lunedì 14 giugno 2010
"Per una diversa politica sui rifiuti": ecco le proposte di Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Pistoia
PISTOIA. Come ricevuto volentieri pubblichiamo:
La politica sui rifiuti fatta fin’ora in Italia e anche in Toscana (raccolta con grandi cassonetti, molte discariche e qualche inceneritore) può essere riassunta in una raccolta differenziata che rimane sotto il 35% (in questa % c’è anche la raccolta differenziata delle imprese: quella delle famiglie è più bassa).
Inoltre, in Toscana e anche nella provincia di Pistoia mancano gli impianti e le industrie necessarie per un effettivo riciclaggio della Raccolta Differenziata (RD): anche di questo sono responsabili i governi che si sono succeduti nella Regione Toscana, nelle Province e nei Comuni(compreso le loro aziende – come Publiambiente Spa, Quadrifoglio Spa, Asm, Cis, ecc.. – che sono quelle più ostili ad avviare una politica diversa e la loro ostilità... viene rappresentata pubblicamente dal loro sindacato, cioè da CISPEL).
La dimensione del cambiamento che è necessario può essere rappresentato da altre due percentuali, che sono gli obbiettivi che – a parole e anche nei documenti e nelle delibere – sono stati indicati/approvati dalla Regione Toscana: l’obbiettivo di ridurre la quantità dei rifiuti del 15% entro il 2010/2012 (e non è una scelta facile da realizzare... perchè, per cambiare le scelte produttive delle imprese e quella conseguente della grande distribuzione, un contributo importante/determinante può/potrebbe venire solo da una diversa legislazione nazionale);
l’altro obbiettivo indicato dalla Regione Toscana è quello di portare la R.D. al 55% entro il 2010 e al 65% nel 2012.
L’attuazione di questi obbiettivi è affidato ai nuovi ATO: la Provincia di Pistoia fa parte dell’ATO TOSCANA CENTRO (FI-PO-PT con circa 1 milione e mezzo di abitanti) e deve contribuire a realizzarli... tramite un nuovo PIANO SUI RIFIUTI e il conseguente PIANO INDUSTRIALE.
La Provincia di Pistoia, se vuole contribuire ad una politica diversa sui rifiuti, non può delegare le scelte ai funzionari dell’ATO o a quelli delle attuali aziende: deve proporre indirizzi e scelte che contribuiscano a realizzare davvero la riduzione del 15% della quantità dei rifiuti e il 65% di Raccolta Differenziata entro il 2012; inoltre deve anche proporsi di realizzare gli impianti che sono necessari per il riciclaggio.
Per questo sono necessarie due scelte (una attuabile in pochi mesi e l’altra in alcuni anni):
1) Fare un balzo (di almeno il 20%) nella R.D., è possibile solo generalizzando la separazione dei rifiuti secchi da quelli organici, cioè mettendo piccoli cassonetti per i rifiuti organici nelle zone dove non ci sono e costruendo rapidamente gli impianti necessari per il riciclaggio dei rifiuti organici (per il COMPOST) e di quelli secchi (per esempio, salvando, ristrutturando e rilanciando la RECOPLAST di Agliana, prendendo ad esempio il positivo del Centro Riciclo di Vedelago).
2) L’altra scelta da fare è l’elaborazione e l’approvazione di un Progetto per generalizzare la R. D. “porta a porta” in tutta l’area metropolitana: avendo la consapevolezza che, per attuarlo, è necessaria la gradualità (per attuarlo completamente ci vorranno almeno 6 o 7 anni).
Fare con determinazione queste due scelte... significa anche proporsi di evitare la costruzione di nuovi inceneritori e il potenziamento da 150 a 220 T/G di quello di Montale, perchè significa realizzare una politica diversa che li rende inutili.
Quindi, di conseguenza, nella programmazione degli impianti industriali necessari... la priorità è quella di realizzare gli impianti per l’effettivo riciclaggio della raccolta differenziata (cioè, NO alla costruzione di nuovi inceneritori e al potenziamento di quelli esistenti e NO alla costruzione di impianti per il Cdr... anche perchè la priorità vera è quella degli impianti industriali finalizzati al riciclaggio effettivo di una raccolta differenziata di qualità che deve crescere rapidamente).
Una politica seria e diversa sui rifiuti impone a tutti anche l’etica della responsabilità.
Noi riteniamo improponibile l’immediata chiusura degli impianti esistenti(discariche e inceneritori), perchè (fino a quando non saranno praticabili soluzioni alternative) si potrebbe determinare l’emergenza rifiuti, con conseguenze gravi per la salute delle persone, dell’ambiente, del territorio e dunque, ci batteremo con determinazione affinchè le alternative a discariche e inceneritori si realizzino al più presto.
