PISTOIA- QUARRATA_ Torna
d’attualità l’increscioso fenomeno dei “bocconi avvelenati”. Da giorni sta
girando sull’web un appello dove si denuncia la presenza di un individuo nella
zona di Pistoia-Agliana che “dissemina bocconi avvelenati ai cani anche dentro
i giardini delle abitazioni”.
A detta della polizia provinciale che sta
indagando su tali fenomeni i bocconi sarebbero accompagnati da pezzi di pizza
avvelenati lasciati nell’erba. Tale individuo- secondo l’appello-rilanciato
dalle associazioni animaliste della zona- si avvicinerebbe anche ai giardini
delle abitazioni agendo "attraverso le sbarre”. In questo periodo sono già morti
quattro cani.
Sempre in provincia di
Pistoia – questa volta nella zona collinare che porta da Montecatini a Marliana
– nei giorni scorsi presso una casa isolata si è verificato un altro caso.
A
parlarcene è Roberta Di Vincenzo Mantellassi, quarratina d’origine, titolare con il marito della nota azienda “Mantellassi 1926”.
"Nella notte tra il 7 e
l’8 dicembre- ci scrive- uno dei nostri due boxer, la piccola Viola, se ne è
andata dopo sei ore di straziante agonia per avere mangiato qualcosa di
avvelenato trovato in giardino”. “ Il nostro dolore- ha spiegato - è immenso come la rabbia per la consapevolezza
che certi criminali si aggirano ancora impuniti fra le nostre case. Compiere
certi gesti crudeli e insensati non è da esseri umani. Certi soggetti
andrebbero abbattuti come si fa con le bestie selvagge che comunque hanno
l'attenuante di agire d'istinto. Loro agiscono solo per pura crudeltà e per
divertimento. Vorrei chiedere loro quanto si sentano soddisfatti per aver
ucciso una cagnolina straordinaria, amata e coccolata. Docile e dolcissima”.
“Magari -continua - l'avranno chiamata e lei ignara, si sarà pure avvicinata fiduciosa
e scodinzolante. Povera Piccola. Per lei ci sono persone che piangono e si
disperano per averla persa, per loro solo disprezzo e odio e speranza che molto
presto possano ripagare di persona la loro immensa cattiveria nel peggiore dei
modi”.
La "piccola" Viola |
Secondo Roberta Mantellassi “tali individui ucciderebbero i cani anche allo
scopo di toglierseli per poi far visita
alle abitazioni in modo indisturbato. Se il motivo fosse questo comunico che la
nostra casa è già stata svaligiata un paio di mesi fa e non c’è più niente da
rubare”.
“Credo - conclude - che dobbiamo reagire per non lasciare vita facile a questi delinquenti”.
L’appello che lanciamo attraverso il blog a tutti in difesa degli animali
domestici è quello di tenere gli "occhi ben aperti”.
Nel 2011 al Comando della Polizia Provinciale di Pistoia sono stati
segnalati, in base alla Legge Regionale Toscana n° 39 del 16.8.2001 "Norme
sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate", 34 casi di
presunto avvelenamento di animali (domestici e/o selvatici) o rinvenimento di
esche avvelenate, così suddivisi per comune:
- Pistoia: 14 casi
- Quarrata: 5 casi;
- Montecatini Terme: 2 casi
- Pieve a Nievole: 2 casi
- Pistoia: 14 casi
- Quarrata: 5 casi;
- Montecatini Terme: 2 casi
- Pieve a Nievole: 2 casi
- Serravalle P.se: 2 casi
- Agliana:1 caso
- Lamporecchio :1 caso
- Pescia :1 caso
- Marliana:1 caso
- Monsummano Terme:1 caso
- Buggiano:1 caso
- Agliana:1 caso
- Lamporecchio :1 caso
- Pescia :1 caso
- Marliana:1 caso
- Monsummano Terme:1 caso
- Buggiano:1 caso
- Sambuca:1 caso
- Massa e Cozzale:1 caso
- S.Marcello P.se:1 caso
Su tali episodi il Corpo di Polizia Provinciale di Pistoia ha effettuato sopralluoghi e indagini, per risalire agli autori dei fatti.
- Massa e Cozzale:1 caso
- S.Marcello P.se:1 caso
Su tali episodi il Corpo di Polizia Provinciale di Pistoia ha effettuato sopralluoghi e indagini, per risalire agli autori dei fatti.
E’ bene ricordare che uccidere animali selvatici o domestici,
quali cani o gatti, attraverso l'uso di esche avvelenate è considerato un reato
punito dall’articolo 544/Ter del Codice
Penale e pertanto la denuncia contro i
responsabili, sospetti tali o ignoti consente di migliorare il monitoraggio ed
i controlli sul territorio per prevenire i rischi per le persone, gli animali e
l’ambiente”. Anche collocare esche o bocconi avvelenati è un reato punito dalla
Legge 157/92
La Regione Toscana, è
stata la prima in Italia ad approvare una legge specifica sul problema degli
avvelenamenti: la L.R. 39 del 16 agosto 2001, ’Norme sul divieto di utilizzo e
detenzione di esche avvelenate’, che prevede il divieto di utilizzo,
dell'abbandono, della preparazione e della detenzione di esche o bocconi
avvelenati”.
La normativa stabilisce l'obbligo per il medico veterinario di
segnalare (tramite apposita scheda) entro 24 ore alla polizia provinciale e al
Comune di competenza casi di avvelenamento sicuro o anche solo sospetto, giunti
alla sua visione.
Questo permetterà di dare avvio, da parte delle istituzioni
competenti, alle azioni di competenza per un più accurato monitoraggio del
fenomeno. Il 17 gennaio 2009 è entrata in vigore un'ordinanza del Ministero
della Salute, che, tra i vari aspetti, dispone obbligatoriamente l'esecuzione
dell'autopsia da parte degli istituti zooprofilattici ogni qual volta il medico
veterinario riscontri anche solo il sospetto che l'animale possa essere stato
vittima di un avvelenamento.
Viene inoltre introdotto l'obbligo per il
proprietario dell'animale di sporgere denuncia alle autorità. Cosa fare dunque quando
si trova un animale selvatico o di affezione morto con sospetto di
avvelenamento? Prima di tutto occorre portare l'animale da un veterinario.
Questi, se riterrà confermato il sospetto di avvelenamento, dovrà inviare la
carcassa dell'animale o liquidi e sostanze recuperate, all'Istituto
Zooprofilattico, per consentire l'autopsia dell'animale e le analisi dei
campioni. Qualora si rinvenga un esca o boccone, non manipolarlo mai a mani
nude, introdurlo in sacchetto di plastica e recapitarlo alla polizia provinciale
- è molto importante - mantenere i campioni a bassa temperatura per non
deteriorarsi.
Andrea Balli
1 commento:
E' una cosa che mi strazia il cuore...ci vorrebbero pene più severe..
Giorgio Santisi (da Facebook)
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