mercoledì 1 giugno 2011
Due aree di Quarrata intitolate a Modesta Rossi e Torello Giuntini, due figure legate alla lotta contro il nazifascismo.
QUARRATA_ In occasione della Festa della Repubblica a 150 anni dall’Unità d’Italia l’amministrazione comunale di Quarrata per ricordare l’impegno investito da molte persone per l’unità e la libertà del proprio paese, ha deciso di intitolare due piazze di Quarrata a due figure importanti nella storia della lotta al regime fascista come Modesta Rossi, Medaglia d’oro alla memoria al valor militare (trucidata nel 1944 insieme al figlio Gloriano di appena 14 mesi) e Torello Giuntini, quarratino, morto nel 1922 all’Ospedale Civile di Pistoia, a seguito di gravi ferite alla schiena, riportate presso l’abitazione del padre Luigi in località Silvione da parte di squadristi fascisti provenienti dai comuni di Casalguidi e Pistoia come rappresaglia “per percosse cui alcuni giorni prima era stato vittima, un fascista del luogo”.
A Modesta Rossi, una convinta antifascista che prese parte con grande coraggio alla lotta partigiana insieme al marito Dario Polletti e che fu uccisa insieme al figlioletto di 13 mesi per non aver rivelato il nascondiglio dei suoi compagni partigiani, è stata intitolata la piazza nella zona del centro cittadino situata nella zona retrostante la struttura del Cinema – Teatro Nazionale.
La piccola piazza che si trova sulla destra della via Vaslui subito dopo la via Trento e che si affaccia sulla collina oltre la quale fu ucciso, porterà invece il nome di Torello Giuntini, una vittima innocente della violenza squadrista che iniziò a manifestarsi con spedizioni punitive verso gli avversari politici nella provincia di Pistoia a partire dal 1921. Torello Giuntini fu colpito da colpi di pistola in località Silvione, alle pendici di Lucciano, portato all’ospedale di Pistoia e lì lasciato morire tra dolori atroci; era molto giovane quando lasciò moglie e 3 figli piccoli.
In una nota della legione territoriale dei carabinieri reali di Firenze –Compagnia di Pistoia a firma di Carlo Mazzone, Capitano comandante la Compagnia che porta la data del 13 luglio 1922- a proposito dell’omicidio di Torello Giuntini e del mancato omicidio del padre Luigi (gravemente ferito al petto) commesso da fascisti in quel di Quarrata si legge tra l’altro: “Entrambi costoro non militavano in partiti (contrari alle) attuali istituzioni, ne è stato (per) ora appurato che i medesimi abbiano effettivamente reagito anche con armi, come si vorrebbe da parte fascista, di cui dicesi siavi stati feriti da colpi di fucile, feriti però irreperibili, alla violenza che a carico della famiglia Giuntini volevasi comunque e premeditatamente esercitare non tanto, come più sotto viene detto, per questioni politiche quanto per questioni personali”.
Per il momento, con la delibera di Giunta Comunale, è stato compiuta la sola intitolazione formale delle due aree.
Le cerimonie di intitolazione avverranno nel prossimo autunno per fare in modo che, attraverso un progetto di collaborazione con le scuole, anche i più giovani possano avere modo di conoscere le storie di Modesta e Torello e la testimonianza che hanno trasmesso con le loro morti.
“Onorare queste due figure- ha detto il sindaco di Quarrata Sabrina Sergio Gori - è un nostro dovere, ancora di più perché le loro storie e le loro famiglie sono intimamente legate alla nostra città. Torello è quarratino, i suoi figli e i suoi nipoti vivono ancora oggi a Quarrata, e l’episodio del suo omicidio è ancora vivo nella memoria di tanti: fu un omicidio che scosse le coscienze, come tutte le volte che muore un padre di famiglia lasciando affetti e tanti problemi per la sua scomparsa precoce. Modesta Rossi era mamma e moglie, che scelse da che parte stare, fu infatti partigiana nell’aretino ed è una delle pochissime donne medaglia d’oro al valor militare. Di lei è rimasta solo una foto, ma deve rimanere il ricordo del suo coraggio, del suo amore di madre e di moglie, che non rivela il nascondiglio di suo marito, perchè sa che nessuno dei due avrebbe avuto scampo. Nel dopoguerra i suoi figli si trasferirono nella nostra provincia e alcuni di loro abitano a Quarrata. Dopo tanta sofferenza, perchè bambini assistettero all’omicidio della loro mamma, ricordano quei momenti terribili, nei quali uomini con maschere di carnevale arrivarono alla loro casa per torturare e uccidere. Ora che questi ragazzi sono adulti, raccontano a tutti noi quell’orribile episodio che li ha segnati perché non possiamo dimenticare, non possiamo accettare la violenza come metodo di lotta politica: noi siamo al fianco di chi, con coraggio, ha conquistato la democrazia e la libertà anche per noi”.
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