mercoledì 4 gennaio 2012

Lo "sfogo" di una ex lavoratrice quarratina. "Obbligata a firmare il licenziamento mi sento anche io come i terzisti del volantino". Critiche ai sindacati: "Non sono stati certo dalla nostra parte".


QUARRATA_ Crisi del distretto del mobile  e denuncia dei terzisti. ".  Dopo i volantini apparsi nei giorni scorsi per le vie di Quarrata in cui anonimi hanno accusato le aziende quarratine di non pagare i fornitori, di mandare in rovina le famiglie e di evitare i fallimenti attraverso giochi societari, acquisti fittizi o cambi di nome, motivo per cui il Comune ha deciso di riunire per il prossimo 10 gennaio il tavolo tecnico ci ha scritto una donna, 39 anni di Quarrata, sposata con una figlia.  

Ben volentieri raccogliamo il suo “sfogo” lanciando l’appello ai rappresentanti del Tavolo Tecnico di prevedere quanto prima una occasione pubblica dove poter dare risposte ai tanti cittadini che in questo momento hanno perso il lavoro.

Caro Andrea
ti scrivo qui riguardo al link pubblicato (http://andreaballi.blogspot.com/2012/01/dopo-il-grido-di-allarme-lanciato-da-un.html) sul grido di allarme lanciato dal volantino anonimo. Purtroppo  io mi sento come i terzisti che sono citati, anche se ero lavoratrice dipendente di una nota ditta di poltrone e divani quarratina ( a tutt'oggi la ditta lavora facendo un minimo di 9-10 ore giornaliere lavorando il sabato mattina e anche i giorni festivi,  8 dicembre compreso).

Sono stata buttata fuori con altre 9 persone  per  un totale quindi di 10 dipendenti. A tutti è ci è stato detto che avevano un esubero di dipendenti.  La nostra e' stata una cassa integrazione straordinaria solo per  noi  per un anno  e successivamente un anno di mobilità. Ci hanno obbligato  a firmare il licenziamento con una buona uscita. E’ stato mandato come prevede la legge al Ministero del lavoro tutto il fascicolo, ed e' stata accettata la cosa”.

“Mi chiedo – continua la nostra lettrice - come ha fatto il ministero del lavoro ad accettare una cosa simile dopo che il mio ex principale ha assunto nel momento che noi eravamo in cassa integrazione altri dipiendenti con il nome di un altra ditta. Ditta intestata a lui stesso che possiede da circa 25 anni e dove non aveva mai assunto nessuno prima. In piu'l’ex principale ha iniziato a lavorare con due ditte di cinesi  (oltre a quelle che gia' gli lavoravano, solo cinesi). Coni terzisti italiani aveva gia' da tempo chiuso ogni tipo di rapporto”.

“Con questo – prosegue la lettera - non ho capito da che parte sono stati i sindacati. Credevo dalla nostra ma ne dubito...
I sindacati stessi chi hanno detto che se non si firmava il licenziamento saltava l'accordo. Ma mi chiedo:  quale accordo e con chi? Con loro???? Non certo con noi... Potevo ad oggi essere ancora al lavoro..e invece son qui a non  far nulla...e prospettive? Zero".

Lettera firmata
La foto di apertura è tratta dal quotidiano "Il Tirreno-Pistoia".

11 commenti:

Alex ha detto...

