lunedì 21 dicembre 2009

Messa di Natale fra i lavoratori e i telefoni muti dell'Answears. “No all'economia corsara che macina persone come carne da macello"


PISTOIA_ “Pistoia, almeno in questa occasione, ha saputo essere Betlemme, ha saputo diventare “casa del pane” come la città dove nacque Gesù Bambino”. Ha citato il significato del nome Betlemme (appunto: “casa del pane”) il vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, parlando ai lavoratori pistoiesi in lotta per non perdere l’occupazione, nel call center “Answears” (in prevalenza donne) con i quali ha celebrato la Messa di Natale. E per un’ora il grande stabilimento (560 gli occupati che stanno rischiando il lavoro) che prestava attività, anche con una forte clientela nazionale, nel settore dei servizi telefonici si è trasformato in una chiesa. “Il Natale 2009 è triste per la comunità di Pistoia - ha detto il vescovo nella sua omelia citando i circa 7 mila lavoratori che hanno perso occupazione, ma citando anche la triste vicenda delle molestie ai minori nell’asilo “Cip Ciop” – e davvero c’è grande bisogno di speranza, grande desiderio di un Dio che spezzi il pane con noi, che condivida con noi la sua vita”. Bianchi si è quindi soffermato su “alcune strade” che “possono aiutare chi vuole costruirsi un futuro di speranza”: la forza interiore (con un invito a “non abbattersi, non buttarsi via ma trovare dentro sé stessi i motivi di un coraggio sempre nuovo”), la coesione familiare (“lo stringerci con chi ci vuole bene e a cui noi vogliamo bene”), l’unità fra i lavoratori (ribadito che “il diritto al lavoro è diritto alla vita”, il vescovo ha speso ulteriori forti parole contro “una economia corsara che macina persone come carne da macello”), la partecipazione della comunità civile (“Pistoia si è dimostrata città davvero solidale, capace di spezzare il pane con chi ha bisogno”).
E mons. Bianchi ha concluso l’omelia nel grande call center - affollato dalle lavoratrici Answears, dai rappresentanti di altre aziende in crisi oltre che dalle maggiori autorità cittadine - con un “augurio fatto di trepidazione e determinazione”.

Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Pistoia

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