QUARRATA_ Chi guida in stato di alterazione da alcol o droga provocando un incidente mortale o lesioni gravi, non deve solo vedersi ritirata momentaneamente la patente, ma deve ricevere una condanna adeguata al danno che ha causato.
E' questo lo spirito della proposta di legge di iniziativa popolare che vuole istituire il reato di omicidio stradale, attualmente non contemplato dal nostro codice penale, avanzata dalle associazioni dei familiari delle vittime della strada e sostenuta da Anci Toscana.
Nella giornata di ieri, giovedì 17 novembre, Sabrina Sergio Gori, vicepresidente dell'Associazione dei comuni della Toscana, nonchè sindaco di Quarrata, ha presentato la proposta di legge a "DIREeFARE" , la rassegna dell'innovazione pubblica, cogliendo l'occasione per sottolineare che "più sicurezza per tutti e più legalità non dovrebbe essere una pratica innovativa, ma solo una questione di maggiore responsabilità".
"Lavorare nell'ottica della diminuzione degli incidenti e della messa in sicurezza delle strade - ha proseguito Sergio Gori - deve essere un segnale forte: la drammaticità del problema colpisce soprattutto i giovani che sono le principali vittime degli incidenti. In tal senso la famiglia perde un familiare caro mentre la società perde una potenzialità e insieme a questa perde, quindi, il suo futuro".
Di recente il consiglio comunale di Quarrata ad unanimità ha aderito alla proposta di legge per la quale mancano solo 3.000 firme per raggiungere la quota di 50.000 che consentirà di presentare la legge in Parlamento.
Come noto la proposta della legge sull'omicidio stradale è nata dalle associazioni "Lorenzo Guarnieri" e "Gabriele Borgogni".
a.b.
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