QUARRATA_ Una ditta all’ingrosso di Quarrata importava
clandestinamente dal Nord Africa tartufi “taroccati” per poi venderli ad altre
tre aziende di Bologna e Pesaro-Urbino che li lavoravano e poi li mettevano in
commercio.
Il prodotto venduto come pregiato tartufo era invece il “Tuber
oligospermum”, una specie molto comune e di nessun pregio la cui vendita è
vietata in Italia.
Durante controlli di routine i carabinieri del Nas di
Bologna hanno sequestrato un ingente quantitativo (300 chilogrammi) di prodotto
di dubbia provenienza e genuinità, frutto di contraffazione e sofisticazione,
commercializzato, intero o in confezioni sottolio destinate al consumatore,
come “tartufo banchetto” (tuber borchii vittad), pregiato tubero il cui valore
di mercato oscilla tra 180 e 700 euro al Kg.
I Nas di Bologna sono giunti a
tale scoperta avvalendosi della collaborazione dei colleghi di Ancona e
Firenze, dopo avere effettuato controlli in otto ristoranti durante i quali i
militari hanno notato l’insolito aspetto di alcuni tarfufi portandoli ad
analizzare alla facoltà di Agraria dell’Università di Bologna.
L’indagine
investigativa ha portato alla individuazione di quattro aziende (tra cui quella
quarratina) che sono state perquisite
Oltre a porre i sigilli a due depositi clandestini di alimenti
del valore complessivo di circa 700mila euro sono stati denunciati i legali
responsabili delle aziende per frode in commercio, vendita di prodotti
alimentari non genuini e violazione della norma quadro sui tarfufi. Sono state
elevate infine sanzioni amministrative per circa 13 mila euro.
“Il problema – spiega Coldiretti
– e' che le importazioni di tartufo dall’estero, nel primo trimestre 2012, sono
piu' che raddoppiate
con la conseguenza che sul mercato finiscono piu' prodotti di scarsa qualita'
motivo per cui c’e' bisogno di “tenere piu' alta la guardia”.
“Nei primi tre mesi di quest’anno le importazioni di tartufo
dall’estero – spiega la Coldiretti – sono passate a 4200 chilogrammi, quasi il doppio rispetto ai 2200 chili
arrivati nello stesso periodo del 2011. Da qui la necessita' di
vigilare contro le truffe che mettono a rischio la salute dei consumatori e il
lavoro dei veri tartuficoltori”.
Allo stesso tempo, infatti, secondo la Confederazione c’e' la
necessita' di difendere
l’operato dei professionisti che, sin dal tempo dei sumeri,
svolgono una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove la
raccolta dei tartufi rappresenta una importante integrazione di reddito per le
comunita' locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano
le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore".
a.b.
La foto è tratta dal sito dell'Ansa
Nessun commento:
Posta un commento