Nel frattempo (considerando la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente la priorità assoluta da cui non si può prescindere), pretendiamo che il monitoraggio degli impianti esistenti sia effettuato con il massimo di rigore, efficienza e trasparenza.
PROGETTO di Sinistra Ecologia e Libertà per una DIVERSA POLITICA SUI RIFIUTI
Sul problema rifiuti, l'esperienza dimostra che è insostenibile la moltiplicazione delle discariche e degli inceneritori: è sempre più difficile trovare spazi in cui creare nuove discariche (ed è sempre più evidente che le discariche sono masse di materiale in continua trasformazione per anni, che liberano gas, liquami, sostanze nocive) ed è notevolmente cresciuta la consapevolezza che gli inceneritori sono fonti d’inquinamento dell'atmosfera (tramite diossine, Pcb, nanopolveri pericolose, ecc.) e lasciano una rilevante massa di ceneri (cioè di residui solidi suscettibili di liberare - per contatto con l'acqua delle piogge o del sottosuolo - sostanze tossiche).
Inoltre è da sfatare il mito della produzione di energia da parte dei cosiddetti termovalorizzatori, poiché - se si fa un bilancio tra l’energia necessaria per la combustione e quella prodotta - la contaminazione di aria, suolo e acqua non vale assolutamente la produzione di energia realizzata.
L’emergenza rifiuti può essere evitata tramite tre scelte:
1) Politiche (nazionali, regionali e locali) capaci di indirizzare/incentivare la riduzione della quantità dei rifiuti (orientando i cicli produttivi, la grande distribuzione commerciale, le scelte degli Enti Locali e quelle delle famiglie)
2) la separazione differenziata dei rifiuti e il loro riciclo nella massima quantità possibile.
3) Impianti adeguati a smaltire (nel modo meno dannoso possibile per l’ambiente e per la salute) la parte residua dei rifiuti che non è possibile differenziare o che non è possibile riciclare (perchè non accettati... dalle imprese e dal mercato).
1) Politiche capaci di indirizzare/incentivare la riduzione della quantità dei rifiuti:
In questa direzione un ruolo fondamentale è affidato alla legislazione nazionale e regionale(perchè soltanto le leggi possono orientare in modo significativo i cicli produttivi e la grande distribuzione commerciale);
A livello locale possono essere fatte alcune scelte (dai Comuni e dalla Provincia) capaci di contribuire alla riduzione della quantità dei rifiuti e in questa direzione proponiamo:
- Per i loro fabbisogni: privilegiare l’acquisto e l’utilizzo dei materiali riciclati (carta, compost per le necessità di manutenzione dei giardini pubblici, materiali inerti da privilegiare, per quanto possibile, nella realizzazione di opere pubbliche, ecc.); inoltre, per esempio nelle scuole e negli uffici, possono indirizzare all’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto (tramite appositi contenitori o caraffe) riducendo così grandi quantità di rifiuti di plastica.
- Fare CONVENZIONI con i centri commerciali e con alcune grandi industrie: perchè siano differenziate e indirizzate al riciclo le grandi quantità dei rifiuti che producono; concordare l’utilizzo di contenitori che siano lavabili e riutilizzabili (per esempio le cassette per frutta e verdura) restituendoli alle industrie o ai grossisti fornitori; inoltre, nei supermercati, possono essere installate attrezzature per vendere una serie di prodotti “alla spina”(detersivi, acqua, latte, ecc.).
- Con appositi REGOLAMENTI, orientare tutte le FESTE che si svolgono nel proprio territorio perchè siano evitati i prodotti usa e getta.
- Nei centri abitati possono essere installati erogatori per la distribuzione di acqua dell’acquedotto e di qualità (come è stato fatto a Pistoia).
- Il Sistema idrico integrato... per lo smaltimento dei fanghi di depurazione (che oggi vanno negli inceneritori) deve assumersi l'impegno di realizzare piccoli impianti (associati ai depuratori), per produrre biogas.
- In un territorio come quello delle periferie nel Comune di Pistoia e di tutti i piccoli Comuni della nostra provincia (con moltissime abitazioni che hanno un giardino... più o meno grande), una politica di incentivazione/diffusione delle “compostiere domestiche” può contribuire a ridurre la quantità dei rifiuti da smaltire in impianti.
