sabato 19 novembre 2011

Presentato il dossier Caritas Pistoia: azione di giustizia, profezia di speranza. Povertà e risorse: la situazione in Diocesi. Raddoppiato in 3 anni il numero di persone ascoltate nel Centri Caritas, Triplicate le visite.



PISTOIA-QUARRATA – Madre Teresa di Calcutta (“Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri”), papa Paolo VI (“La speranza cristiana è il grande conforto per il dolore del mondo”) e uno tra i fondatori italiani di Caritas, don Luigi Di Liegro (“Non si può amare a distanza, restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani, ma soprattutto non si può amare senza condividere”): sono le tre icone cui il direttore di Caritas diocesana di Pistoia, Marcello Suppressa, attinge per presentare il consueto “dossier” intitolato, non solo alle “povertà” ma anche alle “risorse”.

Si tratta di un denso documento - con cifre, tabelle, grafici e commenti – presentato questa mattina a Pistoia alla presenza del vescovo Mansueto Bianchi. “Un servizio ai poveri, una azione di giustizia, un atto di promozione umana, una questione di diritti, una profezia di speranza, un primo passo verso la concretezza”: così, in sei punti, sintetizza Caritas e il risultato del dossier “non è tanto nei numeri ma soprattutto nell'essere momento di analisi, verifica e studio messo a disposizione di tutti, istituzioni comprese”.

Come nelle edizioni precedenti, la “fotografia” sulle povertà riporta i dati riferiti all'anno precedente (il 2010) ma anche al primo semestre dell'anno in corso (con confronti con i primi semestri dei tre anni precedenti).  Nell'ultimo quadriennio il numero delle persone ascoltate nei Centri Caritas di Pistoia è raddoppiato mentre le visite agli stessi centri sono pressoché triplicate. E' dunque ampia, e in crescita, la fetta di popolazione che “lotta per la sopravvivenza”.

Il dossier 2011 si intitola “mani sporche” con evidente richiamo alla frase di don Di Liegro circa la necessità di un coinvolgimento diretto sulle questioni trattate: quelle relative a persone, italiane e non, costrette a vivere in forte disagio; persone che interpellano la coscienza di amministratori e politici ma anche uomini e donne di Chiesa, questa mattina presenti all'incontro.



I DATI 2010: QUASI 1.700 PERSONE NEI CENTRI DI ASCOLTO

I numeri sono elevati. E' vero che le persone ascoltate nel 2010 dai volontari degli 11 Centri di Ascolto della rete Mirod presenti in diocesi di Pistoia (1.693) sono in flessione (-3,6%) rispetto al 2009 ma è anche vero che l'incremento sull'anno ancora precedente (il 2008) sfiora addirittura il 40% (per la precisione si ferma al 38,2%). Quasi 45 su 100 di queste persone sono italiane: il 63% è di sesso femminile; il 52,6% ha tra i 25 e i 45 anni (dato pressoché stabile negli anni).

Il 2,5% delle persone accolte dichiara di vivere senza alloggio (rispetto all'1,8% del 2009) e il 6,1% vive in alloggi di fortuna (contro il 5,1% del 2009). La disoccupazione colpisce il 67,2% delle persone. Circa il 15% è pensionato.

Quanto alla provenienza degli stranieri, in testa sta il Marocco (26,3%) seguito da Albania (25,7%), Romania (21,5%) e Nigeria (6,4%). Il 21% degli stranieri non comunitari è privo del permesso di soggiorno.

Le quasi 1.700 persone ascoltate nel 2010 dalle Caritas manifestano soprattutto questioni di povertà nelle risorse materiali (46,8%). Seguono lavoro (disoccupazione, sottoccupazione, sfruttamento. Per un totale del 26,9% dei casi) le questioni legate alla famiglia (8,9%) e alla casa (7,6%).



I PRIMI SEMESTRI: CONFRONTO 2008/2011

Passando ai dati più aggiornati (30 giugno 2011) il dossier Caritas fornisce un interessante confronto fra i primi semestri degli ultimi quattro anni. Le persone ascoltate erano 760 nel corso del primo semestre (IS) 2008 e sono passate alle 1.256 del IS del 2010 e alle 1.254 del IS del 2011. Il numero di visite è passato dalle 1.855 registrate nel IS 2008 alle attuali 5.814 del IS 2011.

