martedì 6 aprile 2010

"Si scrive Acqua ma si legge Democrazia". La posizione de "La Sinistra" sulla ripubblicizzazione dell'acqua


QUARRATA_ La discussione della mozione sulla qualità dell’acqua che ha portato il consiglio comunale a trovare una unanimità su un necessario incontro pubblico con i dirigenti di Pubbliacqua nonostante la contrarietà del sindaco è stata per il gruppo de “La Sinistra” di Quarrata l’occasione per portare all’attenzione dei gruppi consiliari una riflessione sul servizio idrico e sul dibattito attualmente in corso per la ripubblicizzazione dell’acqua.
“Secondo me e il gruppo politico che rappresento – ha affermato Riccardo Musumeci – sull’acqua e il servizio idrico avremo la misura della tenuta democratica di questo Paese. Mi riferisco in particolare al via libera alla definitiva privatizzazione dei servizi idrici. Si tratta di una scelta gravissima che va a premiare soprattutto le grandi multinazionali ma anche tante Spa che su questo bene primario fondamentale per la vita vogliono realizzare profitti, senza peraltro aumentare gli investimenti per il rinnovamento della rete idrica o di altri servizi primari necessari sui territori”. “Ma anche perché – ha aggiunto – la privatizzazione è una scelta che va nella direzione opposta alla necessità di ridurre gli sprechi per conservarla in qualità e quantità anche per il futuro (come ha dimostrato la vicenda di Publiacqua Spa che di fronte ad un comportamento virtuoso dei cittadini che hanno ridotto il consumo attraverso la diminuzione degli sprechi ha deciso di aumentare le tariffe per far quadrare i conti). Questa è la logica di ogni Spa, in particolare di quelle dove è presente il capitale privato. Infatti da quando le aziende municipalizzate sono state trasformate in società per azioni e i privati hanno avuto libero accesso al bene comune Acqua gli investimenti sono crollati ad un terzo, da 2 miliardi a 700 milioni di euro l’anno. L’occupazione è caduta verticalmente del 30 per cento. Tutto questo farebbe pensare ad una diminuzione delle tariffe ma invece le tariffe sono aumentate del 62 per cento negli ultimi 10 anni”.
“Ritengo quindi – ha precisato Riccardo Musumeci – che questa scelta del Governo vada contrastata con tutti gli strumenti di lotta democratica, popolare e giuridica come ha fatto la Regione Puglia del presidente Vendola, partendo dal fatto che si tratta di una legge incostituzionale che mina alla radice il ruolo e le funzioni che la Costituzione dà alle Regioni e ai Comuni. Questo svuotamento del ruolo storico dei Comuni non è come dice qualcuno in malafede una conseguenza della legge europea che al contrario offre la possibilità di fare scelte diverse nella gestione dei servizi pubblici fondamentali come dimostrato anche dal Comune di Parigi che dopo anni di disastri della gestione privata del servizio per investimenti e tariffe ha deciso la ripubblicizzazione”.
“Il 20 marzo – continua – si è svolta a Roma una grande manifestazione alla quale hanno partecipato migliaia di persone che rivendicavano il diritto all’acqua pubblica e che è stata il preludio dell’avvio della campagna referendaria che partirà da metà aprile e avrà come obiettivo la raccolta di 500.000 firme su tre quesiti referendari per la ripubblicizzazione vera dell’acqua perché – conclude – come diceva a Roma Alex Zanotelli si scrive Acqua ma si legge Democrazia”.



Intanto si ricorda che sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma i tre quesiti referendari per l’acqua pubblica che chiedono l’abrogazione di tutte le norme che hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce.
La raccolta delle 500 mila firme necessarie per l’ammissione dei referendum inizierà nel fine settimana del 24-25 aprile, una data simbolo per quella che il Forum dei Movimenti per l’Acqua intende come la Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto.
Secondo Alex Zanotelli chi pagherebbe di più dalla privatizzazione dell’acqua sarebbero i poveri, “la nostra vittoria servirà non solo nel panorama italiano ma darà anche una scossa all’Unione Europea. Se Parigi ha ripubblicizzato l’acqua, se nelle Costituzioni di Bolivia e Uruguay l’acqua è definito bene comune non mercificabile, possiamo farcela anche noi”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

raccontalo al sindaco Musumeci...visto che è uscita dall'aula privilegiando il suo rapporto con Publiacqua rispetto a quello con i suoi concittadini. Vergogna!

Anonimo ha detto...

QUESTA E' UNA BATTUTA, MA MOLTO ADATTA AL PROBLEMA. MUSUMECI NON SE NE CCAORGE DI CHI STA SORREGGENDO? O GLI GARBA IL SEGGIOLONE ANCHE A LUI?

O.C.