giovedì 9 dicembre 2010

Venerdì 4 febbraio a Olmi presentazione del libro di Luca Telese "Qualcuno era comunista". Ecco l'incredibile epilogo del Pci.

QUARRATA_ Venerdì 4 febbraio alle ore 21 presso il Circolo Arci “Area Verde” (in via Galigana 417 a Olmi)su iniziativa della Provincia di Pistoia (assessorato alla cultura) e del Circolo Arci del Parco Verde sarà presentato il libro “Qualcuno era comunista: Dalla caduta del Muro alla fine del Pci: come i comunisti italiani sono diventati ex e post” di Luca Telese.
Saranno presenti - con l'autore del libro - l'assessore Chiara Innocenti e il presidente del circolo "Parco Verde" Stefano Marini.
L'iniziativa doveva svolgersi nel mese di dicembre ma per l'indisponibilità dell'autore venne rimandata. Il libro, edito da Sperling & Kupfer, anno 2009, disponibile anche in formato ePub-con Adobe-DRM al costo di 11.99 euro) svela in cosa consisteva la «diversità» del comunismo italiano, raccontando proprio il momento in cui i suoi valori si avviavano verso un turbolento, incredibile epilogo.
Partendo dal terremoto seguito al Crollo del Muro di Berlino vi sono rievocati i 20 anni di storia che hanno portato alla fine del più importante partito comunista d’Occidente: il Pci.
Il titolo, mutuato da una nota canzone di Giorgio Gaber, lascia intendere che l’obiettivo sotto la lente dell’analista è cambiato.
Il colore della casacca dei soggetti studiati passa infatti dal nero al rosso, senza però che questo interferisca minimamente con la lucidità e la schiettezza con cui i fatti e le vicende sono raccontati.
Si parla del fatidico biennio 1989-1991, ovvero gli anni più difficili del comunismo italiano.
Già lasciata orfana dal compagno leader Berlinguer, adesso la classe dirigente del partito che fu di Gramsci e di Togliatti deve fare i conti con la dissoluzione del mastodonte sovietico.
La scelta è se affondare con la vecchia ideologia come ogni capitano di vascello che si rispetti, oppure, come tentò di fare Occhetto, provare a calare in mare la scialuppa della cosiddetta “svolta”. Svolta che peraltro, secondo l’autore, non è mai stata compiuta fino in fondo.
Ecco allora che al lettore del libro sfilano davanti i personaggi delle vicissitudini umane e politiche di quel periodo, tutte apparecchiate e confezionate dall’abile collezionista Telese.
Dai politici, come il doroteiano D’Alema e la scettica Livia Turco, il primo intento nel difficile lavoro di ricucitura delle anime del vecchio PCI e la seconda recalcitrante ad abbandonare la vecchia nomenclatura “comunista” in favore dell’aggettivo “socialdemocratico”.
Agli intellettuali come Michele Serra, direttore dell’inserto dell’Unità “Cuore”, poi diventato pubblicazione autonoma, e Paolo Flores d’ Arcais, più tardi promotore della stagione dei “girotondi".
"La storia del Pci non è finita e ha lasciato in eredità una sinistra senza identità, incapace di vincere, una classe dirigente bloccata dagli stessi ex quarantenni che pretendevano il ricambio generazionale due decenni prima, un partito che ha mutato nome quattro volte, senza mai cambiare facce. Forse perché, ancora oggi, su tutti i reduci di quella vicenda pesa, come una maledizione, il marchio della Bolognina, della Svolta incompiuta, che li ha resi «post» o «ex» comunisti senza mai riuscire a trasformarli in qualcosa di nuovo.
Prima collaboratore dell’Unità, passato poi dal Messaggero e dal Foglio, Luca Telese, 40 anni, approda nel 1999 al Giornale (chiamato da Maurizio Belpietro come “redattore parlamentare”.
Dal 2004 collabora con “Vanity Fair” e dal 2008 con “Panorama”.
Dal settembre 2009 entra a “Il Fatto Quotidiano” dove insieme a Roberto Corradi diventa l’animatore de “Il Misfatto”, il supplemento di satira su cui scrive un corsivo contraffatto con la voce dei protagonisti della settimana e in cui prende di mira quello che a destra e sinistra dell’emiciclo parlamentare non convince. E lo fa senza peli sulla lingua..
Luca Telese ha all’attivo quattro libri: “La lunga Marcia di Sergio Cofferati” (Sperling & Kupfer 2003), “Lula! Storia dell’uomo che vuole cambiare il Brasile e il mondo” (con Oliviero Dottorini – Castelvecchi 2003), "Cuori neri" (Sperling & Kupfer 2006) e "Qualcuno era comunista" (Sperling & Kupfer 2009).
Sempre per la Sperling ha curato la collana , “Le radici del presente”, che si occupa di raccontare il passato prossimo dell’Italia, quello che per i giornali è vecchio, per i libri di storia è prematuro e per noi è interessante. In uno dei volumi, “Vite ribelli” (2007), ha pubblicato un racconto lungo sul terremoto di San Giuliano.
In una raccolta della Cairo Editore, “Ti amo ti ammazzo”, ha raccontato, a modo suo, la storia de “La Marchesa a luci rosse” (Anna Casati Stampa) uno di quei delitti che superano di gran lunga l’immaginazione.
In un’altra antologia “Invito alla festa con delitto”(2004) è pubblicato “L’Uomo che voleva uccidere Palmiro T.”, il racconto più narrativo in cui si sia mai cimentato.
E’ stato autore di programmi tv come “Chiambretti c’è” ( Rai Due, solo la prima edizione), “L’Alieno” (Italia uno), “Batti & ribatti” (Rai Uno), “Cronache Marziane” (Italia uno, solo la prima edizione).
Nel 2006 l’apparizione sul piccolo schermo a La7 dove ha condotto “Omnibus Estate” e il fortunato programma di “surreality” politica “Tetris”.
Infine dal giugno 2010 con Luisella Costamagna conduce la nuova seguitissima esperienza di “In Onda”, sempre su La7, talk-show di approfondimento serale di La7.
a.b.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma guarda caso, proprio il 17 Dicembre...