PISTOIA-QUARRATA_ Arrestati a febbraio (in esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Pistoia su richiesta del pm Giuseppe Grieco) al termine di una indagine del Corpo Forestale dello Stato da mercoledì sono stati rimessi in libertà- dopo il patteggiamento- i tre trafficanti che si erano resi protagonisti dello smercio clandestino di 27 cuccioli di razze pregiate importati illegalmente dall’Ungheria e maltrattati.
Si tratta della prima sentenza pronunciata in Italia in base alla nuova legge sul traffico illecito degli animali da compagnia- la legge 201 del 2010 entrata in vigore a dicembre.
I giudici del Tribunale di Pistoia hanno concesso a Alessandro Ciminelli di Pistoia (48 anni), a suo figlio Michel (27 anni) e all’ungherese Kovacs Zsanett (27 anni) l’obbligo di firma a Prato (per la coppia)e a Quarrata (per il giovane). Ai tre è stato inoltre riconosciuto il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode in commercio, tramite l’illecita introduzione nel territorio nazionale di animali da compagnia.
Per loro condanne di tre anni e un mese, due anni e tre mesi e due anni e otto mesi rispettivamente.
L'indagine (la prima in Italia in applicazione della nuova normativa) era partita da alcune denunce presentate nell’estate del 2010 da cittadini, vittime di truffa e frode nell’esercizio del commercio e ai quali erano stati venduti, tramite internet, cuccioli malati.
I cuccioli, era stato poi appurato dal Corpo forestale dello Stato grazie anche alla collaborazione del Servizio veterinario dell’Asl 3 di Pistoia e della Polizia provinciale, non provenivano dall'allevamento dichiarato di Pistoia, che, anzi, non esisteva proprio. Provenivano invece, con importazione illegale, dall'Ungheria.
La donna era l'incaricata della gestione degli annunci su internet e di tenere i contatti con l'Ungheria per trovare i cuccioli, mentre i due Ciminelli si occupavano della vendita.
a.b.
2 commenti:
Per gente così ci vorrebbe l'ergastolo!
Massimo Bianchi - Fli
Chi non rispetta gli animali non sa rispettare neanche gli uomini, è una vergogna che un criminale abbia potuto patteggiare e rimanere libero. Il giudice avrebbe dovuto rilasciarlo a patto che gli anni di reclusione li passasse al canile comunale insieme ai volantari per imparare ed educarsi al rispetto degli animali stessi. Questa era una punizione esemplare, non patteggiare e rimanere libero.
Daniele Ferranti PDL
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