mercoledì 8 giugno 2011
E' morto il Conte Venceslao Spalletti Trivelli. La sua Casata ha dato tanto alla crescita culturale ed economica della città. Una residente accusa: "Oggi al funerale solo pochi intimi".
QUARRATA_ E’ morto il conte Venceslao Spalletti Trivelli. Nato a Roma il 9 gennaio 1915, uomo di cultura, semplice nei modi e nelle parole -“Le persone sono importanti per come sono dentro- diceva- ed i titoli non contano niente”. Era il figlio di Gian Battista e nipote di Gabriella Rasponi Spalletti, donna che espresse al massimo la sua forte personalità, impegnandosi a lungo per migliorare la condizione femminile sul territorio quarratino. Fu lei infatti a fondare una scuola manifattura di Filet per migliorare le condizioni degli abitanti del luogo. La scuola iniziò nel 1897 ed in appena due anni il numero di ricamatrici raggiunse di cinquanta aumentando in numero fino a salire a quattrocento circa.
Nel 1924 la scuola che si era già costituita in forma legale in una società a carattere cooperativo e di mutuo soccorso sotto il nome di “Scuola Merletti Lucciano-Quarrata” divenne “Scuola di Modano e Ricamo Contessa Gabriella Spalletti Lucciano-Quarrata” come gratitudine nei confronti della nobildonna che aveva operato per migliorare le condizioni di vita delle donne avviandole ad un lavoro renumerato, creativo ed apprezzato. Fu anche Presidente del Consiglio Nazionale delle donne italiane.
La famiglia Spalletti, originaria del Canton Ticino, già nel XVI secolo, era conosciuta come una delle famiglie più antiche della zona. Fu intorno alla fine del ‘700 che la famiglia Spalletti si trasferì a Reggio Emilia, acquistando immobili e tenute, tra cui spicca la Residenza di Sant’Ilario d’Enza (RE). Qui Venceslao I Spalletti sposò nel 1784 Maria Luisa Trivelli e aggiunse al proprio cognome anche quello della moglie, dando così origine alla nuova casata Spalletti Trivelli. La famiglia volse i propri interessi anche in Toscana, dove acquistò l’antico Borgo di Frosini (SI) e la Tenuta di Lucciano a Quarrata sul Montalbano oggi rinomata azienda vitinicola e che il Conte Venceslao ha sempre frequentato.
Al funerale svoltosi stamani nella chiesa di Lucciano – fa sapere tramite Facebook una residente- “c’erano davvero pochi intimi. In effetti – commenta amaramente- il silenzio è più nobile del rumore. Ma sinceramente si poteva accogliere più calorosamente una famiglia che ha dato tanto in tempi di miseria..”.
Venceslao Spalletti aveva sempre mantenuto ottimi rapporti con gli abitanti della frazione di Lucciano.
Sposato con Angela Del Drago aveva quattro figli (Giovanni Battista, Gabriella, Leone e Alessandra.
Venceslao Spalletti era il proprietario della Tenuta di Lucciano,in via della Gorga 38, di proprietà della famiglia dal 1889. Negli anni sono stati apportati miglioramenti sia dal punto di vista agricolo- diminuendo la parte boschiva- sia dal punto di vista immobiliare sviluppando attorno alla villa le infrastrutture destinate alla produzione vinicola.
Oggi la tenuta ha una superficie totale di circa 260 ettari dei quali 31 coltivati a vigneto e 53 a uliveto. Ha una produzione di vino di 1600 quintali con una capacità di imbottigliamento pari a 212mila bottiglie e di olio per 220 quintali. La Cantina aziendale più volte è stata aperta al pubblico. Il Chianti Montalbano Docg costituisce il 70% della produzione. Nelle migliori annate viene prodotto un vino rosso di alto pregio: la Carraia le cui uve provengono da un singolo vitigno e maturano in botti di rovere.
A Roma (dove il conte Venceslao risiedeva per la maggior parte dell'anno) la famiglia Spalletti è proprietaria della villa “Il Poggio”, situata in uno splendito angolo del complesso monumentale di Villa Albani, tra via Salaria e viale Regina Margherita i cui saloni sono aperti per eventi esclusivi.
a.b.
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8 commenti:
e si purtroppo.. i Quarratini son così..quando c'è il bisogno son tutti amici... ma poi..si scordano altrettanto presto del bene e del rispetto ricevuto ed "applicano" come disse il sommo poeta "non ti curar di Lui ma guarda e passa"
Sul proprio blog il sindaco di Quarrata Sabrina Sergio Gori traccia oggi un ricordo del conte Spalletti. Ecco il testo:
"Quando ieri ho letto sui quotidiani della morte di Venceslao Spalletti, pur avendolo incontrato solo una volta, ho provato una strana sensazione, uno strano senso di vuoto come quello che si può provare quando alla televisione danno la notizia della morte di un qualche personaggio famoso che, con il suo lavoro, ci ha accompagnato in parte della nostra vita.
Venceslao infatti, benché da tempo non risiedesse più a Quarrata e abbia avuto quattro figli, nell’immaginario collettivo della nostra città era visto e sentito come l’ultimo discendente di quella che è stata una delle famiglie più importanti del nostro territorio, non tanto per il titolo rivestito ma per quello che questa famiglia ha sempre fatto per la città.