4 anni fa, gli italiani erano il 27% del totale delle persone: sono saliti al 42,4% nel IS 2009 e giungono al 45,6% nel IS 2011.

In questi 4 anni circa il 70-77% delle persone ha dichiarato di vivere in nucleo familiare. Nel contempo, tuttavia, è cresciuto il numero di persone stimate come parte complessiva del nucleo familiare di riferimento (somma delle persone ascoltate, dei loro coniugi/conviventi e dei figli conviventi): dalle circa 1.920 del IS 2008 alle almeno 4.170 del IS 2011.

L’età media delle persone accolte passa dai 45,7 anni per gli italiani e 36,3 per gli stranieri (IS 2008) a 48,5 per gli italiani e 38,9 per gli stranieri (IS 2011).

Le persone che vivono in affitto passano dal 55,4% del IS 2008 al 63,1% del IS 2011. Stabili (intorno al 7,5%) le presenze di persone che vivono in abitazione molto precaria o che non hanno dimora. Cresce, nel contempo, la presenza di persone che vivono in casa di proprietà (dal 5,7% all’8,9%).

Cala la percentuale di disoccupati ascoltati nei Centri: dal 71,6% del IS 2008 al 64,6% del IS 2011. Restano stabili le percentuali di casalinghe e pensionati, assistiamo a una crescita delle persone regolarmente occupate, non di rado cassintegrate.

I problemi maggiormente rilevati sono la povertà economica (40,8% nel IS 2008, 44,0% nel IS 2011), i problemi di occupazione (34,1% nel IS 2008, 24,3% nel IS 2011), di abitazione e familiari. I problemi familiari hanno subito in forte incremento nel 2011, passando da una media del 7-8% a oltre il 12%. La crescita dei problemi familiari si deve quasi soltanto a questioni legate alla disoccupazione di congiunti e figli, e questo dato va letto pertanto insieme a quello sopra riportato sulla disoccupazione, che è riferito solo alla persona che si è rivolta al Centro.

Le richieste maggiori sono di beni e servizi materiali (dal 44,7% del IS 2008 al 49,0% del IS 2011), di lavoro (sempre intorno al 28%, eccetto il IS 2011 quando si scende al 23,8%), di sussidi economici (intorno all’11% nei primi due periodi e intorno al 16% nel 2010 e 2011) e di un progetto di promozione complessiva della persona (intorno al 6%).

Di particolare rilievo il dato del numero di interventi (di sussidio economico) complessivamente effettuati, che passano da 814 nel IS 2008 a 2.173 nel IS 2011.

Se operiamo una stima del valore economico degli interventi (di sussidio economico) realizzati otteniamo (facendo un calcolo certamente per difetto) circa € 225.000 per il IS 2008, € 295.000 nel IS 2009, € 331.000 nel IS 2010, per giungere fino a € 341.000 nel IS 2011.

Nel IS 2008 il 57% delle persone si è recata al Centro una sola volta, contro il 3,7% di chi lo ha fatto almeno 6 volte. Le percentuali sono progressivamente mutate negli anni, tanto che nel IS 2011 la maggioranza relativa è di persone che hanno fatto almeno 6 visite al Centri (39,3%) mentre una sola visita si ha solo nel 23,5% dei casi. Fra le persone più assidue al Centro prevalgono gli stranieri nel IS 2011, a differenza degli anni precedenti.

Per quanto riguarda gli immigrati, nel IS 2008 il 24,6% veniva dal Marocco, percentuale rimasta stabile nel IS 2009 e IS 2010 per poi salire nel IS 2011 al 33%, tanto da divenire maggioritaria. Nei 4 periodi considerati la presenza albanese è cresciuta dal 19,1% al 30,4% e quella romena è scesa dal 28,6% al 14,8%.



MA LA REALTA' VERA E' ANCORA PEGGIORE


Il Centro Ascolto Caritas di Quarrata
I Centri di Ascolto pistoiesi di Caritas della rete Mirod (Messa in rete osservatori diocesani) sono situati a Pistoia, Agliana, Quarrata, Poggio a Caiano e Oste di Montemurlo. In Pistoia città solo alcune parrocchie partecipano alla rilevazione dei dati mentre aree importanti del territorio diocesano (Montale, Casalguidi, l'intera Montagna Pistoiese) non fanno parte della rete Mirod.

