mercoledì 19 dicembre 2012

Mazzolari/Turoldo: la scoperta di Mariangela Maraviglia. Sul quotidiano "L'Avvenire" è stato rilanciato un saggio della storica "quarratina"


 
PISTOIA–QUARRATA. La pistoiese Mariangela Maraviglia – docente, giornalista e storica, con una particolare predilezione per il mondo di don Mazzolari - ha scovato e pubblicato tre lettere inedite, le uniche fino ad ora rintracciate, scambiate fra due personalità forti del cattolicesimo italiano del secolo scorso: don Primo Mazzolari e padre David Maria Turoldo.
 
“Un piccolo malloppo di lettere –scrive il quotidiano "Avvenire" che alla scoperta, ieri ha dedicato una intera pagina nelle prestigiose sue pagine culturali –che testimonia le differenze di opinione tra i due amici preti”.Amici, è vero, ma Turoldo non volle mai scrivere per la rivista di Mazzolari e quest'ultimo – scrive Roberto Beretta su “Avvenire”- “formulò pubblicamente giudizi critici sull'iniziativa per cui il primo si stava spendendo anima e cuore”.

Maraviglia ha pubblicato le lettere nel periodico “Adesso”, rivista della fondazione intitolata a don Mazzolari, accompagnandole da un suo studio ripreso dal quotidiano cattolico. Gli inediti risalgono al periodo fra il 1949 e il 1953, anni cruciali nella vita di entrambi i sacerdoti, uniti anche da certe loro difficoltà con gerarchie ecclesiastiche.
Mariangela Maraviglia (originaria di Santonuovo-Quarrata) vive e insegna a Pistoia.
Laureata in Storia della Chiesa presso la Facoltà di lettere dell’Università di Firenze, ha successivamente conseguito il Magistero in Scienze religiose presso l’Istituto superiore di Scienze religiose Ippolito Galantini di Firenze collegato alla la Facoltà teologica dell’Italia centrale.
Docente di ruolo nella scuola secondaria superiore, dal 2003 insegna Storia della Chiesa nella Scuola teologica diocesana di Pistoia.
Negli anni 2010-2011 ha collaborato come docente inviato all'Istituto superiore di Scienze religiose Ippolito Galantini.
Si è occupata di figure e movimenti del cattolicesimo contemporaneo impegnati nel vivere e coniugare la fede cristiana nella storia sociale e politica.
Più recentemente ha sviluppato un’attenzione specifica per figure impegnate nel dialogo ecumenico ed interreligioso.
E’ membro del Comitato scientifico della Fondazione don Primo Mazzolari di Bozzolo e collabora alla rivista della stessa “Impegno”.
Fa inoltre parte del Comitato promotore del Centro Culturale Maritain di Pistoia e collabora con l’associazione di impegno cristiano Koinonia.
E’ iscritta all’Albo dei giornalisti, sezione pubblicisti, nell’elenco dell’Ordine regionale della Toscana.
Dal 2011 è anche ricercatrice presso la Fondazione di Scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna.
"Molte e diverse figure- swcrive la professoressa Mariangela Maraviglia -  hanno contribuito alla mia formazione. Negli anni in cui ho frequentato l’università, la cattedra di Storia della chiesa era tenuta da Michele Ranchetti: tra gli studiosi che orbitavano in quell’ambito ho stretto un rapporto particolare con Luciano Martini, che mi ha seguito nella tesi di laurea ed è stato successivamente figura di riferimento e di scambio culturale. Anche per il suo tramite ho incontrato – attraverso letture o la partecipazioni a lezioni e convegni – personalità significative del cattolicesimo fiorentino: da Ernesto Balducci a Lorenzo Milani, da Giorgio La Pira a Giulio Facibeni.
La frequentazione dell’Istituto superiore di scienze religiose mi ha permesso di far tesoro della lezione di molti docenti della Facoltà teologica dell’Italia centrale, tra i quali ricordo con particolare gratitudine Enrico Chiavacci, Valerio Mannucci, Severino Dianich.  Non meno importanti nel mio percorso formativo considero alcune esperienze non accademiche che mi hanno consentito di approfondire personaggi e vicende della storia religiosa o sociale del Novecento. Tale è la passata vicinanza al movimento delle ACLI, sfociata in lavori specifici sulla storia del movimento, ma che ha soprattutto favorito fruttiferi contatti con la redazione della rivista Bailamme e in particolare con Romana Guarnieri e Giuseppe Trotta: contatti e amicizie che hanno motivato l’accostamento a figure come quella di Giuseppe de Luca o che hanno rafforzato il già vivo interesse per Giuseppe Dossetti".