Sono rammaricato per questa donna, io come lei 3 anni fà ho avuto il licenziamento per calo di lavoro, e di questo sono sicuro e non dò nessuna colpa al mio ex datore. Come lei lavoravo nel settore del mobile imbottito come fornitore..la sua lettera di sfogo però non mi lascia stupito..purtroppo direi..
Altra cosa..il famoso volantino che ha destato tanto stupore, nel sapere che alcuni delinquenti (non potrei chiamarli altrimenti) giocano con le leggi e con le persone..mi fà un pò pensare...come "fornitore" posso dire che spesso il prezzo di fornitura o di terziario veniva fatto (dagli stessi "volantinoanonimi)al ribasso senza regole..tanto il gioco era quello.."intanto prendo questa commessa a rimessa e poi nella prox vedo di guadagnarci di più" sicuramente le ditte più grandi si sono approfittate di questa "Guerra fra poveri" ma trovo buffo che si venga oggi a brontolare di un sistema che è stato acceso, incrementato e poi contestato dagli stessi attori...certo vanno fatti i dovuti controlli non si discute. Tornando alla lettera della ex dipendente mi dispiace dirle che pure tre anni fa venivano licenziati operai/e ed il lavoro andava in ditte cinesi...vi risparmio il motivo.
P.S. Quando 1/5 delle aziende sono composte da 2 persone in ufficio un imballatore ed un magazziniere e realizzano e spediscono più di 500 salotti la settimana..(e sono stato basso)..servono davvero i maghi per capire? In quei momenti tutti stavano zitti zitti...bravi!

Anonimo ha detto...

Mi dispiace per la signora in questione, perchè avendo perso il lavoro in questo momento è tremendo, ma come succede spesso, vince sempre chi ha i soldi e in questo caso il suo ex datore di lavoro. La cosa che mi fa ribrezzo è il fatto del volantino, adesso si lamentano tutti, quando ci sono MOLTE aziende che hanno firmato concordati (con aziende che poi hanno continuato a lavorare con altro nome) al 30% e poi lavorano nuovamente con gli stessi individui. Quarrata sta muorendo per colpa dei Quarratini e di questa amministrazione (che speriamo cambi alle prossime elezioni).

Anonimo ha detto...

In questo momento ci sono molte situazioni difficili di persone che hanno perso il lavoro, di terzisti che non hanno riscosso il proprio lavoro e di datori di lavoro che non si sono visti pagati i loro salotti da clienti francesi, svizzeri, inglesi e sono andati in difficoltà ed hanno impegnato tutte le loro proprietà nell'azienda e che adesso stanno tentanto di ricomprarsi dalle banche quello che in trenta anni si erano guadagnati (case, terreni etc..) non tutti sono BANDITI e chi ci ha rimesso del suo dai vari clienti stranieri non ha la possibilità di diffamarli e minacciarli con volantini ma anzi deve far finta di niente se vuol continuare a venderli questi prodotti....
Tutti in questo periodo di crisi e di difficoltà hanno grandi problemi ma la cosa più sbagliata e azzannarsi in maniera stupida senza cercare di trovare le soluzioni per far ripartire il meccanismo...

Anonimo ha detto...

"In piu'l’ex principale ha iniziato a lavorare con due ditte di cinesi (oltre a quelle che gia' gli lavoravano, solo cinesi). Coni terzisti italiani aveva gia' da tempo chiuso ogni tipo di rapporto”. E' questo il reale problema, mi dispiace, l'amministrazione (che per altro porta avanti campagne di lotta alla concorrenza sleale da anni) c'entra poco... se non si riesce a capire che il cinese costa meno ma UCCIDE la nostra economia non si va da nessuna parte, e non lo devono capire solo i politici, ma anche e soprattutto gli imprenditori.

Anonimo ha detto...

