venerdì 30 aprile 2010

Ridotte le possibilità di intervento nelle zone agricole. Approvata la prima variante normativa al Regolamento Urbanistico di Quarrata


QUARRATA. Via definitivo del consiglio comunale (con l’astensione di CittàPerTe e il voto contrario di An e Fi-Pdl) alla manutenzione delle norme tecniche di attuazione inserite nella prima variante normativa al Regolamento Urbanistico Comunale.
Il provvedimento – che non avrà alcuna incidenza sul dimensionamento del Regolamento Urbanistico -si è reso necessario per eliminare errori materiali(quali refusi, sostituzioni di lettere e(o numeri), correggere modeste incongruenze lessicali che potevano generare dubbi nell’applicazione e apportare chiarimenti applicativi ad un numero limitato di articoli.
Nel seguire la logica del maggiore controllo la variante ha anche ridotto la possibilità di intervento nelle zone agricole ed ha indotto un minore sfruttamento delle potenzialità edificatorie dei lotti in caso di non completa disponibilità delle aree classificate sulle aree di completamento.
Due gli emendamenti presentati dalle forze di opposizione di cui solo uno (presentato dall’Udc e relativo all’atto d’obbligo previsto al comma 6 dell’articolo 189 per la realizzazione degli annessi per l’agricoltura amatoriale) è stato approvato (con l’astensione de La Sinistra).
Si è andato così ad uniformare il testo della norma alla realtà dei fatti inserendo nell’atto d’obbligo l’onere della demolizione di un annesso agricolo solo quando venga a cessare l’utilizzo dello stesso con la cancellazione dall’apposito albo creato dall’ufficio edilizia da parte del richiedente o qualora il nuovo acquirente non si iscriva in tale albo.
Non ha avuto invece esito positivo (per l’opposizione del Pd ma soprattutto dell’assessore all’urbanistica Luca Gaggioli)l’emendamento firmato dai consiglieri Alessandro Cialdi, Andrea Mazzoni, Mario Niccolai, Massimo Bianchi e Gabriele Pratesi che richiedeva – nel caso della richiesta di un ampliamento o di realizzazione di un annesso - un trattamento univoco per tutti i cittadini, in particolare per coloro che si sono visti tagliare a metà la proprietà dal regolamento urbanistico: da una parte l’abitazione in zona di completamento e dall’altra il giardino in zona agricola.
L’assessore Luca Gaggioli riferendosi al parere fornito dal funzionario Caterina Biagiotti e dal dirigente Paola Battaglieri ha ricordato che “ogni intervento su un edificio deve seguire la disciplina della nella quale l’edificio è inserito”. Ha parlato della “impossibilità di sfruttare la norma vigente sull’edificio principale per realizzare una porzione di edificio posto in un tessuto Tc o una pertinenza per edificare in area agricola”.
“Si tratta di categorie diverse con utilizzi ben diversi in urbanistica”. E’ stato anche sottolineato che le nuove costruzioni in zona agricola sono regolamentate anche dalle prescrizioni contenute negli strumenti della pianificazione regionale e in quelli provinciali, successivi alla adozione del regolamento urbanistico e quindi nel caso della modifica richiesta dall’emendamento “non potrebbe essere certificata la coerenza ai due strumenti sovracomunali”.
In più è stata evidenziata la contrarietà “all’impostazione della variante che è in riduzione delle possibilità edificatorie in zona agricola”.
Nel suo intervento il capogruppo Udc Alessandro Cialdi ha criticato di nuovo gli amministratori locali “per non avere coinvolto le opposizioni nella stesura della variante”.
“Ci corre l’obbligo di rimarcare il fatto che con una fattiva collaborazione da parte di tutto il consiglio comunale nonché di coloro che operano tutti i giorni con le norme tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico, queste varianti avrebbero potuto incidere maggiormente anche su alcuni aspetti critici che restano all’interno di queste che considero personalmente delle buone norme”.
“Quasi tutte le modifiche apportate da questa variante- ha aggiunto Cialdi - ci trovano d’accordo. La possibilità di attuare le aree di completamento da parte di chi abbia già più del 60% dell’intera area, senza l’obbligo dell’assenso del confinante (che lo trasformava in un’arma di ricatto dannoso per il cittadino che doveva costruire senza alcun ritorno, anzi per l’Amministrazione) è la giusta risposta alle pressanti richieste di tecnici e cittadini”. “Ci trova d’accordo anche la limitazione di costruire autorimesse nelle zone agricole non oltre il limite consentito per le zone urbanizzate. Per il resto si tratta di correggere rimandi e numeri di comma, ecc..”.
“L’unico appunto riguarda lo spostamento del momento della costituzione della commissione giudicatrice dei bandi relativi alle aree Apd da prima della formazione del bando di gara a dopo la consegna dei progetti. Ci fu detto che questa modifica era quasi un obbligo di legge per uniformarsi a quanto disposto dal decreto 163 del 2006. Peccato che quel decreto si occupasse di contratti pubblici e stabilisse come e quando dovesse essere formata la commissione giudicatrice di appalti in materia di lavori pubblici (legge 109/1994). Cosa ben diversa dal bando su una area a pianificazione differita per cui non può scattare automaticamente la sostituzione della norma”.
a.b.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Solo l'assessore Gaggioli non ha capito l'emendamento firmato da tutta l'opposizione (e condiviso anche da qualcuno del PD, che però è stato "costretto" a non votarlo per ordini di scuderia). Lo spiego in due battute: se Tizio ha casa e giardino in TC1 (la zona prevalente a Quarrata) può ampliare la casa e fare un garage. Se Caio ha casa e giardino in zona agricola, può ampliare la casa e fare un garage. Se Sempronio ha casa in TC1 e giardino in zona agricola non può fare nulla. Questo per colpa dei geni che hanno "disegnato" le linee di fine zona, segando in due la proprietà.
Quindi, riepilogando, ci sono cittadini di serie A (Tizio e Caio) e cittadini di serie B (Sempronio). Si tratta di buon senso. Che manca in assoluto a questo assessore. E non accetto lezioni di "legalità urbanistica" da chi permette di costruire 18 appartamenti al posto della "piscina" di Via del Pollaiolo, per meri scopi economici.
Alessandro Cialdi

Anonimo ha detto...

Bravo Alessandro,
hai assolutamente ragione. Ma la Sabrina i suoi assessori se li sceglie senza cervello: così può fare come le pare. E si sceglie così anche gli archtitetti del piano.
E poi dicono che la mafia è in Sicilia?

O.C.