martedì 24 novembre 2009

Approvata dal Consiglio comunale la mozione sul riconoscimento dell'acqua "bene comune di interesse pubblico e privo di rilevanza economica"


QUARRATA_ Con il voto favorevole di CittàPerTe-Udc-Pd e la Sinistra e l’astensione di An e Fi-Pdl il consiglio comunale di Quarrata ha approvato la mozione che dichiara l’acqua un “bene comune di interesse pubblico e privo di rilevanza economica”. Con la mozione -sostenuta tra l’altro da una petizione di 305 firme di cittadini promossa dai comitati dei cittadini per l’acqua pubblica dell’area pratese-area pistoiese appartenenti al Forum Italiano dei movimenti per l’acqua è stato approvato anche un emendamento dell’Udc dove vengono impegnati sindaco e giunta a “presentare all’assemblea dell’Ato 3, informandone il Consiglio comunale, una proposta atta a garantire la disponibilità domestica alla minima tariffa possibile del quantitativo minimo vitale giornaliero di acqua, da attuare anche tramite una rimodulazione delle tariffe introducendo un metodo tariffario basato sul consumo pro capite e non per utenza, non escludendo la possibilità di prevedere agevolazioni per casi particolari”. “La mozione presentata da CittàPerTe-Pd e la Sinistra – ha detto Massimo Bianchi (An)- è importante non fosse altro perché si parla di un bene essenziale come l’acqua, bene pubblico, legiferato. Cosa diversa è la gestione. Mi lascia perplesso che sia stata sottoscritta anche dal Pd. Ci arrivano ora proprio dalla maggioranza lezioni di gestione dell’acqua quando sono stati loro a difendere e portare avanti Publiacqua, una publi trasformatasi quasi in un mostro talmente grosso da essere incontrollabile. Ribadisco che la riforma in atto non parla tanto di privatizzazione quanto di liberalizzazione”. “Per noi tale mozione – ha detto Gabriele Pratesi (CittàPerTe) – è un primo importante passo. Crediamo infatti che l’acqua debba essere veramente pubblica. Il problema resta la gestione. Per noi è necessaria la ripubblicizzazione”. “In tutta la faccenda legata alla gestione dell’acqua- ha dichiarato Alessandro Cialdi (Udc) - ho una sola certezza. Così come è gestita ora, da un consorzio di Comuni, è un poltronificio e serve solo ad ingrassare dirigenti di partito trombati o a fine carriera. Una sorta di privatizzazione in regime di monopolio. E’ quindi necessario cambiare strada. Le alternative sono: quella scelta dal Governo, ossia privatizzare davvero la modalità di affidamento della gestione del servizio, fermo restando la proprietà delle reti, che resta pubblica, oppure ripubblicizzare tutta la materia riportando ai singoli Comuni la gestione diretta del servizio idrico integrato”. “Capisco – ha aggiunto - anche le questioni portate avanti da questa mozione, dove si intravede il rischio che l’acqua venga considerata oggetto di scambio commerciale di tipo lucrativo. Capisco che per il cittadino era senz’altro meglio quando il servizio era prodotto dall’Ente locale, il quale, con mezzi propri, provvedeva a fare gli allacciamenti, le manutenzioni e estendeva la rete, in funzione del bilancio, naturalmente. Il nostro appoggio va alla mozione, non fosse altro perché recepisce il principio di equità che fu alla base della nostra mozione del novembre 2007 che, per inciso, fu bocciata dal PD, che ora, invece, se ne serve per questa mozione”. “La privatizzazione – ha dichiarato Gabriele Romiti (Pd)- è la conseguenza delle liberalizzazioni. Noi del Pd siamo a favore del 60 per cento pubblico e del 40 per cento ai privati perché riteniamo tale miscela importante”. “Vogliamo che a guidare l’Ato 3 e Publiacqua ci siano persone competenti ed efficienti. Riconosciamo che la publi ha avuto una gestione perfetta ed ha fatto i suoi errori avendo avuto difficoltà ad intervenire. Ma oggi non vogliamo creare una situazione in cui l’acqua possa diventare privata”. Nella mozione si impegna il sindaco e la giunta a presentare all’assemblea dell’Ato 3 anche una proposta per garantire ai cittadini meno abbienti di raggiungere l’obiettivo del quantitativo minimo vitale giornaliero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha quantificato in 50 litri di acqua al giorno per persona e che comprenda, anche azioni legate alla penalizzazione degli sprechi; di farsi carico e intervenire presso l’Ato 3 la società Publiacqua Spa per le mancanze della rete idrica presente sul territorio comunale relativamente alla rete di distribuzione e conseguentemente per la sua estensione a tutto il territorio e di presentare un piano di fattibilità degli interventi monitorando costantemente la qualità dell’acqua e informando la popolazione. Il consiglio comunale si è impegnato infine a modificare lo statuto comunale introducendo il riconoscimento dell’acqua come bene pubblico e l’accesso all’acqua come diritto fondamentale.
Andrea Balli