" Le mie prime pubblicazioni su don Primo Mazzolari - continua - hanno intensificato la relazione, già presente per scelte e sensibilità ecclesiali, con la comunità monastica di Bose e con il suo priore Enzo Bianchi: amicizie per me feconde anche sul piano delle acquisizioni storico-religiose – attraverso la partecipazione ai convegni della comunità o la lettura dei testi prodotti da Qiqajon - e divenute negli ultimi anni fattiva collaborazione editoriale con la pubblicazione di due volumi".

" Nei miei primi studi - spiega parlando dei suoi interessi di ricerca -  ho affrontato figure e movimenti del cattolicesimo contemporaneo testimoni di una fede cristiana capace di spendersi nella storia e nella politica del proprio tempo. Oggetto di una prima ricerca originale sono stati - a partire dal quindicinale “Adesso” oggetto della mia tesi di laurea - la vicenda e l’impegno di don Primo Mazzolari, successivamente ripresi e sviluppati in diversi saggi e volumi. Mi sono inoltre occupata - in testi che tentavano di unire la correttezza della ricostruzione storica con la raggiungibilità di una platea non specialistica di lettori - del movimento delle ACLI e del suo fondatore Achille Grandi, e ancor prima della figura di don Lorenzo Milani. L’invito a entrare nel comitato scientifico della Fondazione che promuove ricerche sul e intorno al parroco di Bozzolo, e insieme la recente celebrazione del cinquantenario della nascita, hanno motivato nell’ultimo biennio una concentrazione di miei studi e contributi sullo stesso presbitero. E’ da ascriversi alla frequentazione dell’archivio mazzolariano la scoperta del fitto carteggio scambiato tra il prete cremonese e sorella Maria, ispiratrice dell’eremo di Campello sul Clitunno, che ha dato origine alla pubblicazione dello stesso: documento rivelatore di un cristianesimo ecumenico, minoritario, sommerso ma vivente e fervido nonostante la cappa di piombo della lotta antimodernista e antiprotestante in atto. I variegati frequentatori dell’eremo di Campello e la molteplicità della relazioni mazzolariane aprono uno scenario immenso di figure note o che si mostrano significative man mano che vengono editate nuove fonti e documenti: dalla troppo poco conosciuta personalità di padre Giovanni Vannucci a quella del tutto inesplorata di don Michele Do, dall’ancora non sufficientemente indagato padre Davide Maria Turoldo alla stessa Maria, in gran parte ignota per volontà sua e delle sorelle (in un intreccio di ragioni che congiungono “minorità” francescana e timori per le amicizie pericolose, per prima quella di Ernesto Buonaiuti)".
" A ognuna di queste personalità - conclude -  si estende il mio interesse e più in generale alla ricostruzione di quelle realtà e figure del cristianesimo novecentesco che - dalla condanna del modernismo al Concilio vaticano II - non cessano di sperimentare forme di vita evangelica non omologate alla vulgata dominante, ma che proprio in questa tensione radicalmente cristiana si vivono come precipuamente ecclesiali. Ricerche volte a scavare in queste direzioni offriranno opportuni contributi alla ricostruzione storiografica della varietà e molteplicità di voci, irriducibili a un monolitismo sovente auspicato e perseguito dalle gerarchie cattoliche, che contrassegnano il Novecento religioso anche in Italia".
 
A.B.

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