giovedì 17 dicembre 2009

I sindaci di Quarrata e Agliana replicano ai Comitati anti-inceneritori.


QUARRATA_ "Se ci riferiamo a quelli che sono i dati oggettivi rispetto alle emissioni effettivamente prodotte dall’impianto di Montale, questi sono i risultati delle analisi effettuate negli ultimi 2 anni:



I comitati anti-inceneritori per loro natura stanno portando avanti la loro lotta contro gli impianti di incenerimento e termovalorizzazione, com’è quello di Montale, e per far questo si riferiscono invece ai dati che, anche su richiesta e su indicazione dei sindaci, ASL e ARPAT stanno svolgendo sui terreni e sugli animali. Queste sono analisi che, per loro natura, richiedono dati e riscontri prolungati nel tempo, per cui risulta prematuro fare affermazioni categoriche e definitive ora, rispetto a dati parziali e analisi che sono ancora in corso.
E’ evidente che queste verifiche sullo stato di salute dell’ambiente e del territorio nel suo complesso e rispetto alle quali dovremo valutare tutti insieme qual è l’incidenza effettiva dell’impianto di termovalorizzazione, rispetto a tutte le altre fonti inquinanti presenti nella stessa area (traffico veicolare, impianti di riscaldamento domestico, altri impianti e attività a carattere industriale, …).
E’ piuttosto intuitivo il fatto che, mentre le analisi effettuate direttamente all’uscita dei fumi dall’impianto CIS sono dirette e oggettivamente imputabili a quella che è l’attività industriale del termovalorizzatore, i dati e le frasi citate dai comitati si riferiscono a un’analisi sullo stato di salute del territorio nel suo complesso, rispetto alla quale il termovalorizzatore risulta solo una delle tante cause e concause in gioco.
Come sindaci dobbiamo cercare di avere uno sguardo più distaccato e oggettivo possibile, per cercare di valutare davvero quelli che sono tutti - non solo l’impianto di Montale - gli agenti inquinanti presenti nel nostro ambiente e capire quelle che sono state, o sono ancora oggi, le fonti delle sostanze inquinanti riscontrate. In quest’ottica ad oggi non è possibile fare delle valutazioni scontate e oggettivamente verificabili, perché gli unici dati oggettivi e verificabili di cui siamo in possesso sono quelli sopra elencati e che si riferiscono all’impianto di termovalorizzazione di Montale, regolarmente analizzato e monitorato proprio perché si tratta di un impianto industriale di proprietà pubblica, rispetto al quale la proprietà, ovvero i Comuni stessi, hanno deciso per tranquillità loro e di tutta la popolazione, di effettuare questo genere di verifiche.
Tra le tante cose che ci differenziano rispetto ai comitati “anti”, c’è anche il fatto che come amministratori dobbiamo trovare soluzione e offrire servizi che siano in grado di garantire ai nostri comuni la possibilità di smaltire le 75 tonnellate al giorno di rifiuti prodotte nei Comuni di Agliana, Montale e Quarrata. Ad oggi non esistono soluzioni tecniche alternative alla termovalorizzazione combinata con la raccolta differenziata e il riciclo di ciò che è possibile riutilizzare, che siano in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti; tant’è che i comitati “anti” chiedono a gran voce la chiusura di questi impianti senza però essere in grado di proporre valide alternative.
Questa è del resto la differenza tra chi opera “contro” qualcosa o qualcuno a discapito di tutto il resto e chi invece ha la responsabilità di dover dare risposte concrete e soluzioni reali ai problemi di oggi, tenendo conto di quelli che sono le diverse questioni in gioco e le necessità di tutti.


Il Sindaco di Quarrata
Sabrina Sergio Gori
Il Sindaco di Agliana
Eleanna Ciampolini

Fonte: Segreteria Comune di Quarrata

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggettivamente, Andrea, c'è della ragione in entrambe le posizioni.
La questione dei rifiuti non è risolvibile con spot nè con uscite estemporanee ma richiede sempre di trovare un giusto equilibrio.
Resto convinta che il miglior rifiuto è quello che non si fà, ma dal momento che ci sono (e aumentano) c'è un dovere di dire dove mettere i rifiuti prodotti e come impattare il meno possibile l'ambiente. E, in ultima istanza, al momento, è diifficile ipotizzare di poter fare a meno di impianti di "termovalorizzazione".
Nessuno, ad oggi, ha in mano la ricetta esatta per una soluzione che accontenti tutti , se mai fosse possibile. Non sarebbe stato male aver impostato - da tempo - una seria riflessione sulle alternative.
Sono convinta che ad oggi l'impianto sia adeguatamente monitorato anche se questo non toglie il dato - serio - dell'accumulo degli inquinanti sul territorio. E' vero che l'impianto è in "mano pubblica", ma questo non significa - per le modalità espresse - per forza che sia sempre stato fatto il tutto e il meglio, soprattutto pensando in termini di trasparenza.
Ci sono state contraddizioni evidenti, più volte e da più parti denunciate, che riguardano il fatto che controllore e controllato si sommano nelle stesse istanze. Ma, anche se viene meno stigmatizzato, altrettanto accade per tutto il sistema delle "publi".
Il metodo seguito ha fatto sì che si identificasse la proprietà non nei Comuni ma nei sindaci, con tutto quello che ne è seguito. C'è, anche per questo, motivo di sostenere che una maggiore "apertura" (a Brescia sono anni che l'hanno sperimentata), un opportuno coinvolgimento e una reale corresponsabilizzazione delle assemblee elettive non avrebbe nociuto, anche ai fini dell'immagine che ora ne esce.
Con i sospetti si va da poche parti e si alimenta la diffidenza, ed è estremamente pesante sentire che si mette in dubbio l'attendibilità di dati provenienti da soggetti istituzionali. E' questo uno dei più grossi danni che si possa fare.
Fino a ieri c'era "il" blocco monolitico dei tre sindaci che all'unisono faceva quadrato. Oggi vedo che si esprimono in due: non so che pensare!
Anche perché l'ATO è su scala di area vasta e il nostro mini impianto, pressoché l'unico in funzione, alla fine, dopo averci investito fior fiore di quattrini (dei cittadini), di che morte morirà?
Renata Fabbri

Anonimo ha detto...

Il problema è che i dati forniti, che non vanno messi in discussione, sono parziali perchè rilevano solo le diossine e le polveri più "grosse" ma non rilevano altre sostanze nocive e particelle piccolissime (nano particelle) che possono essere studiate solo con strumenti molto particolari (microscopio Esem) e che, è stato scoperto, entrano nel dna delle persone provocando tumori, infertilità, deformazioni congenite ecc... E' questo l'INGANNO, perchè le signore sindache non dicono il falso ma in realtà non la dicono tutta!!! Io so una cosa sola: casa nella piana non ce la comprerò mai!!! Acheta