giovedì 16 settembre 2010

"Anna e le altre": il racconto delle donne della cooperativa sociale L'Orizzonte.


QUARRATA_ Sabato 18 settembre, alle 17, presso La Civetta, in via Corrado da Montemagno, a Quarrata su iniziativa della cooperativa sociale L’Orizzonte sarà presentato il libro “Anna e le altre” a cura di Laura Billi e Emanuela Menichini.
Il volume – in occasione del ventesimo anniversario della cooperativa quarratina presieduta da Anna Goretti – raccoglie le testimonianze delle “donne” della cooperativa che raccontano “la forza e la competenza femminile” del proprio percorso lavorativo in questo periodo.
La presentazione del libro sarà coordinata da Dora Donarelli, presidente della sezione soci Coop di Pistoia.
All’incontro parteciperà anche la compagnia di teatro amatoriale “Il Rubino”.
“Questo lavoro – spiegano dalla cooperativa L’Orizzonte di Quarrata – non è una celebrazione di quanto fatto in 20 anni e neppure una descrizione dei servizi svolti sul territorio (la cooperativa opera in particolar modo nell’assistenza domiciliare agli anziani e cura diversi servizi per l’infanzia in convenzione con l’amministrazione comunale, ndr). E’ piuttosto una storia di donne che hanno fatto e continuano a fare la storia della Cooperativa, dagli inizi fino ai giorni nostri”.
Attraverso una serie di interviste, realizzate da Laura Billi, le donne della Cooperativa si raccontano, intrecciando ricordi ed emozioni del loro vissuto, ripercorrendolo sul piano personale e su quello lavorativo.
“Così è nato questo libro, dalla volontà di accendere una luce su questo universo femminile, che racconta il proprio vissuto che cambia in una realtà lavorativa anch’essa in costante e continua evoluzione”.
“Il libro - si legge nella presentazione -intende valorizzare la vita delle donne, il loro lavoro, la loro importanza, spesso dimenticata o trascurata, nella vita della collettività. Donne comuni, mogli, madri e al tempo stesso lavoratrici, che hanno storie, fatti, esperienze e sensazioni da raccontare. La nostra storia sta a dimostrare che, piano piano, con il lavoro delle donne e con i tempi delle donne (che non hanno solo lavorato nella Cooperativa ma si sono anche sposate, hanno avuto figli, hanno svolto attività politica e sindacale e altro ancora) si può andare lontano…. “

In anteprima alcuni brani del libro "Anna e le altre"

