mercoledì 2 novembre 2011

Il futuro della Provincia di Prato. Fabio Nesti (coordinatore Gruppo Giovani del Comitato Provinciale Area Pratese): "Allarghiamo i confini comprendendo i comuni di Agliana, Quarrata, Montale e Calenzano".



QUARRATA-PRATO_ L’adeguamento del territorio della provincia di Prato al territorio del Distretto Industriale (suddiviso in tre provincie) è da sempre uno degli obiettivi prioritari del Comitato provinciale Area Pratese-Cpap.  
In questi giorni il coordinatore del Gruppo Giovani (con delega alla gestione finanziaria) del comitato Fabio Nesti  parlando del futuro della Provincia di Prato ha rilanciato quell’idea  formulando, a nome del gruppo da lui presieduto, una proposta “provocatoria”. “Razionalizzare l’area interprovinciale della Toscana centrale- scrive - non significa fare delle tre province di Firenze, Prato e Pistoia un’assurda unica entità, ma significa ridisegnare i confini delle tre province adeguando esse alla realtà presente”.
“Agliana, Quarrata, Montale, Calenzano – continua Nesti- – sono comuni storicamente ed economicamente pratesi, ma ricadenti in altre amministrazioni provinciali. Noi diciamo no alla “grande” città metropolitana fiorentina, ma rilanciamo invece l’ipotesi di un riassetto dei confini delle tre province che riconosca finalmente fino in fondo il perimetro vero della Provincia di Prato. Agliana, Quarrata e Montale, votarono per la loro adesioni alla Provincia di Prato, e Calenzano è logisticamente un comune pratese, oltre che attualmente ricadente nella giurisdizione del Tribunale di Prato”.  
Il gruppo Giovani del comitato provinciale Area Pratese nel rilanciare l’ipotesi dell’allargamento  ribadisce la propria contrarietà all’eliminazione della Provincia di Prato. “Con l’allargamento della provincia – spiega  Nesti – il peso di Prato a livello centrale verrebbe quindi ad aumentare, creando benefici istituzionali a cascata, grazie ai quali tutti i nostri comuni trarrebbero giovamento a livello di uffici decentrati statali e di organico di personale”.  
Secondo il comitato l’adeguamento del territorio della Provincia al territorio del distretto industriale comporterebbe tra l’altro una “maggiore facilità di amministrazione e coordinamento del territorio... eliminando la necessità di quei tanti accordi interprovinciali, che portano via tempo e denaro dei contribuenti, costringendo Prato a dover concordare con altre entità interventi che ricadono per intero su un territorio di fatto pratese”.
Il gruppo Giovani del Comitato provinciale Area Pratese è nato il 7 febbraio 1997, per volere del compianto presidente Dott. Rolando Caciolli.
Il Comitato convocò alcuni studenti e giovani lavoratori che avevano dimostrato uno spiccato interesse ed orgoglio per Prato e riunì, presso l'Hotel Flora in via Cairoli a Prato, quelli che sarebbero diventati i primi membri del Gruppo Giovani. Il primo passo ufficiale del Gruppo fu quello di incontrare e conoscere i vertici delle istituzioni locali: l'otto luglio di quell’anno il Gruppo si presentò ufficialmente al Presidente della Provincia di Prato, seguirono poi gli incontri con il Prefetto, il Sindaco, il Vescovo e col mondo dell'economia pratese.
Formato da ragazzi e ragazze con una grande passione per la loro città, il Gruppo ha dato, da subito, un contributo importante nel portare avanti e concretizzare le numerose iniziative del Comitato, continuando tuttora ad operare su vari fronti con un attenzione particolare per la difesa e la promozione dell'immagine della città.
Le attività svolte dal Gruppo Giovani non differiscono da quelle del Comitato: infatti partecipa a tutte le iniziative poste in essere dal Comitato, non esimendosi dal proporne di nuove, contribuendo così in modo completo alla vita del Comitato.
Fonte: Notizie di Prato- www.cpap.tosnet.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ha alcun senso mantenere 3 centri decisionali per un area così piccola geograficamente. Servono servizi pensati a livello di area globale Firenze-Prato-Pistoia.
Si prendano ad esempio i trasporti pubblici che così come sono strutturati non servono a molto, la mobilità è pensata in modo provinciale e alcune volte comunale quando la mobilità è metropolitana...

Marco Penna (da Facebook)

Anonimo ha detto...

Condivido che ci sia necessità di ripensare istituzionalmente gli assetti territoriali. Trovare i giusti equilibri, evitando note "provinciali" è un altro paio di maniche. Le politiche territoriali, siano queste riguardanti la gestione del ciclo integrato dell'acqua, l'energia, il sistema delle infrastrutture, il trasporto pubblico, la riduzione del rischio idraulico o più prosaicamente la "spazzatura", tanto per citarne alcuni, hanno riferimenti che nel corso degli anni hanno di gran lunga superato i confini comunali. Delle Province si chiede la soppressione. Ha senso pensare che possa essere una soluzione allargare la Provincia di Prato ridimensionando Pistoia? Perché allora non accorpare anche la Valdinievole con Lucca?
Meglio sarebbe mettere mano organicamente alla materia avendo chiaro cosa c'è da fare e decidere chi deve fare cosa, facendo pulizia di tanti "luoghi" che si sovrappongono (ATO, Agenzie più o meno territoriali, Consorzi di Bonifica, Comunità Montane) che complicano il sistema senza dare risposta alle attese dei cittadini, ma soprattutto avere una visione d'insieme coerente.
Renata Fabbri