Sono passati quasi cent’anni da quando la nonna del Conte, la Contessa Gabriella Rasponi Spalletti, si batteva per la laicità della scuola e per garantire diritti e l’indipendenza delle donne. A Quarrata la nobildonna si adoprò molto per insegnare l’arte del filet, attività per cui siamo rinomati nel mondo, alle donne e con il suo impegno dette vita alla scuola di modano e ricamo che prese il suo nome.
La famiglia Spalletti è sempre stata parte di quella nobiltà “contadina” che amava e rispettava la terra, attenta alla condizione dei suoi braccianti. Come possono ricordare ancora molti a Lucciano, nel lungo periodo della Seconda Guerra Mondiale, i cancelli della Fattoria Spalletti erano sempre aperti a tutti per offrire riparo e un pasto caldo.
Negli anni ‘60 gli eventi della vita hanno portato Spalletti e la famiglia lontano da Lucciano, ma sono certa, come dimostra anche il fatto che la Fattoria di famiglia ha sempre continuato anno dopo anno nella sua attività, che nel cuore di Venceslao c’è sempre stato un posto per la sua terra".
a.b.
Ho avuto la fortuna di conoscere il Conte Spalletti e di essere suo ospite, assieme al compianto Don Henny, nella sala della splendida fattoria di Lucciano.
Ricordo il Conte come una persona umile, dotato di forte ironiae di altrettanta educazione; Attaccatissimo ai valori forti ed uomo nobile anche nell'anima.
Una di quelle persone "di altri tempi", che ti segnano e che ti trasmettono quei messaggi dei quali oggi giorno, specialmente per le giovani generazioni, ci sarebbe sempre più di bisogno.
Sono vicino ai familiari.
Massimo Bianchi
Le persone veramente nobili se ne vanno con compostezza e silenzio e Lui lo era veramente:io sono nata nella sua tenuta di Frosini negli anni 50,dove mio nonno era stato guardia negli anni 30/40,e mio padre suo dipendente.Nessuno dimentica le persone come Lui, anche se non hanno potuto partecipare di persona alle esequie.Partecipo il mio dolore per la perdita alla moglie ed i figli unitamente ai pochi abitanti rimasti nel piccolo borgo di Frosini.
unisco al dolore dei suoi figli
Sono una discendente francese di "Ernestina sanfelice di Monteforte", madre di mio bis nonno Corrado Lanza d'Ajeta, la famiglia Spalletti è stata di un grande aiuto per lei, è morta alla tenuta di Lucciano, negli anni quaranta, circondata da un grandissimo affetto da parte della famiglia Spalletti. Ne sono testimoni delle lettere indirizzate a mia nonna nelle quali lodava la gentilezza di tutti per lei a Quarrata. Presento le mie condoglianze alla famiglia Spalletti. Astrid Louis
Ma il defunto Conte Venceslao,era parente di quel Conte Spalletti che trascorreva l'estate a Forte dei Marmi ed era molto amico di Giovanni Nuvoletti?
Ciao Giambi. Sono Roberto branchi. Mi piacerebbe incontrarti. Fammi sapere. Anche se non so se ti ricordi di me
Sono Roberto branchi figlio di azelio fattore a lucciano dal 1952 al 1966 anno in cui mio padre diventò cieco per un distacco di retina e decise di lasciare la fattoria. Decise lui perché il conte Giovan battista gli chiese di rimanere affiancandogli un collaboratore che mio padre stesso avrebbe scelto. E mio padre ha sempre raccontato che alla proposta del sig conte (perché così lo chiamava) aveva risposto: sig Conte, io non posso maneggiare centinaia di milioni con gli occhi di un altro
Ho ub bellissimo ricordo dei conti Spalletti Trivelli. La principessa Ruffo, Teresa, moglie di Giovan Battista, per natale, quando scendevamo dalla fattoria in villa a fare gli auguri al sig conte ed alla principessa, mi facevano trovare sempre regali bellissimi, frai quali un plaid che ho ancora. Nel 1956 mio padre ebbe il premio, dall'allora ministro dell'agricoltura Medici, per la miglior conduzione di azienda agricola italiana, l'azienda di Lucciano, dei conti Spalletti Trivelli.
Quando all'età di 5 anni imparai a suonare il pianoforte sotto la guida di don Giuliano Mazzei allora parroco di Lucciano, il conte G. B. volle che il pianoforte verticale che era in villa fosse portato nella villetta di proprietà dei conti Spalletti dove io ed i miei genitori alloggiavamo. Mi ricordo che con Giambi che mi pare sia mio coetaneo,, abbiamo più volte giocato insieme quando veniva a Lucciano. Mi ricordo Gianello, don Oddo e, e le persone di servizio in fattoria(dina e Antonio, memo, Marra di la Bice, la nella, lido ed altri dei quali mi sfugge il nome.
E l'asilo a lucciano fu realizzato grazie alla disponibilità economica di GB Spalletti e TeresaRuffo.
Il conte Vinceslao Spalletti detto da noi familiarmente Conte Lao, quando mio padre si trasferì a Scandicci in piazza del mercato n 20, tutte le volte che veniva a Lucciano non mancava di passare da casa nostra a salutare. E veniva sempre accolto con grande affetto, che del resto meritava più che ampiamente. Ho saputo per caso della morte del conte Lao, e voglio esprimere alla famiglia Spalletti Trivelli le mie più sentite ed affettuose condoglianze con un grazie di cuore per l'affetto che hanno sempre dimostrato per la mia famiglia.
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