Non è che a Quarrata sta passando ciò che è già successo a Prato nel tessile anni fa?
E' il mondo di oggi bellezza, non ce ne eravamo accorti?
Chiedo venia per il sarcasmo, che certamente non risolve nulla.
Dispiace infinitamente vedere la preoccupazione che aleggia e allo stesso tempo rendersi conto di quanto sia complicato uscirne; e incontrare anche amici, con alle spalle anni e anni di esperienza lavorativa, di professionalità, di impegno e passione, siano questi dipendenti o piccoli imprenditori, che si ritrovano ad essere troppo giovani per la pensione (ora poi...) e considerati, o considerarsi, troppo vecchi per una nuova attività.
Per non parlare dei giovani che sono in attesa di entrare nel mondo del lavoro.
Leggo sul sito di un molto probabile candidato alla carica di sindaco che occorre promuovere la "cultura d'impresa", promuovere percorsi di rilancio del manifatturiero locale, puntare sulla qualità, fronteggiare la crisi con intelletto e manualità.
Bene, belle parole... che si possono tutti tranquillamente sottoscrivere ma sono solo scatole il cui contenuto mi pare sia tutto da scrivere.
Che significato hanno oggi quei termini, come si intende muoversi, quali compiti dovrebbe (può o potrebbe) avere realisticamente, non tanto e solo, il Comune o la Provincia, ma la Camera di Commercio, le associazioni di categoria, gli imprenditori, i sindacati, ognuno per la sua parte?
Che è il caso che siano proprio politici e amministratori in carica ad alimentare di generiche parole o di illusioni la sacrosanta aspettativa di risposte da parte dei concittadini?
Senza nessuna pretesa di miracoli, tanto meno operati dai "tavoli" ma con la Speranza che possa muoversi qualcosa in positivo cominciando a dire non solo il cosa ma pure il come si pensa di muoversi e con quali obiettivi. Facendo soprattutto ognuno la propria parte, e possibilmente lasciando fuori demagogia e facile populismo.

Renata Fabbri

Alex ha detto...

..e come dopo il lampo arriva il tuono ecco a voi il fiocchetto..che scrive tanto senza dire nulla..non siamo mica su Scherzi a Parte..no vero?? Prego astenersi chi non sà cosè un salotto..grazie

Anonimo ha detto...

Caro Alex,
nelle tappezzerie di Quarrata, nel corso di questi decenni, hanno lavorato in tanti. Me compresa. I salotti sono salotti: da allora ad oggi sicuramente sono cambiate tante cose, impostazioni ed organizzazione del lavoro compresa. Nelle tappezzerie come nelle tessiture, che ho conosciuto anche meglio. La preoccupazione, che non può essere "privilegio" solo di chi lavora in tappezzeria, è che si sostituiscano i salotti con i "tavoli" che, per la mia poca e grama esperienza, mi pare più di tanto...
Cordialità.
Renata Fabbri

Anonimo ha detto...

Sai quante ditte sono così? Purtroppo a questa gente controlli non ne faranno mai e a rimetterci siamo sempre noi operai... Un appello: fate più controlli nelle ditte che dicono che hanno chiuso e riaprono sotto altro nome- tipo Camera del Lavoro e Finanza ma controlli a tappetto.

(da Facebook)

Alex ha detto...

X Renata: Quoto il tuo messaggio, le preoccupazioni devono essere di tutti..è quello che sostengo..ma mi fà rabbia vedere che chi si lamenta in questi ultimi mesi abbia (ovviamente non tutti) causato questo meccanismo perverso...dove erano le istituzioni 2 anni fà? Per non dire negli ultimo 10 anni?? E vedere che elementi delle opposizioni in consiglio siano anche quelli a hanno causato una parte di questa catena..mi fa pensare che non usciremo mai grazie a loro..
Un bene a tutti (Alex)

Anonimo ha detto...

Credo che il problema della decadenza della produzione a quarrata, a parte la situazione generale, sia stato proprio generato dalle imprese. Incapaci di costituirsi in consorzi (e quando l'hanno fatto sono diventati fucine di litigi e gelosie) per affrontare mercati più grandi di loro. Incapaci di proporre, salvo casi isolati, produzioni di qualità. Incapaci di vedere i cambiamenti del mercato che chiedeva prodotti di livello. In comprenso bravissimi a vendere robaccia al prezzo più basso possibile, bravissimi a copiare un modello studiato da altri, bravissimi a dare subito il lavoro ai cinesi "perchè tanto si pagano poco". Ed ecco che ora i cinesi hanno imparato a lavorare e preso il mercato e per i quarratini non c'è più posto. E tutto questo senza considerare i cosiddetti "imprenditori": farabutti che hanno avvelenato il mercato e scaricato chi non serviva più.

Anonimo ha detto...

Io non avrei saputo dire meglio...totalmente d'accordo con quest'ultimo commento!