QUARRATA-MARESCA_ Risale a qualche settimana fa l’annuncio congiunto dei consigli di amministrazione della Bcc di Vignole e della Bcc Montagna Pistoiese dell’avvio di un “percorso per arrivare alla fusione” delle due Banche.
L’ufficialità della fusione dovrebbe avvenire nel corso del 2012.
Nel frattempo i due istituti bancari promuoveranno, in comune accordo, alcune iniziative per i soci e per l’operatività bancaria. Quella tra la Bcc di Vignole e la Bcc Montagna Pistoiese (dovuta soprattutto alla scarsa redditività dato il territorio di riferimento della Bcc Montagna Pistoiese), rientra in una serie di fusioni che in questi ultimi tempi hanno visto gli istituti Bcc passare da 36 a 30.
“I due storici istituti di credito – la Bcc di Vignole fu fondata nel 1904 e la Bcc della Montagna Pistoiese nel 1919 – si legge in un comunicato stampa - definiranno a breve il piano industriale di fusione. L'operazione sarà quindi sottoposta al vaglio della Banca d'Italia per le necessarie autorizzazioni e infine le assemblee dei soci saranno chiamate ad approvare definitivamente la fusione”.
La nuova “Banca di Credito Cooperativo di Vignole e della Montagna Pistoiese” potrà contare su oltre 5000 soci, 16 agenzie e su un patrimonio di vigilanza di 76 milioni e 583 mila euro.
Significativi anche i dati aggregati di raccolta da clientela (oltre 661 milioni e 700 mila euro) e di impieghi a clientela (618 milioni e 725 mila euro).
Giancarlo Gori |
La solidità del nuovo soggetto è misurata anche da altri importanti indicatori: il rapporto tra patrimonio di base ed attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) è pari al 12,42% (la media del sistema bancario a marzo 2011 era di 9,40%); il rapporto tra patrimonio di vigilanza ed attività di rischio ponderate (total capital ratio) è pari al 14,11% (a fronte del 12,90% della media del sistema bancario).
Il cda della Banca di Vignole e Montagna Pistoiese passerà comunque da 9 a 11 membri, con le due nuove entrate provenienti dall’istituto montano.
Saranno in parte rinnovati anche i quadri dirigenziali: è probabile che la presidenza vada a Giancarlo Gori, presidente della Bcc di Vignole, coadiuvato da due vice-presidenti (uno dei quali potrebbe essere Nedo Ferrari, attuale presidente Bcc Montagna Pistoiese).
“In un contesto di precarietà nei mercati e di difficoltà dell'economia locale – hanno spiegato nelle settimane scorse il presidente della Bcc Vignole Giancarlo Gori e il presidente della Bcc Montagna Pistoiese Nedo Ferrari – le due Banche di Credito Cooperativo hanno ritenuto opportuno andare verso una integrazione, per costituire un soggetto più forte e patrimonializzato che possa essere maggiormente in grado di rispondere alle sempre più stringenti esigenze del territorio e a supportare al meglio famiglie e imprese, secondo i valori e i principi ispiratori comuni del credito cooperativo”.
“Grazie al comune, forte radicamento sul proprio territorio, l’unione delle due banche favorirà una più incisiva azione di sostegno alle aziende e alle famiglie della Provincia di Pistoia, principale riferimento territoriale del nuovo istituto - ha affermato invece il direttore generale della Bcc Vignole Elio Squillantini.
“Le due BCC, da sempre e in modo autonomo, hanno garantito il sostenimento del territorio e dei soggetti che vi operano: questo è stato il comune principio ispiratore fondamentale, rivolto ai soci e alla clientela. L’unione di queste due banche servirà per affrontare, con maggiore sicurezza e forza competitiva, il futuro economico e finanziario, che a oggi si prospetta, complesso e difficile. Anche per i prossimi anni il nuovo soggetto costituirà l’istituto di credito maggiormente radicato sul territorio della Montagna Pistoiese, continuando così a rappresentare un punto di riferimento importante per la collettività» - ha dichiarato invece il direttore generale della Bcc della Montagna Pistoiese, Stefano Tonarelli .La notizia della fusione tra i due istituti bancari ha destato una seria preoccupazione in particolare sulla montagna pistoiese dove – come ha riportato il quotidiano “Il Tirreno” – “c’è timore che in futuro le decisioni saranno prese a Pistoia”. Per molti la scelta potrebbe determinare anche un ulteriore indebolimento del territorio.
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