Questo consente al dossier di evidenziare che “i dati sulla povertà potenzialmente a disposizione porterebbero a cifre ben maggiori di quelle presentate nel rapporto”.



UNA NOVITA': LA SITUAZIONE IN MONTAGNA PISTOIESE

La novità di quest'anno è una indagine condotta da Caritas sui territori montani e rurali dell'intera Toscana. Nel dossier vengono riportate le osservazioni relative all'Appennino Pistoiese.

Un'area molto vasta: 7 valli per circa 400 kmq dove vivono appena 12.500 persone, di cui circa 650 stranieri. Oltre ai paesi, una sessantina le piccole o piccolissime frazioni.

Da un punto di vista ecclesiale, sull'intera montagna pistoiese sono 60 le parrocchie “teoriche” mentre quelle in realtà attive, cioè con la presenza di un sacerdote, sono solo 30 (ma i sacerdoti non superano le 15 unità e circa la metà sono stranieri: soprattutto polacchi e africani). In questa Montagna c'è un'unica Caritas parrocchiale, a San Marcello, mentre è in fase di costituzione una Caritas zonale a Cireglio-Le Piastre.

La ricerca sulla percezione della povertà in Montagna Pistoiese ha proceduto per interviste. Questa montagna può ancora contare su risorse ambientali e su possibilità di una vita meno stressante con un tessuto familiare ancora vivo. Ma la tendenza è al netto peggioramento.

Emergono- informa Caritas - situazioni difficili di disgregazione sociale e di spopolamento (ne fanno le spese soprattutto gli anziani, spesso abbandonati dai figli); sono diffusi problemi legati alla disoccupazione; diminuisce la capacità delle famiglie di gestire i propri budget mensili con buonsenso ed evitando sprechi; i paesi sono vissuti soprattutto come “dormitori” a danno di socializzazione e di iniziative culturali; crescono casi di separazioni e divorzi; aumentano le famiglie  formate da donne sole con figli; i tessuti sociali si disgregano; i giovani non trovano centri di aggregazione; turismo e lavori stagionali sono in forte crisi; i servizi sociali sono non di rado assenti e quando esistono forniscono risposte con tempi lunghissimi; i pochi servizi pubblici presenti (poste, scuole, carabinieri) si riducono; trasporti e collegamenti sono insufficienti; non mancano incurie nell'ambiente e scarsità di manutenzioni; la presenza di un prete è vista, anche dai non praticanti, come un presidio importante.



E DOPO IL “DOSSIER”?

Il dossier Caritas 2011 si conclude con due capitoli (“Leggere tra le righe” e “Leggere oltre le righe”) di riflessioni su quella “ampia porzione di popolazione che abita le nostre città e deve affrontare ogni giorno quella che, senza enfasi, può essere chiamata lotta per la sopravvivenza”.

Se in tre anni il numero delle persone ascoltate da Caritas è poco meno che raddoppiato (da 760 a 1.254) e quello delle visite è praticamente triplicate (da 1.855 unità alle 5.814 del primo semestre di quest'anno), esistono responsabilità?

Tutte da leggere le ultime 8 pagine che chiamano in causa l'agire sociale ma anche quello pastorale. A produrre queste povertà è “la mancanza di risposte istituzionali coerenti, efficienti e condivise”. Sono cioè insufficienti le politiche e i servizi per la casa, il lavoro, la dimensione socio-sanitaria. Caritas sostiene che è necessario, per le istituzioni pubbliche, “investire sui nodi cruciali che stanno alla base dei percorsi di entrata nella spirale delle povertà, cioè lavoro, casa e relazioni”.

Non mancano rilievi critici anche per le comunità parrocchiali (“Siamo davvero capaci di porre sullo stesso piano della liturgia e della catechesi l'attenzione fondamentale della carità? Le nostre sono davvero comunità accoglienti, aperte all'altro, al povero, al sofferente? Siamo disposti a comprendere cosa accade nelle strade e nelle case?”).
E un invito finale: il dossier Caritas “non è e non deve rimanere un libro da mettere in libreria, ma essere un vero strumento di conoscenza, intento concreto per la chiesa di  Pistoia".

Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia

1 commento:

Anonimo ha detto...

bravi, ma non hanno letto san paolo sulla carità