PISTOIA-QUARRATA_ Attuare l'esito dei referendum del 12 e 13 giugno (cioè, sul quesito 2 sull'acqua, 26 milioni di elettori, la maggioranza assoluta dei cittadini con diritto di voto,
hanno votato SI all'abrogazione, per dire NO ai profitti e al mercato nella gestione dei servizi idrici e dell'acqua) è un dovere democratico per tutti gli eletti nelle Istituzioni stabilite nella Costituzione Repubblicana (Parlamento, Consigli Regionali, Consigli Comunali: ognuno per la parte di competenze e di possibilità che ha).
hanno votato SI all'abrogazione, per dire NO ai profitti e al mercato nella gestione dei servizi idrici e dell'acqua) è un dovere democratico per tutti gli eletti nelle Istituzioni stabilite nella Costituzione Repubblicana (Parlamento, Consigli Regionali, Consigli Comunali: ognuno per la parte di competenze e di possibilità che ha).
Lo scrive oggi Giuliano Ciampolini, uno degli esponenti di punta dei comitati per l’acqua pubblica che hanno sostenuto i referendum vittoriosi del 12 e 13 giugno scorso.
“ Pretendere l'attuazione dell'esito referendario è un dovere anche per chi, sinceramente, ha dato indicazione di voto per il SI in entrambi i quesiti sull'acqua (quindi anche per i dirigenti ed i militanti del Pd che hanno dato sinceramente questa indicazione): anche questi dirigenti e militanti del Pd, se non sono degli ipocriti, devono pronunciarsi pubblicamente e devono chiedere coerenza ai Parlamentari, ai Presidenti di Regione e ai Sindaci iscritti al Pd.”.
“Invece, come successo nell'ATO 2 "Basso Valdarno" (area pisana, Valdinievole e alcuni comuni dell'area fiorentina, dove hanno approvato il prolungamento, dal 2021 al 2026, del contratto di affidamento a Acque Spa) – continua Ciampolini - ci sono Sindaci che non hanno nessun rispetto per la democrazia e che si comportano come dei veri e propri Podestà.”.
A Quarrata c’è stata nei giorni scorsi la forte presa di posizione del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà che ha lanciato un appello al sindaco di Quarrata Sabrina Sergio Gori perché, nella scelta o meno di concedere la proroga della concessione dell’acqua ai privati, prenda una netta posizione presso l’assemblea dei sindaci dell’Ato 3 a difesa dell’esito dei referendum.
SeL (attualmente in maggioranza nel secondo comune della provincia di Pistoia) si è detto “pronto ad interrompere ogni forma di collaborazione con il Partito Democratico sia a livello amministrativo uscendo dalla maggioranza che a livello politico interrompendo ogni trattativa per la costruzione di una nuova alleanza di centrosinistra a Quarrata”.
E’ interessante a questo proposito leggere anche la “Lettera preventiva” scritta dallo stesso Ciampolini. Una missiva “per sconsigliare che quanto è stato deciso nell’Assemblea dei Sindaci dell’Ato 2, accada anche nell’Ato 3 (quello da Firenze a Pistoia dove la gestione dei servizi idrici è affidata a Publiacqua Spa).
Ecco il testo:
Giuliano Ciampolini |
Sul secondo quesito sull'acqua (quello sul profitto garantito del 7% sul capitale destinato ad investimenti), l'esito referendario è stato chiarissimo: 26 milioni di Sì (la maggioranza assoluta degli italiani con diritto di voto), hanno detto che la gestione dei servizi idrici va messa fuori dal profitto e dal mercato e quindi, in ciascun ambito territoriale di riferimento (Ato), è un dovere democratico avviare un percorso che porti ad una gestione pubblica democratica e partecipata dei servizi idrici.
In mezza Italia è abbastanza facile, perchè le gestioni dei servizi idrici erano rimaste affidate a Spa "in house" (cioè totalmente pubbliche): si tratta di fare come nel Comune di Napoli e anche in Puglia (una trasformazione dell'Spa pubblica in Ente di diritto pubblico, cioè in azienda che, a livello di Ato, gestisce i servizi idrici come bene comune di "rilevanza non economica").
