martedì 15 dicembre 2009
Da "Caterpillar" a Colle: il "rientro" di Massimo Cirri. Sabato 19 dicembre presentazione del libro "A Colloquio".
Causa neve e ghiaccio, l’annunciato incontro di questa sera nella chiesa di Colle, a Quarrata, con Massimo Cirri per presentare il suo libro “A Colloquio” nell’ambito degli eventi “Cose in-credibili al Colle”, è rinviato a data da destinarsi.
QUARRATA_ Continua a Colle, frazione collinare di Quarrata il ciclo di incontri (“Cose in-credibili. Conversazioni al Colle”) organizzato dall’ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Pistoia e dalla parrocchia di Santa Maria in collaborazione con la libreria quarratina Fahrenheit 451. Sabato 19 dicembre (ore 21, ingresso gratuito) – all’interno della Chiesa - Massimo Cirri, toscano, trapiantato a Milano, presenterà “A Colloquio” (Feltrinelli, pag. 200. Anno 2009, Euro 14,00), volume che racconta l’esperienza dell’autore nei Centri sulle malattie mentali. Psicologo e giornalista, Massimo Cirri, lavora da venticinque anni nei servizi pubblici di salute mentale. Dal 1997 è autore e voce di “Caterpillar” (Radio 2) e prima a Radio Popolare di Milano. La singolarità che rende particolare questo secondo appuntamento del ciclo è che Cirri (specializzato in Criminologia clinica) è nato proprio a Colle, borgo diviso tra i territori di Quarrata e Carmignano. Per lui si tratta di un gradito “rientro”. “Quando si ascoltano le storie degli altri si ripassa la propria e viene voglia di raccontarle tutte da vicino. Perché da vicino nessuno è normale.”. Massimo Cirri – alle prese con il malessere del mondo - racconta i suoi incontri in un Centro di salute mentale. Vita vissuta all’interno del Servizio sanitario nazionale, persone, dolori, umanità. E infermiere sindacalizzate, colleghi pescecani, informatori farmaceutici avvoltoi e fascinose dottoresse con cui tuffarsi in un cappuccino tra una storia e l’altra. Ai personaggi umanissimi, toccanti e divertenti che invadono il centro, Cirri alterna esilaranti momenti di vita vissuta all’interno del Sistema sanitario nazionale, graffianti dialoghi con infermiere e dottoresse, la saudade del vivere giorno per giorno, trovando pure il tempo per psicanalizzare se stesso. Sempre, ed esclusivamente, con leggerezza e un tocco di sano disincanto. “A parte qualche mese come bracciante agricolo – da studente vendemmiavo sangiovese e canaiolo alla Fattoria di Capezzana – ho sempre lavorato nei servizi pubblici di salute mentale. Dapprima tutto il giorno, poi part time, dalle nove alle tredici, perché il pomeriggio parlavo alla radio. Può capitare anche questo nella vita”. Così scrive Massimo Cirri. “Ma la mattina era più un ascoltare, anche se pure lì ogni tanto ho detto qualcosa. Una passeggiata, diverse passeggiate, nell’intimità delle persone. Andando dove ci portavano le parole e le questioni. Condividendo un po’ – credo sempre troppo poco – paure, possibilità, intelligenze, noia, dolori e visioni del mondo. A volte allontanandosi molto, altre restando in zona. O girando in tondo. Quasi sempre attraverso territori e paesaggi belli di per sé e più attraenti ancora per uno come me, venuto su con un carattere un po’ asserragliato”. “Alcune di quelle passeggiate – o parti di esse, frammenti, intersezioni – col tempo si sono depositate nei miei pensieri e alla fine hanno ispirato queste pagine. Complici un invito a pranzo di Katiù Giarlanzani e la paziente sollecitazione di Alberto Rollo. Con desiderio di condivisione. Per l’idea che una linea ininterrotta di umanità unisca me, il più banale dei normali, con l’altro, il più estremo dei folli. E l’altro sono sempre io. Sono affettuosamente grato alle persone che mi hanno accolto nei loro racconti di allora. Spero che queste differenti rivisitazioni ne restituiscano l’umanità. Se proprio non pioveva a dirotto sono sempre andato al Centro di salute mentale in motoretta”.
A.B.
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1 commento:
Grazie Andrea per lo spazio che dedichi alle nostre iniziative e per la professionalità che metti nell'espletare un prezioso servizio di informazione sempre puntuale sulle vicende e gli eventi locali.
Renata Fabbri
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