martedì 29 novembre 2011

Il "congedo" di don Fausto Corsi dai parrocchiani di San Felice, Le Grazie e Saturnana dopo quasi 13 anni di servizio. "Fate attenzione, vegliate perchè non sapete quando è il momento". Domenica 4 dicembre la "Messa di ingresso" a Quarrata.


QUARRATA-PISTOIA_Domenica 4 dicembre don Fausto Corsi celebrerà la “Messa di ingresso” a Quarrata.
Domenica scorsa nella chiesa di Cristo Buon Pastore a San Felice (Pistoia) – dopo quasi 13 anni di servizio - il sacerdote ha celebrato la sua ultima messa.
Prima del suo nuovo incarico a Quarrata  i parrocchiani di San Felice, Le Grazie e Saturnana lo hanno voluto salutare con una festa dove  il gruppo giovanile ha preparato alcune “Canzoni”.  

 Don Fausto Corsi ha scelto Facebook per “ringraziare” tutti i parrocchiani che lo hanno “sopportato” ma anche coloro che “si sono sfiancati” per organizzare una festa “oltre l’immaginabile”.
“Scusatemi se non sono riuscito a farli a voce- scrive- ma la scienza degli addii non è cosa che mi riesce molto”.

Su Facebook don Fausto Corsi ha postato “i suoi saluti più sinceri” fatti durante la celebrazione della Santa Messa nella prima domenica di Avvento.
Un testo intenso che ben volentieri pubblichiamo:

"Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento"

Sempre in ritardo, me ne accorgo sempre colpevolmente “dopo”: ma questo Dio mi vuole bene, devo ammetterlo.
Potete immaginare la difficoltà che provo nel formulare anche un solo abbozzo di saluto in circostanze come queste; cui c’è da aggiungere la vaga ritrosia che mi accompagna quando nelle situazioni mi trovo coinvolto in prima persona.
Però, e riprendo il concetto di apertura, a quanto pare un po’ di parole le trovo già davanti a me: fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento.
E le trovo come uno dei tanti modi, anche semplici, con cui Dio in qualche modo aiuta a trovare parole e modi e tempi. Lo fa con la stessa puntuale eppur sempre spiazzante “cura” di sempre, ormai da più di dieci anni a questa parte.
Parole di Vangelo che vi lascio come congedo, e vi assicuro non avrei potuto trovarne di meglio.
Dicono infatti di fare attenzione, e mi raccomando state attenti. Non perché debba succedere chissà che, ma perché se non si fa attenzione spesso non succede niente, il niente del sempre tutto uguale, il niente dello scontato e del già saputo.
La chiesa di Cristo Buon Pastore a San Felice (Pistoia)
E allora state attenti a quello che vi succede accanto, a chi vi sta accanto, al momento che vi sorprende oppure a quello che rischia di non sorprendervi: anzi, a quello state ancor più attenti.
Dicono poi di vegliare, e mi raccomando vegliate. Non per il gusto di fare le ore piccole, o per il malsano gusto di rovesciare le cose del giorno nell’austerità della notte.
Vegliate invece per imparare a strappare il senso gelosamente custodito dalle cose della vita; come la sentinella che rosicchia le ore delle tenebre e dal loro silenzio tira fuori barlumi di aurora.
Non stancatevi, ve ne prego, nel voler capire i perché, i misteri e le ragioni degli uomini e delle loro faccende; anche se questi perché vi portassero lontano dalle vostre ragionevoli certezze.
E infine queste parole del Vangelo ci dicono che dobbiamo fare quanto sopra, perché non sappiamo il momento.
Ed è il momento dell’incontro, di ogni incontro; e mi raccomando stateci attenti, pronti, all’incontro. Ma non con la prontezza o l’attenzione frutto della frenesia umana a non perder niente. No, quella è cosa che porta tristezza, perché fa della vita solo l’insieme di occasioni da cogliere al volo, e così si finisce per rimanere schiavi di una vita passata a contare solo quelle perdute.
No. Qui si parla del momento di Dio che attraversa ogni momento umano. È il punto di impatto della sua storia con la nostra; è quell’impatto sempre presente che dice al mio “qui e ora” qualcosa che ancora esso non conosce. E che se solo lo intuisce, gli spalanca il presente, qualunque esso sia, su di una verità disseminata in bello brutto cielo terra dolore gioia buono cattivo salvezza perdizione io tu sopra sotto nero bianco uomo Dio vita morte: tutto in un lampo di sguardo, senza distinzioni, in un sussulto d’anima.
La chiesa di Santa Maria Assunta a Quarrata
Perdersi quotidianamente e ostinatamente questi incontri, vuol dire perdersi del tutto: non voler sapere chi sono io e non voler sapere chi sono gli altri.
Ne ho persi di questi momenti in questi anni, ve lo confesso; caparbiamente preciso a distinguere, giudicare, evitare, mi son perso la bellezza dell’unità.
Strenuo difensore del mio rassicurante “qui e ora” ho spesso mancato l’impatto con Dio, e quindi con voi.
Me ne dispiace, e vi chiedo di perdonarmi se in queste occasioni speravate qualche parola o attenzione in più, ispirate più dalla carità che dal mio amor proprio.
Non cerco giustificazioni perché sarebbe sminuire il proprio peccato, commettendone per questo uno più grande.
Mi affido e spero invece nella vostra comprensione, a quella che rende le persone fratelli, sia pur nella pochezza della miseria umana.
Vi ringrazio, infine perché in questi anni mi avete aiutato nel mio ministero: avete avuto la pazienza di “crescermi”, di tollerare i miei eccessivi silenzi, le mie incapacità organizzative, le mie timidezze, i miei “forse-non so-chissà” al posto di idee e decisioni chiare e distinte.
Concludo dicendo che sulle circa seicentosettanta parole finora scritte, solo cinque volte ho rammentato Dio (sesta!). Non è una buona percentuale.
 Ma, l’avrete capito in questi anni, preferisco nominarlo il meno possibile e arrovellarmi a cercarlo per terra. Non sempre con esiti positivi, lo avrete notato, ma tant’è !
Sembra che anche il più longevo tra gli evangelisti, San Giovanni, al termine della sua vita non parlasse molto del suo Vangelo ma, un po’ rimbambito dagli anni andasse ripetendo sempre “Figlioli miei, vogliatevi bene”.

Timidamente azzardo e mi associo al quarto evangelista.
Vogliatevi bene.

Un abbraccio, don fausto

Pistoia, 27 Novembre 2011
A Quarrata prima della “Messa di ingresso” di domenica 4 dicembre (ore 16) sono stati programmati tre incontri sul tema “Comunità parrocchiale e ruolo del parroco”.
Ne parleranno giovedì 1 dicembre don Cristiano D’Angelo; venerdì 2 dicembre don Roberto Breschi e sabato 3 dicembre don Luca Carlesi.
a.b.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che sarà un uomo che si farà voler bene....specialmente dai più giovani!
Così.....a pelle!

Alessandro Cialdi

Anonimo ha detto...

Ne sono più che convinto...
Ettore Marziale-