- "Arrivò il momento di presentarsi dal notaio, eravamo nove e avevo ancora il pancione, misi la mia firma e questo fu il mio primo approccio con la Cooperativa. Poi nacque mia figlia Benedetta e per il primo periodo non partecipai alle attività della Cooperativa".
- "Dopo l'atto dal notaio, era il 1988, si poteva partire come Cooperativa...non avevamo neanche un soldo e quindi si incominciò a chiedere aiuti... si facevano i mercatini, si vendevano dolci per autofinanziarci e per farci conoscere...si facevano progetti su tutto quello che ci sembrava mancante sul territorio e si presentavano al Comune, si portavano personalmente al Sindaco".
- "Ho aiutato famiglie che vedevo veramente disperate. Poi ho fatto parte di un comitato antidroga che nacque in Comune, e mi sono fatta un'esperienza non indifferente perché abbiamo aiutato molti ragazzi".
- "Quello che ci ha unito è stata la consapevolezza dei propri diritti come donne e la conoscenza pratica dei disagi femminili, come quello della disoccupazione...".
- "ci pagavano quando si ricordavano, ogni tre, quattro o cinque mesi, e intanto le lavoratrici avevano bisogno, quindi avevamo sempre il problema dei soldi e noi continuavamo con i nostri mercatini, che poi non bastavano".
- "Al Caselli ci sono diverse operatrici della Cooperativa a fare l'assistenza agli anziani. Ci occupiamo di loro, dei loro bisogni e delle loro esigenze e collaboriamo con la fisioterapista. I nostri turni sono di mattina e pomeriggio. I nonni sono affezionati a noi operatrici, perché ci dedichiamo a loro. Si tratta di quaranta anziani, più dieci che frequentano il Diurno, una cinquantina il giorno in tutto. Noi si conoscono bene tutti, e se a volte il nostro orario si prolunga per star dietro alle loro necessità non ci interessa, siamo sempre le prime ad arrivare e le ultime a andare via".
- "La nostra scelta nell'assumere persone per questi servizi è stata quella di privilegiare chi aveva la necessità e la voglia di lavorare, alcune volte le persone da inserire ci venivano indicate dalle Assistenti Sociali. All'inizio erano solo lavori di pulizie...poi ci fu anche il servizio di trasporto per i portatori di handicap; erano poche le operatrici che lavoravano fuori, nei servizi, ed eravamo sempre presenti anche noi per coprire i turni di lavoro".
- "In quegli anni eravamo proprio come una grande famiglia, sia nell'organizzazione che nella gestione quotidiana del lavoro e dei suoi problemi Da allora però è stato tutto un continuo incremento delle nostre attività".
- "Siamo cresciute in dimensioni ma anche in professionalità e qualità, e di questo ne siamo tutte orgogliose ma vorremmo altrettanto riuscire a non perdere mai la voglia e la capacità di essere una grande famiglia come anni fa".
- "ho cominciato a quindici anni, non avevo voglia di studiare, sono andata a lavorare anche contro la volontà di mio padre, sinceramente se tornassi indietro...sono sempre in tempo, mi dico, però di tempo ne resta poco quando vai a lavorare".
- "Sono nata da una famiglia di contadini, poi mio padre aveva comprato i telai e messo su un'attività d'artigianato, così ho lavorato ai telai anch'io".
- "Sono nata a Sassari nel ‘58, sono la quarta di sei fratelli, la mia prima esperienza di lavoro l'ho avuta a diciotto anni, perché io ho una madre molto severa, che mi ha trovato lavoro in un istituto di suore dove c'erano i bambini abbandonati. Questo posto era come una galera, eravamo due o tre ragazze che ci occupavamo dei bambini, ci divertivamo anche, però eravamo sempre chiuse dentro, potevamo uscire solo una volta ogni quindici giorni".
- "Un'infermiera che abitava vicino a me un giorno mi disse che c'era un corso per Assistente di Base e io ho deciso di andare, ma non volevo fare questo lavoro, infatti durante il corso io dicevo ai docenti: - Secondo me non sono adatta per questo lavoro, sto perdendo tempo...- e loro mi dicevano: - Sii fiduciosa, sei portata per questo lavoro. - Comunque, finito il corso, ho fatto il tirocinio all'AIAS, ch'è stato favoloso! La prima settimana non mangiavo, non dormivo, perché avevo le grida dei ragazzi nelle orecchie. Poi mi sono appassionata, sono andata via da lì che piangevo, veramente io questo lavoro l'avevo dentro, nascosto!".
- "Lei aveva bisogno che qualcuno stesse vicino a suo suocero la mattina quando rimaneva solo e mi chiese se potevo occuparmene, anche se era autonomo, per controllare che prendesse le medicine, che mangiasse e fare le pulizie in casa. Poi un giorno mi disse: - Franca, io ti vedrei bene a fare assistenza".
