depositato presso la Procura della Repubblica di Pistoia l'esposto sulla mancata manutenzione dell'Ombrone


QUARRATA_ Presso la Procura della Repubblica di Pistoia è stato depositato giovedì scorso dall’avvocato Adriano Federico Lenzi del Foro di Prato per conto di Barbara Gori, presidente del comitato civico per l’Ombrone, l’esposto per i fatti relativi all’incuria in cui versano le arginature del torrente Ombrone nell’intero tratto quarratino da Bottegone a Caserana.
Il documento – sottoscritto da 68 cittadini residenti a Ferruccia di Agliana e Quarrata, Caserana e Barba e corredato da un ricco dossier fotografico – attende ora il suo iter processuale. Eventuali integrazioni saranno presentate successivamente con una nuova istanza se nell’arco di un mese non ci saranno novità. Il comitato civico – in una conferenza stampa a cui era presente anche l’ex candidato sindaco di CittàPerTe Andrea Bagattini – ha inoltre annunciato che copia dell’esposto sarà trasmessa anche al Prefetto di Pistoia perché sia valutata la sussistenza di estremi validi per uno scioglimento del Consorzio di bonifica Ombrone Pistoiese-Bisenzio nel caso si ravvisino responsabilità omissive circa le manutenzioni ordinarie. “La querela presentata – ha detto l’avvocato Adriano Federico Lenzi - non è mutato rispetto alla bozza già presentata in assemblea. Alla luce della documentazione fotografica prodotta, degli atti pubblici presi in esame, delle dichiarazioni riportate nel testo del documento si cerca di fare chiarezza sull’operato e le eventuali inadempienze da parte della Provincia, del Consorzio di Bonifica, del Comune, enti cioè preposti alla tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica. Si evidenziano i punti critici chiedendo alla magistratura di valutare possibili responsabilità per il reato di cui all’articolo 450 del codice penale o per ogni altro reato ravvisabile nei fatti che si espongono”. “Non accusiamo nessuno – precisa Barbara Gori – ma segnaliamo una situazione. Vogliamo tuttavia sapere se ci sono state delle responsabilità perché nessuno poi dica: nessuno sapeva”. “L’impegno da parte dei cittadini che hanno posto la loro firma alla querela – ha spiegato Andrea Bagattini – è volto a perseguire lo scopo della querela. Insieme a loro il comitato civico di Ferruccia si è fatto garante di un interesse collettivo, quello cioè della sicurezza dei nostri torrenti”. “C’è da dire che in diversi punti dell’Ombrone esistono criticità: ci sono centinaia di metri di muretti a secco che rischiano di venire giù e poco si è fatto per la loro manutenzione. Bisogna però tenere presente che per mantenere certi argini occorre entrare nell’ordine delle idee di avere una manovalanza specializzata che operi dall’interno dell’alveo e non solo ruspe”. “Basterebbe pensare ad attivare ad esempio qualche squadra formata da 4 operai specializzati ognuna per fare qualche decina di chilometri all’anno di manovalanza mirata al ripristino ordinario degli argini. La realtà è che finora si è fatto esclusivamente taglio d’erba e il Consorzio Ombrone si è occupato di interventi di non sua competenza esclusiva”.
Durante la conferenza stampa sono stati forniti anche alcuni dati del bilancio del Consorzio Ombrone-Bisenzio da cui si evince che solo un 10-15 per cento del totale degli introiti annui (circa 6 milioni di euro) sono andati nella direzione delle manutenzioni ordinarie. “Con una somma tra i 250 e i 300 mila euro all’anno – ha detto Bagattini – una squadra di 4 operai (il consorzio dispone attualmente di 16 operai) potrebbe con facilità effettuare efficaci e durature manutenzioni degli argini per una lunghezza complessiva di 20 chilometri. Sarebbero comunque soldi spesi bene considerando che nel bilancio approvato dal Consorzio il costo per i soli operai ammonta a 700 mila euro”. Nell’esposto-querela viena effettuata in particolare una sommaria disamina di alcune delibere della Giunta Provinciale con oggetto il Consorzio di Bonifica Ombrone Pistoiese. “I timori e le preoccupazioni della popolazione – in ordine alla mancata esecuzione delle opere di manutenzione dell’argine del torrente – hanno trovato una concreta ed agghiacciante conferma all’interno di questi atti pubblici e/o nei suoi allegati”. “Se da un lato – si legge nell’esposto – è innegabile che le strutture arginarie prese in esame risentano della vetustà tecnica e realizzativa utilizzata nei primi anni del secolo scorso, risultando forse oggi tecnicamente anacronistiche ed inadeguate, appare incontestabile che una loro conservazione effettuata con dovizia, cura e rispetto della legge, ne avrebbe comunque assicurato la perdurante efficacia protettica più volte dimostrata nel corso degli anni”.
a.b.

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