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ma l'acqua pubblica è come le prostitute?

Anonimo ha detto...

Grazie Andrea. E' una vittoria di tutti. L'acqua è un bene troppo importante per consegnarlo a una legge di mercato. Voglio ringraziare anche tutte le persone che da settimane raccolgono le firme. Abbiamo fatto un lavoro enorme e continueremo a lavorare finchè non sarà raggiunto l'obbiettivo di riportare in mano pubblica il bene acqua.
Rosanna Crocini (Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua-comitati cittadini per l'acqua pubblica Area Pratese-Area Pistoiese)

Alessandro ha detto...

Caro Andrea stiamo raccogliendo firme x fare la cosa analoga anche nel mio paese(Gualdo Tadino)(Pg). complimenti.
Alessandro Comitato Pro Acqua Gualdo

Anonimo ha detto...

sono daccordo, basta che per mano pubblica non si intenda il Fagioli e publiacqua !!!
e che il sidaco invece di sperperare i soldi nei tubi al neon porti l'acqua, bene comune di interesse pubblico, a chi nelle frazioni di questo bene comune non ne dispone."
Mario Niccolai

Anonimo ha detto...

Caro Mario per Pubblico intendo pubblico con un controllo diretto da parte dei cittadini, questi carrozzoni pieni di politici riciclati che pensano solo a fare cassa e non portano come dici te il servizio dove serve, facendoli pagare ugualmente Questo stato di cose deve finire, ma non è certo per bocca di chi a livello nazionali privatizza che dobbiamo prendere lezione
Rosanna Crocini

Anonimo ha detto...

Sono fra quelli che ritengono si debba fare una seria e accurata riflessione di ciò che è bene pubblico, e l'acqua lo è, fuori dai fraintendimenti. Sono d'accordo che l'acqua non sia bene privatizzabile ma sono consapevole, allo stesso tempo, che si debba fare i conti con la realtà. A me l'impostazione data dalla Regione Toscana in materia di servizi pubblici, il cosidetto "sistema Toscana" perplessità ne lascia, anche perché si vorrebbe dare ad intendere che la gestione è pubblica solo perché ci sono di mezzo i Comuni e i loro rappresentanti. Quando si parla di aziende certe commistioni - politico/tecniche -andrebbero evitate per non correre il rischio, alla fine, di privatizzare i ricavi e di pubblicizzare le perdite, che poi ricadono su tutti, senza poter imputare onori o responsabilità a chicchessia. Con buona pace di chi aspetta - sine die - un servizio che non c'è e chissà se e quando arriverà.
E qui si aprirebbe un altro capitolo spinoso. Ciclo dell'acqua significa non solo fornire l'approvigionamento, ma prendersi pure carico del trattamento delle acque reflue.... e con l'impostazione data, le risorse - e tante -chi le dovrebbe mettere in campo? Contenta che, comunque, un segnale di comune sentire esca sull'argomento dalle assemblee."
Renata Fabbri

Anonimo ha detto...

finché non si fa la riforma della giustizia, facendo funzionare i giudici che non hanno voglia di fare niente e che sono al soldo del post-comunismo, cari cari commentatori, è tutto tempo perso. siamo in mano a loro, purtroppo, che si fanno guidare dai politici di sinistra. ecco i risultati: seconda repubblica, sperperi di quattrini, disservizi e prese di fondello. che schifo questa Italia!