QUARRATA_ Tra i dieci migliori progetti finalisti al concorso BCFN Young Earth Solutions (Yes!) promosso dal Barilla Center for Food and Nutrition (centro di analisi e proposte dall'approccio multidisciplinare con l'obiettivo di approfondire i grandi temi legati all'alimentazione e alla nutrizione su scala globale) e presentati durante il quarto Forum del BCFN svoltosi il 28 e 29 novembre scorsi a Milano c’è anche quello di Katarzyna Dembska dell’Università di Firenze sulle “mense scolastiche per la didattica”.
La studiosa di origini polacche ha illustrato il proprio
progetto dal titolo “Sostenibilità nella ristorazione scolastica” che ha avuto
la sua fonte di studio nella mensa centralizzata quarratina di via Lippi.
Il progetto complessivo del concorso che aveva per tema “Cibo e sostenibilità: come ridurre il nostro impatto ambientale, garantendo salute e accesso al cibo per tutti” è nato per favorire lo sviluppo delle giovani idee per promuovere contributi concreti e soluzioni su tematiche oggi urgenti per gli individui e la società intera.
Il progetto complessivo del concorso che aveva per tema “Cibo e sostenibilità: come ridurre il nostro impatto ambientale, garantendo salute e accesso al cibo per tutti” è nato per favorire lo sviluppo delle giovani idee per promuovere contributi concreti e soluzioni su tematiche oggi urgenti per gli individui e la società intera.
Si è
tentato di trovare possibili soluzioni al dilemma food/feed/fuel (uomini,
bestiame, combustibili) per indirizzare al meglio la produzione agricola,
evitando sprechi e ingiuste sperequazioni. A differenza di quanto è avvenuto
nelle precedenti edizioni, è stata data voce anche a coloro che, essendo
giovani e meno condizionati dagli schemi del passato, hanno potuto immaginare
soluzioni realmente innovative ai vecchi problemi
Nel suo
lavoro Katarzyna Dembska ha
calcolata in particolare l’impronta idrica (ossia l’acqua utilizzata per produrre vari cibi)
di 1.364 pasti preparati a Quarrata dalla mensa centralizzata di via Lippi.
Secondo le analisi di Katarzyana “ben il 70% dell’acqua consumata deriva dall’impiego
di prodotti di origine animale”.
Di conseguenza “sono stati proposti
dei menu ugualmente bilanciati da un punto di vista nutrizionale, che, pur
mantenendo le tradizioni culinarie della zona, prevedono un minor utilizzo di
carne. I risultati sono stati molto positivi e si è calcolata una riduzione
dell’impronta idrica pari al 67%.”.
Polacca, Katarzyna Dembska ha sempre vissuto in Italia.
“Il Progetto
– ha detto – promuove la sostenibilità nelle mense scolastiche. Ho deciso di
partecipare a questa gara perché penso che possiamo effettivamente creare la
differenza e creare un ambiente che sia più salubre. Qual è la situazione oggi?
La richiesta di acqua è aumentata moltissimo per diverse ragioni: la crescita
della popolazione e i cambiamenti nelle abitudini alimentari. Gli italiani non
seguono più la famosa dieta mediterranea, anzi negli ultimi anni di crescita
economica c’è stata una notevole diminuzione dei cibi tradizionali e un aumento del consumo dei grassi, zuccheri, sali,
proteine animali e cibi elaborati . Parlando dell’impatto ambientale possiamo dire che questo è un modello di consumo
insostenibile in quanto un terzo del
raccolto cerealitico mondiale è consumato dagli animali e secondo la Fao un 70
per cento degli utilizzi dell’acqua sono destinati per l’agricoltura. Ambedue le cifre continuano ad aumentare,. Non
dobbiamo andare tanto lontano per toccare con mano quanto sia scarsa l’acqua".
"Bisogna fare qualcosa per cambiare questo scenario - ha aggiunto la dottoressa Dembska- ed ecco dove interviene
il mio progetto. Ho deciso di calcolare il concetto di impronta dell’acqua per
le mense scolastiche. Ho deciso di lavorare nell’ambiente delle scuole prima di
tutto per il valore educativo che può avere il mio progetto e in secondo luogo
per le cifre (2,8 milioni di bambini
vanno alla scuola primaria e alla scuola elementare in Italia e c’è un aumento
del servizio delle mense scolastiche). Se si riesce dunque a pianificare i pasti
in un modo migliore si può avere un effetto a cascata”.
Dopo aver parlato del
concetto di impronta dell’acqua la studiosa è entrata a spiegare meglio il
progetto realizzato in collaborazione con l’Asl di Pistoia che controlla i cibi
delle mense scolastiche, con l’università di Firenze e la cucina centralizzata
di Quarrata che distribuisce il cibo a 8 mense scolastiche della zona.
"Abbiamo
fatto un confronto tra l’ impronta di acqua di un menù a base di carne ed un menù a base di verdura in modo da
calcolare quanto costa a livello di acqua
produrre un pranzo per 1364 pasti. Abbiamo offerto allora un piatto a base di
pollo con delle verdure e abbiamo visto che in totale si usavano 995 metri
quadri di acqua. Invece per un menù a base di verdure (pasta con legumi –
questo è chiaramente un piatto equilibrato che viene dalla dieta mediterranea
italiana) e poi una scelta di verdure e frutta di stagione. In questo caso per
lo stesso numero di bambini l’impronta era di 332 metri quadri di acqua. Nel
primo caso il 70 per cento della impronta viene determinata dalla carne
contenuta nel menù mentre nel secondo caso si consuma molto meno acqua. E
allora se dovessimo sostituire almeno una volta alla settimana un menu a base
di carne con un menù a base di verdura si potrebbe risparmiare moltissima
acqua: in questo caso un 77% di acqua in meno”.
“Come si può fare tutto ciò? Ebbene- continua - bisogna vedere cosa abbiamo a
disposizione. L’Arn è l’acronimo italiano per il livello di assunzione
energetico e di nutrienti. Secondo le direttive italiane una-due volte alla
settimana bisogna sostituire un primo e un secondo piatto con riso, pasta e
legumi. Questa è una delle raccomandazioni italiane e fa parte delle
raccomandazioni delle mense scolastiche. Purtroppo spesso non viene messo in
pratica".
" A Quarrata, la cittadina dove ho svolto il mio studio, le cucine sono
già organizzate per produrre pasti di questo genere e allora qui bisogna
dirigere le persone nella direzione della scelta. Sappiamo che l’idea dell’impronta
d’acqua è vincente perché da un lato si può calcolare in modo preciso qual è l’impatto
sulle risorse idriche e d’altro campo può essere utilizzato per una campagna di
sensibilizzazione. Sappiamo che il cibo nelle mense scolastiche è una questione
molto delicata e sensibile e bisogna coinvolgere tutti, non imporre le decisioni
dall’alto. Ecco perché bisogna creare
degli strumenti di motivazione; coinvolgere i bambini, i genitori, i
lavoratori, tutti quelli che fanno parte del mondo delle mense. Vorrei però
portare la mia idea un passo avanti a Quarrata che è una piccola realtà ma si
può elaborare questo concetto in altri luoghi; si può iniziare dalle scuole ma
portare questo concetto anche alle mense aziendali, universitarie, nei luoghi
dove viene fornito del cibo".
Per la visione completa della presentazione: http://www.barillacfn.com/forum/forum-2012/?video=y
Andrea Balli
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