domenica 27 marzo 2011

Area metropolitana, l'importanza di una pianificazione unitaria del territorio. Il "Parco Agricolo della Piana" arriva fino alla frazione di Catena?


QUARRATA-FIRENZE –Anche una parte del territorio quarratino a quanto risulterebbe dalla lettura delle cartografie di progetto inserite sulla proposta di integrazione al Piano di Indirizzo Territoriale per il Parco Agricolo della Piana Firenze-Prato – approvato il 14 febbraio scorso dalla giunta regionale – rientrerebbe nell’areale di salvaguardia temporanea (triennale) prevista in attesa che il progetto venga effettivamente recepito dagli strumenti di pianificazione di livello locale che dovranno specificare nel dettaglio i confini del parco stesso.
Nei giorni scorsi il provvedimento della Regione è stato oggetto di numerosi attacchi. In particolare il progetto di parco agricolo è stato accusato di bloccare lo sviluppo. La messa in salvaguardia agricola significherebbe in parole povere – in base alla critiche sollevate - un blocco totale delle costruzioni per tre anni. Nelle aree di riferimento per il Parco agricolo della Piana vi rientrerebbe forse – in base alla lettura della cartografia pubblicata sul “Corriere Fiorentino” il 24 marzo scorso- anche la zona di Catena (nel Comune di Quarrata) fino a Ponte dei Bini (nel comune di Agliana). Aree queste, al confine con il Parco Agricolo di Prato e caratterizzate già dalla presenza di zone umide (La Querciola, ndr) sottoposte come noto a tutela ambientale.
Dalla Regione sono arrivate subito alcune precisazioni: l’attuazione del parco agricolo avverrà attraverso un percorso nel quale i Comuni giocheranno un ruolo chiave nella sottoscrizione del previsto accordo di pianificazione.
In tale ambito saranno i singoli Comuni a dover validare e specificare ad una scale di maggior dettaglio la perimetrazione delle aree destinate a parco.
“La salvaguardia, che scatterà con l'adozione dell'atto in Consiglio regionale – ha però spiegato Anna Marson, assessore all’urbanistica e al territorio della Regione Toscana- è stata proposta per l'insieme delle aree di progetto condivise con i Comuni in un percorso di confronto sostanziatosi nei laboratori che si sono svolti a Campi nel luglio 2010 e a Sesto Fiorentino nel dicembre 2010, e conclusosi con l'individuazione collettiva delle aree in questione, presenti i tecnici di tutti i Comuni interessati”.
“Se nell'individuazione delle aree e nella trasposizione dei dati possono esserci stati alcuni errori (e da questo punto di vista abbiamo già avviato una verifica insieme ai Comuni) – ha proseguito l’assessore regionale - il punto più rilevante è comunque che la procedura prevista per il recepimento del progetto di parco agricolo negli strumenti di pianificazione comunali e provinciali è l'Accordo di pianificazione, procedura consensuale che mette sullo stesso piano tutti gli enti territoriali interessati”.
“Vi sono dunque ampi spazi - prima dell'entrata in vigore della salvaguardia e, successivamente, prima del recepimento definitivo del progetto - per rivederne e ridisegnarne i confini che la Regione ha proposto ad una scala territoriale, e dunque priva del dettaglio e delle valenze catastali”.
L’obiettivo del parco agricolo (oltre 7.000 ettari)“è di riuscire a promuovere un modello di sviluppo diverso e più avanzato di quello basato sulla sola rendita fondiaria e immobiliare”.
Quanto agli oltre 7.000 ettari di parco “non si tratta – ha detto l’assessore regionale – di terreni da espropriare, ma di un insieme di aree individuate attraverso l’azione di tutti gli otto comuni della piana, che comprendono sia parti già destinate a funzioni ambientali, come i Sir o a fruizione pubblica come il parco di Castello, che aree agricole da mantenere e qualificare come tali per migliorare la vivibilità e ‘nutrire’ la piana”.
“L'impressione – ha concluso Anna Marson - è pertanto che le accuse, pretestuose, abbiano voluto attaccare l'idea stessa, la visione del “Parco agricolo”, più che i suoi confini, esprimendo in questo una forte miopia relativa all'innovazione possibile e auspicabile per il futuro della città e dell'area metropolitana Firenze-Prato”.
Il progetto del parco agricolo si propone di mantenere la dotazione di aree agricole e ambientali ancora esistenti (ma meglio sarebbe dire “resistenti”) nella piana, considerandole una sorta di grande polmone verde che qualifica tutto ciò che sorge intorno. 6800 ettari di piana, cui si aggiungono altri circa 1000 ettari di territorio collinare.
“In queste aree- fanno sapere dalla Regione Toscana - si intende promuovere innovazione nelle attività agricole, ambientali e di servizio compatibili, trasformando quelle che finora sono state considerate prevalentemente aree in attesa (di future urbanizzazioni) in un esempio di campagna urbana in linea con le più recenti esperienze metropolitane europee, valorizzando al contempo sia la fitta rete di beni culturali e archeologici che vi insistono, che le diverse potenzialità della mobilità alternativa e dell'intermodalità con il trasporto collettivo. Per il continuum di aree urbanizzate che si potranno affacciare sul parco si tratta di una straordinaria prospettiva di nuova qualificazione e valorizzazione, attraverso una progettazione che trasformi gli attuali “retri” in fronti urbani".
a.b.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A quel che si può leggere sulla cartografia in questa sede, sembra di vedere che il Parco Agricolo sia da individuarsi oltre l'Ombrone, cioè nella riva opposta a quella di Quarrata, pertanto ho il sospetto che ci siano degli errori di posizionamento di alcuni nomi di frazioni tra cui appunto Catena.
l.b.

Anonimo ha detto...

la carta, a colori, era pure sul corriere fiorentino della scorsa settimana. E i contorni inserivano Quarrata e la porzione di Agliana. Resta da capire perché questa cosa Quarrata la debba conoscere leggendo un giornale e soprattutto che implicazioni e ricadute reali ci saranno.
Comunque mi pare che sempre più spesso strategie riguardanti il territorio (gestione di acqua, fognature, energia, smaltimento rifiuti) siano individuate altrove. L'Amministrazione Comunale, se ha seguito la cosa, non dovrebbe informare i cittadini?