mercoledì 20 febbraio 2013

Vicenda Repower. Mauro Romanelli (Sel) presenta in Regione una interrogazione. "Il parere di VIA non sgombra i troppi dubbi sul progetto". "La Toscana punti su efficienza e rinnovabili, non su progetti vecchi e incoerenti col Piano Energetico Regionale, nè correttamente inseriti nel tessuto produttivo e sociale del territorio".



 
FIRENZE-PISTOIA. “Sul progetto della ditta Repower di costruzione di una Centrale termoelettrica a metano a ciclo combinato vicino a Pistoia, restano i dubbi e le osservazioni critiche di cittadini, associazioni e categorie”. “Dubbi che sono i medesimi di Sinistra Ecologia e Libertà”, dichiara il Consigliere Regionale Mauro Romanelli.
Ho letto con attenzione il parere e le integrazioni di VIA sulla prevista centrale e vi sono aspetti che poco convincono riguardo al rischio idraulico e sismico, a proposito del quale è stata anche scandalosamente inserita una modifica di legge ad hoc in una variazione al bilancio regionale, riguardo alle prospettive occupazionali, alla destinazione dei rifiuti in caso di saturazione della discarica del Cassero, ai dati sull’inquinamento atmosferico e ai consumi idrici, ai fabbisogni energetici della Regione e del bacino di riferimento, stante i dati attuali sulla produzione da rinnovabili”.

In particolare una vera priorità per la Toscana, per la riduzione dell’inquinamento e per un futuro sostenibile, non è tanto il progetto pistoiese, quanto la riconversione delle centrali inquinanti di Livorno e Piombino, diminuendo così l’emissione annua di CO2 in Toscana di due milioni e mezzo di tonnellate”.

 
Su quest’operazione si potrebbe coinvolgere eventualmente la società Repower, mentre invece risulta che nessuna intenzione di conversione di queste inquinantissime centrali sia in campo”.

E contemporaneamente, creando così anche veri e numerosi posti di lavoro, vanno potenziate le strategie d’incremento dell’efficienza e del risparmio energetico, varando un piano di modernizzazione delle strutture pubbliche presenti in Toscana, e d’incentivazione per quelle private”.

Su queste tematiche, oggi ho preparato un’interrogazione urgente in materia, alla quale spero la Giunta risponderà in maniera soddisfacente e approfondita”.

Oggetto: Interrogazione orale urgente. “Progetto centrale a gas naturale a ciclo combinato per la produzione di energia elettrica e termica nell’area ex Radicifil, Pistoia”.
Il sottoscritto Consigliere Regionale

Ricordato che il gruppo svizzero Repower, terminato con parere positivo il procedimento di valutazione d’impatto ambientale, ha confermato l’intenzione di realizzare una centrale a gas naturale a ciclo combinato per la produzione di energia elettrica e termica nell’area ex Radicifil, alle porte di Pistoia;
Considerato che il procedimento va avanti nonostante la contrarietà di una parte consistente di cittadini e di Coldiretti (che esprimono preoccupazioni condivise anche dalla Confederazione Italiana Agricoltori e dai rappresentanti del distretto vivaistico); 

 Ricordato, infatti, che, nella recente audizione (7 febbraio ’13) della Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale della Toscana, i rappresentanti della Coldiretti pistoiese e i tecnici, che hanno condotto alcuni studi di approfondimento sulle conseguenze della costruzione della nuova centrale, hanno evidenziato:

– come l’impatto per il territorio, la salute, l’ambiente e l’attività economica prevalente in zona, il florovivaismo (1500 aziende, 5000 addetti diretti e 3000 nell’indotto, 500 milioni di euro l’anno di vendite), sia tutt’altro che irrilevante;

– le aziende vivaistiche pistoiesi si caratterizzano per le certificazioni ambientali, che hanno loro permesso di imporsi sul mercato estero, mentre la realizzazione di un impianto di combustione di gas metano da 120-140 megawatt farebbe classificare l’area dove sorge come insalubre, e ciò pregiudicherà future certificazioni, danneggiando l’economia locale;

– la centrale utilizzerebbe due milioni e mezzo di metri cubi di acqua, con conseguente abbassamento delle falde e problemi per le aziende agricole che devono irrigare;

– la centrale produrrebbe una quantità di residui di fanghi, pari a tre autotreni il giorno e a quasi un terzo della produzione di tutti i rifiuti della provincia di Pistoia, ad alto contenuto salino, classificati come rifiuti solidi urbani, che dovrebbero essere smaltiti nella vicina discarica del Cassero;

– la combustione del gas metano produrrebbe emissioni inquinanti che avrebbero conseguenze per la salute dei cittadini, tanto che nella valutazione sono state emanate una lunga serie di prescrizioni;

– le conseguenze ci sarebbero anche per i vivai, essendoci tra i gas prodotti anche l’ozono, che ha un forte impatto sulla vegetazione, produce danni estetici, come la necrosi fogliare, e rischia di diminuire la quantità di produzione;

Ricordato che il progetto non creerebbe molti posti di lavoro, limitandosi all’impiego di poche decine di persone;

Ricordato che né le serre circostanti l’impianto (per lo più serre “fredde”), né l’Ospedale di Pistoia, già dotato di un suo impianto di cogenerazione, avrebbero vantaggi energetici dalla centrale a gas metano;

Ricordato che parte della centrale (e opere annesse) sarà costruita in una zona a elevato rischio idraulico e a medio-alto rischio sismico;

Ricordato che nello studio d’impatto ambientale si sostiene la scarsità di risorse energetiche regionali, ma si utilizzano dati non aggiornati, considerando che solo nel 2011 (dati ARPAT) la produzione energetica da rinnovabili è aumentata di 337 MW;

Ricordato che il PIER della Regione Toscana ha tra gli obiettivi fondanti l’aumento dell’efficienza energetica e la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili, indicando, tra l’altro, la conversione degli impianti più inquinanti, quali quelli a olio combustibile di Livorno e Piombino, in meno inquinanti (gas naturale, che non è una fonte rinnovabile) come strumento transitorio per ridurre le emissioni nocive, ma che non è prevista la realizzazione d’impianti ex novo di gas metano.

INTERROGA LA GIUNTA PER CONOSCERE

Quali sono le opinioni dell’Amministrazione riguardo alle osservazioni elencate in narrativa l’interrogazione riguardo al rischio idraulico e sismico, alle prospettive occupazionali, alla destinazione dei rifiuti in caso di saturazione del Cassero, ai dati sull’inquinamento atmosferico e ai consumi idrici, ai bisogni energetici della Regione e del bacino di riferimento, stante i dati attuali sulla produzione da rinnovabili;
Se non ritiene di riconsiderare il progetto, impegnandosi altresì nella riconversione delle centrali di Livorno e Piombino, che allo stato attuale è negata dalla proprietà delle Centrali stesse, diminuendo così l’emissione annua di CO2 in Toscana di due milioni e mezzo di tonnellate, coinvolgendo eventualmente nel progetto la società Repower; 
Se non ritiene piuttosto di potenziare le strategie d’incremento dell’efficienza e del risparmio energetico, varando un piano di modernizzazione delle strutture pubbliche presenti in Toscana, e d’incentivazione per quelle private.

Mauro Romanelli


Fonte_ Comunicato Stampa-Sel Toscana


 

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