- Fare campagne informative per la cittadinanza (con attenzione particolare anche ai cittadini migranti con opuscoli anche in più lingue) in modo aumentare l’educazione civica ed i comportamenti virtuosi (finalizzati alla raccolta differenziata di qualità, all’utilizzo dei prodotti “alla spina”, al rifiuto di prodotti alimentari messi in vendita tramite inutili contenitori, alla valorizzazione della “filiera corta” cioè dei prodotti alimentari prodotti a livello locale... in alternativa a quelli che vengono da lontano, ecc.).
2) Raccolta differenziata di qualità e riciclo.
Le imprese che acquistano e riciclano rottami e rifiuti trovano sul mercato partite di merci usate omogenee (di qualità e di composizione ben definita), per il cui trattamento possono attrezzare appositi processi produttivi in grado di fornire merci riciclate di qualità accettabile dal mercato: è questo tipo di raccolta differenziata che dobbiamo realizzare e sono necessarie politiche che incentivino la nascita di questo tipo di industrie anche in Provincia di Pistoia ed in Toscana (prendendo ad esempio quanto è avvenuto in altre realtà locali... per esempio, nella provincia di Treviso).
Il Patto dell’Area Metropolitana (firmato in Regione, il 31 gennaio 2007, anche dalla Provincia e dai comuni pistoiesi) impegna a realizzare il 55% di raccolta differenziata nel 2010 e il 65% nel 2012.
Sono obbiettivi realistici a tre condizioni:
1) volontà politica e determinazione di scegliere il sistema della raccolta differenziata “porta a porta” (affidando incarichi progettuali e incarichi di direzione di dipartimenti e di aziende che trattano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a persone che hanno capacità professionali in sintonia con una diversa politica sui rifiuti) da sostituire, in modo generalizzato, al vecchio sistema dei cassonetti filo strada entro 5 o 6 anni;
2) affidamento della realizzazione di un apposito “progetto provinciale” per realizzare il sistema porta a porta (articolato in specifici progetti che affrontano alcune diverse problematiche per i centri storici, per i quartieri residenziali e per le periferie) a chi può vantare una consolidata esperienza e conseguenti risultati positivi (per esempio, ai professionisti della Scuola Agraria di Monza).
3) stanziamento di significative risorse finanziarie(non solo della Regione, ma anche delle Province e dei Comuni... come fanno, per esempio, la Provincia di Lucca e alcuni Comuni della lucchesia).
4) sensibilizzazione dei dipendenti della pubblica amministrazione con corsi finalizzati al riciclo dei prodotti delle scuole, uffici, mense e refettori.
In questa prospettiva, gli obbiettivi realizzabili in tempi brevi sono:
Per portare rapidamente (entro qualche mese) la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani (quelli delle famiglie) sopra al 40% è necessario che siano generalizzati i cassonetti per i rifiuti organici(cioè per gli scarti da cucina e tutti i residui umidi/putrescibili... tramite appositi sacchetti biodegradabili).
Per questa riorganizzazione bastano pochi mesi (per informare l'utenza, per acquistare ed installare piccoli cassonetti per i rifiuti organici). Questa scelta può realizzare subito un balzo nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani e può anche contribuire ad una gestione dell’inceneritore di Montale che riduca i pericoli ambientali e sanitari.
Mentre per un compost che sia davvero di alta qualità (quello derivante dalla selezione dei rifiuti di origine vegetale e sfalciature), sono necessari tempi più lunghi... cioè, di fatto, è realizzabile solo tramite il sistema “porta a porta”.
Attualmente l'inceneritore di Montale ha una potenzialità di 150T/G: i rifiuti urbani di Montale, Agliana e Quarrata sono di circa 90 T/G, quindi - se in pochi mesi viene realizzata la raccolta dei rifiuti organici - quelle 90T/G si riducono ad appena 60T/G e per far funzionare in modo ottimale l'inceneritore possono essere accettate 90 T/G provenienti da altri Comuni.
Infine, Sinistra Ecologia e Libertà propone alla Provincia ed ai Comuni pistoiesi di promuovere un FORUM/CONFERENZA/CONVEGNO sui RIFIUTI (chiamando esperti sul piano scientifico e tecnico, oltre che esperienze locali diverse, concordati anche con Associazioni e Comitati disponibili ad un confronto serio e costruttivo) “in cui si possano costruire proposte innovative e al tempo stesso realistiche per un cambiamento nell'approccio culturale e politico al problema... per un ciclo completo dei rifiuti (dalla produzione al riutilizzo), fino al trattamento, che sia sicuro ed efficiente".
Fonte: SeL provincia di Pistoia
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