PISTOIA_ E’ di oggi la notizia (fonte: Asca) della imminente consegna al presidente della Repubblica di migliaia di firme raccolte in tutta Italia attraverso le petizioni a difesa del servizio civile.
Lo comunica il Cnesc, il coordinamento nazionale che riunisce gli enti servizio civile. Con esse a Giorgio Napolitano saranno espresse anche le preoccupazioni e il disagio per il futuro di tanti giovani in attesa di svolgere il servizio civile “come diritto, come esperienza di crescita umana e professionale, di cittadinanza attiva, di difesa della patria non armata e nonviolenta, di impegno per la pace”.
Il coordinamento nazionale in particolare intende sottolineare al capo dello Stato “la grave situazione in cui versa il servizio civile” denunciando “l’evidente disinteresse da parte del Governo che incurante delle reiterate richieste degli Enti e l’alto numero di domande da parte dei giovani, si ostina a diminuirne i finanziamenti, introducendo e finanziando però la mini naja”.
Per il 2011 (ma anche per il 2012 e il 2013) sarebbero stati stanziati infatti solo 113 milioni di euro, cifra che porterebbe anche ad una radicale riduzione di giovani avviati in servizio. Sull’argomento interviene oggi con un proprio comunicato stampa anche la Caritas diocesana di Pistoia.
“Se lo Stato mettesse da parte la scelta, immorale, di finanziare strumenti di morte, i cacciabombardieri F35, spendendo 16 miliardi di euro, immaginatevi quanti fra i nostri giovani potrebbero fare il servizio civile!”.
Questo il grido di “indignazione”, lanciato a nome dell’intera Caritas pistoiese, dal direttore Marcello Suppressa.
Lo stesso Suppressa segnala il “primo piano” appena uscito sul quotidiano dei vescovi italiani “Avvenire”, con un titolo (“Il servizio civile langue per mancanza di fondi”) che già la dice lunga.
Mercoledì 15 dicembre, la Conferenza nazionale fra gli enti che ospitano giovani in servizio civile consegnerà al presidente Napolitano una petizione, con ventimila firme, per sostenere il settore. "Un settore che nel 2007 – conferma Suppressa – riceveva a livello nazionale 296 milioni crollati quest’anno a 170 e fissati in soli 113 per il 2011: il che, tradotto in giovani avviati in servizio, significa una “picchiata” dai 51 mila del 2007 ai 19 mila di quest’anno".
“Con il servizio civile - prosegue Suppressa - la nostra Caritas ha potuto far sperimentare ai giovani il senso di cittadinanza, il prendersi cura in prima persona dei problemi delle persone; ha potuto farli sentire protagonisti e attori della propria storia per arrivare a vivere il nostro mondo con la consapevolezza che qualcosa si può fare per migliorarlo, partendo proprio da coloro che fanno più fatica”. Ma c’è anche qualcosa in più, prosegue il direttore di Caritas Pistoia.
“Ai giovani abbiamo fatto conoscere la Chiesa facendoceli entrare dalla porta principale e cioè quella della Carità: la porta dell'amore e del servizio. Ragazzi spesso lontani dalla fede e molto critici verso la Chiesa, se accompagnati da adulti che cercano di testimoniare il Vangelo con il servizio, finiscono l’esperienza civile con molte meno certezze e molti più dubbi. E allora si vedono giovani restare come volontari o, come è già successo con l'obiezione di coscienza, fare gli operatori nelle associazioni, nelle cooperative.
Insomma –l’amara conclusione di Suppressa – “dispiace perché si perde un'occasione in cui i giovani si possono sperimentare, dove possono sbagliare, cadere e reagire, provare emozioni, crescere da buoni cittadino. Temo che far crescere cittadini responsabili non sia fra le priorità di questo nostro Stato”.
fonte: Asca- Ufficio Comunicazione Sociale della Diocesi di Pistoia
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