mercoledì 7 dicembre 2011

"Pratiche pseudo-religiose condannate da sempre". Il Vescovo di Pistoia su mamma Ebe dopo le dichiarazioni nel processo in corso a Pistoia. "Per gli esorcismi veri la Diocesi ha un suo incaricato, don Furio Fabbri"


PISTOIA-QUARRATA_ Riprenderà venerdì 9 dicembre al Tribunale di Pistoia davanti al collegio presieduto dal giudice Luca Gaspari,  il processo a Ebe Gigliola Giorgini meglio conosciuta come  Mamma Ebe (nella foto d'epoca- tratta dal sito VercelliOggi.it-  ai tempi del processo di Vercelli, ndr), il marito Gabriele Casotto e i loro più stretti collaboratori.
La santona di San Baronto, attualmente agli arresti domiciliari a Viareggio,  che venerdì sarà chiamata a testimoniare, è accusata con gli altri di associazione a delinquere finalizzata all´esercizio abusivo della professione sanitaria e truffa. 
Come si ricorderà le indagini, coordinate dal pubblico ministero Francesco Sottosanti, furono svolte dai carabinieri di Quarrata e dal comandante Salvatore Maricchiolo.
Mamma Ebe infatti ha continuato la sua "attività" direttamente nella villa di San Baronto, al confine tra il comune di Quarrata e quello di Serravalle Pistoiese.

Davanti alle dichiarazioni sulla “vita spirituale” e comunitaria a Villa Gigliola (nel Comune di Quarrata) e sul modo in cui la Giorgini scacciava il diavolo, dichiarazioni  rese ieri a Pistoia dagli imputati nell’ambito del processo “Mamma Ebe due” con accuse pendenti sul capo della “santona”, del marito e di altre 11 persone, oggi è intervenuto con una nota il vescovo di Pistoia monsignor Mansueto Bianchi:

La Villa di San Baronto
La Chiesa cattolica- ha detto il Vescovo - non ha nulla a che vedere con certa attività parareligiosa attribuita a mamma Ebe ed è anzi intervenuta più volte, nel corso degli anni, non solo per ribadire la sua totale estraneità alle pratiche pseudo-religiose di Gigliola Giorgini, condannate da sempre, ma anche per invitare chiunque a non frequentare lei e i suoi riti”.

“Per gli esorcismi veri – prosegue il vescovo Bianchi - la diocesi di Pistoia ha un suo incaricato, don Furio Fabbri, e non si serve certo, né si è mai servita, di questa donna le cui attività sono sempre state esercitate a suo esclusivo nome”.

Mons. Mansueto Bianchi aggiunge un ulteriore invito “rivolto in particolare alle persone più fragili e sofferenti, e a chi può dar loro consigli, affinché si eserciti ogni tipo di controllo per evitare le suggestioni di Gigliola Giorgini. Il bene e la salvezza dell'anima, Dio e il demonio, le preghiere e lo spirito sono dimensioni troppo serie e troppo importanti per lasciarle in balia di chi, con i più diversi titoli, pretenda di occuparsene”.

a.b.




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