- "Sono nata in Sicilia, ultima di sei figli, ho studiato fino alla terza media e poi sono andata due anni in sartoria, mia madre ha voluto che tutte noi femmine andassimo in sartoria, sappiamo cucire tutte; più tardi ho fatto per due anni un corso per segretaria d'azienda. (...) La mia prima esperienza lavorativa è iniziata a diciannove anni, in una fabbrica di camicie. Era un lavoro molto duro, iniziavamo alle sette del mattino, all'una avevamo una pausa, attaccavamo poi alle due e finivamo alle sei di sera. Tutto quel rumore delle macchine industriali che usavamo però mi faceva anche sentire male fisicamente e l'ho fatto solo per un anno e mezzo, poi mi sono licenziata".
- "Sono albanese, sono nata nel 1977 e sono venuta in Italia nel '97, con mio marito.Ho lavorato la prima volta a un centro per disabili, per quattro mesi, due anni fa, per sostituire gli operatori in ferie".
- "Al secondo tirocinio sono andata al centro diurno, dove ci sono casi di handicap fisico e mentale e lì ho avuto un'esperienza lavorativa stupenda, bellissima, forse perché, sarà l'empatia, riesco a mettermi dall'altra parte, a capire che cosa vuole quella persona. Io cerco di avere sempre la battuta, il sorriso, perché se in questo lavoro ti abbatti ... in questo lavoro ci ho messo l'anima, ho trascurato la famiglia per formarmi, ho fatto altri due corsi impegnativi per specializzarmi; l'anno scorso ho finito un corso che mi ha preso parecchio, l'ho fatto in un momento molto difficile della mia vita, con problemi personali, è stata dura farlo, ma ce l'ho messa tutta perché voglio migliorarmi, per il mio lavoro, per saperne sempre di più, per accudire sempre meglio queste persone".
- "Qui, alla Cooperativa sono arrivata quasi subito dopo la morte di mio figlio, nel 2001. Già da un po' di tempo io e mio marito non andavamo molto d'accordo, allora lui di buon accordo andò a vivere dai suoi genitori e io stavo con mio figlio. Quella sera Roberto partì di casa verso le nove, con gli amici, c'era anche il suo babbo presente, perché veniva a trovarci, e gli disse: - Non prender la vespa!- Chissà se ascoltava suo padre ... Ci siamo dati un po' di colpe, siamo stati male tanto, e il lavoro mi ha distolto un po' da questo pensiero".
- "In casa mia mi avevano indirizzata a fare la segretaria d'azienda, ma io non sapevo quello che volevo fare, cominciai quella scuola ma non mi piaceva e a metà anno decisi di smettere".
- "Quello che m' è piaciuto di questa esperienza, a volte ci ripenso, è che se non era per me e Chiara, il Comune sicuramente ce la faceva lo stesso a strutturare questo servizio ma non sono sicura che si sarebbe sviluppato così com'è adesso, penso che ci sia stata davvero tanta buona volontà da parte nostra e di tutti quelli che ci hanno lavorato, perché poi il progetto è cresciuto".
- "Sono lucchese, sono arrivata nella Cooperativa nel luglio 2000, quando sono stata chiamata perché in Cooperativa c'era bisogno di personale nel settore dell'assistenza ed io avevo fatto il corso per Addetta all'Assistente di Base nel '98".
- "All'inizio l'idea della Cooperativa non mi piaceva, perché ho avuto delle amiche che lavoravano in cooperative e si sono veramente trovate male, non erano considerate, sono state deluse dal lavoro che facevano, non venivano retribuite".
"Sono di Quarrata, ma sono nata a Montevideo, sono uruguaiana, i miei erano emigrati là. Quando avevo cinque anni, nel '74, i miei hanno deciso di tornare, soprattutto il babbo, perché aveva l'amore per l'Italia e voleva rientrare".
- "Come percorso di studi ho fatto le Scuole Magistrali e poi ho preso la Laurea di Assistente Sociale...ora siamo un po' una fucina".
- "Spesso si rimane anche qui anche per passare un'oretta, a volte abbiamo da far qualcosa qui in ufficio e in mezz'ora si è finito, poi arriva una collega e rimango un po' a chiacchierare, poi arriva qualcun'altra, insomma vado via dopo due ore, l'ambiente è familiare...".
- "Io lavoro insieme a personale comunale, quindi si fa lo stesso lavoro, le stesse ore, alla fine del mese la differenza c'è ma non è eccessiva, ci sono quei duecento euro di differenza circa, è chiaro che ci devono essere, se no non ci saremmo noi della Cooperativa come personale, assumerebbero un altro dipendente comunale. Non è però una cosa che mi angustia più di tanto, se ho bisogno di un giorno perché mi è capitato un imprevisto, qui un modo lo trovo...".
- "All'inizio del 2005, ero qui da poco, eravamo sessanta, ora siamo centododici: siamo cresciute velocemente".
- "Non cambierei mai questo lavoro perché qui mi sento al pari delle altre, donna che lavora insieme ad altre donne tutte diverse, questo non succede dappertutto".

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