Nell'altra mezza Italia (compresa gran parte della Toscana) è più difficile attuare la ripubblicizzazione, perchè da un decennio i servizi idrici sono stati affidati ad Spa Publi/Private e quindi, per chiunque non voglia fare propaganda demagogica, si tratta di avviare un percorso più difficile (che richiede una gradualità perchè è necessario cacciare il capitale privato entrato in queste Spa e quindi: una trattativa, chiarimenti anche di tipo giuridico, una legislazione nazionale o regionale di sostegno e anche il reperimento delle risorse finanziarie da restituire al capitale privato entrato in queste Spa).
Ci sono Sindaci che, non avendo intenzione di impegnarsi ad aprire il percorso necessario per la ripubblicizzazione, fanno come quelli dell'Ato 2 (area da Pisa alla Valdinievole): decidono di prolungare, dal 2021 al 2026, il contratto di affidamento all'Spa Publi/Privata e lo fanno senza discuterne e senza ottenere il mandato neanche nel proprio Consiglio Comunale (cioè, senza nessun rispetto per la democrazia rappresentativa, da soli fanno una scelta che avrà pesanti conseguenze addirittura fino al 2026).
Se quanto è successo nell'Ato 2 dovesse succedere anche nell'Ato 3 (quello da Firenze a Serravalle P.se) significherebbe che ci sarebbero anche Sindaci che (come a Pistoia, Quarrata e Serravalle) terminano il proprio mandato amministrativo tra pochi mesi e che prenderebbero una decisione che condizionerebbe pesantemente i Sindaci futuri fino al 2026.
Ovviamente, se una scelta simile venisse fatta, ci sarebbe da domandarsi, in un'epoca di corruzione persino del linguaggio, che significato e che sostanza ha la parola democrazia nella coscienza di questi Sindaci e nel proprio partito di riferimento.
Giuliano Ciampolini
In mezza Italia è abbastanza facile, perchè le gestioni dei servizi idrici erano rimaste affidate a Spa "in house" (cioè totalmente pubbliche): si tratta di fare come nel Comune di Napoli e anche in Puglia (una trasformazione dell'Spa pubblica in Ente di diritto pubblico, cioè in azienda che, a livello di Ato, gestisce i servizi idrici come bene comune di "rilevanza non economica").
Nell'altra mezza Italia (compresa gran parte della Toscana) è più difficile attuare la ripubblicizzazione, perchè da un decennio i servizi idrici sono stati affidati ad Spa Publi/Private e quindi, per chiunque non voglia fare propaganda demagogica, si tratta di avviare un percorso più difficile (che richiede una gradualità perchè è necessario cacciare il capitale privato entrato in queste Spa e quindi: una trattativa, chiarimenti anche di tipo giuridico, una legislazione nazionale o regionale di sostegno e anche il reperimento delle risorse finanziarie da restituire al capitale privato entrato in queste Spa).
Ci sono Sindaci che, non avendo intenzione di impegnarsi ad aprire il percorso necessario per la ripubblicizzazione, fanno come quelli dell'Ato 2 (area da Pisa alla Valdinievole): decidono di prolungare, dal 2021 al 2026, il contratto di affidamento all'Spa Publi/Privata e lo fanno senza discuterne e senza ottenere il mandato neanche nel proprio Consiglio Comunale (cioè, senza nessun rispetto per la democrazia rappresentativa, da soli fanno una scelta che avrà pesanti conseguenze addirittura fino al 2026).
Se quanto è successo nell'Ato 2 dovesse succedere anche nell'Ato 3 (quello da Firenze a Serravalle P.se) significherebbe che ci sarebbero anche Sindaci che (come a Pistoia, Quarrata e Serravalle) terminano il proprio mandato amministrativo tra pochi mesi e che prenderebbero una decisione che condizionerebbe pesantemente i Sindaci futuri fino al 2026.
Ovviamente, se una scelta simile venisse fatta, ci sarebbe da domandarsi, in un'epoca di corruzione persino del linguaggio, che significato e che sostanza ha la parola democrazia nella coscienza di questi Sindaci e nel proprio partito di riferimento.
Giuliano Ciampolini
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