sabato 3 aprile 2010

Barbara Frale a Pistoia (in San Domenico) sui misteri della Sindone





Aggiornamento del 3 maggio 2010

Pistoia, 3 maggio 2010 – E’ confermata la conferenza di Barbara Frale, a Pistoia, questo martedì 4 maggio (ore 21 nei locali del convento di San Domenico, in piazza San Domenico 1) in una serata che si annuncia importante per i tanti pistoiesi che partecipano a uno dei vari pellegrinaggi a Torino in occasione della nuova straordinaria Ostensione della Sindone. “La Sindone di Gesù Nazareno: fra storia e misteri, scienza e fede”, questo il titolo della serata.
Organizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della diocesi, l’incontro si apre con una introduzione di mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia. Barbara Frale, ufficiale dell’Archivio Segreto Vaticano, studiosa dei Templari e delle Crociate, recentemente – per le edizioni del “Mulino” – ha scritto un appassionante volume (“La Sindone di Gesù Nazareno”) che sta facendo molto discutere studiosi e appassionati del “telo”.
Invitata dal vescovo Bianchi, terrà una conversazione sulla Sindone anche per fornire ai pellegrini pistoiesi un quadro qualificato e aggiornato sulle conoscenze storiche e scientifiche rispetto al telo esposto nel duomo di Torino fino al 23 maggio.
Il pellegrinaggio diocesano porterà a Torino fedeli pistoiesi proprio in uno degli ultimi giorni di ostensione, il 21 maggio mentre un altro nutrito gruppo di pistoiesi, del Vicariato di Bottegone, raggiungerà Torino sabato 8 maggio.

fonte: Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Pistoia



PISTOIA_ Una delle più note esperte sulla “Sacra Sindone” che sarà esposta nel duomo di Torino dal 10 aprile al 23 maggio - Barbara Frale - sarà a Pistoia il prossimo 4 maggio (ore 21 presso il Convento dei Domenicani in piazza San Domenico e non più in aula magna del seminario) in una serata che si annuncia importante per i tanti pistoiesi che partecipano a uno dei vari pellegrinaggi a Torino in occasione della nuova straordinaria Ostensione della Sindone.
Barbara Frale, ufficiale dell’archivio Segreto Vaticano, studiosa dei Templari e delle Crociate, recentemente – per la collana “Biblioteca Storica” delle edizioni del “Mulino” – ha scritto un appassionante volume (“La Sindone di Gesù Nazareno”) che sta facendo molto discutere studiosi e appassionati del “telo”.
Dopo aver illustrato in un libro precedente l'ipotesi che la sindone sia stata portata in Europa e conservata segretamente dal potente ordine dei Templari, nel nuovo volume, Barbara Frale, attraverso una analisi multidisciplinare, esamina alcune tracce di scrittura di natura burocratica in greco, latino ed aramaico legate all’esecuzione della condanna a morte ed alle operazioni ad essa strettamente connesse e solo da poco identificate sul lino della Sindone. Confrontate con molte fonti greco-romane, giudaiche e del primo cristianesimo, queste scritte riconducono nella Gerusalemme del tempo di Tiberio (14-37 d.C.) e inquadrano la sepoltura di un personaggio chiamato Yeshua Nazarani.
Le tesi della Frale sono state confutate da vari studiosi (Andrea Nicolotti, Luciano Canfora, Bruno Barberis, Mons. Giuseppe Ghiberti), i quali sottolineano che la stessa esistenza delle scritte è assai dubbia, non risultando né alla vista né direttamente dalle foto della Sindone ma soltanto da segni parziali e confusi rinvenibili da elaborazioni e trattamenti successivi effettuate a partire dalle foto scattate da Enrie nel 1931 e non riottenibili dalle foto più recenti. La stessa interpretazione linguistica di tale presunti segni è stata oggetto di severe critiche, per gli evidenti errori di grammatica e di traduzione presenti nei suoi testi e per le forzature volte a piegare i dati alla propria tesi precostituita. Anche il Prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, Mons. Sergio Pagano, parlando degli studi della sua dipendente lo ha criticato, affermando che "il metodo di scrittura della storia della dottoressa Frale non è quello della tradizione dell’Archivio Vaticano" in quanto "in genere i nostri archivisti pubblicano saggi molto bene accolti poiché sono frutto di un solido metodo positivistico, di un duro e lungo lavoro di ricerca e di lima, dunque lontani mille miglia dai presunti scoop di cui il pubblico è ghiotto".
Barbara Frale, invitata dal vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi, terrà una conversazione sulla Sindone anche per fornire ai pellegrini pistoiesi un quadro qualificato e aggiornato sulle conoscenze storiche e scientifiche rispetto al telo che sarà esposto nel duomo di Torino tra aprile e maggio.
Il pellegrinaggio diocesano porterà a Torino fedeli pistoiesi proprio in uno degli ultimi giorni di ostensione, il 21 maggio.
a.b.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

La Sindone è un falso medioevale. Recentemente in rete ho trovato un chimico che l'ha riprodotta fedelmente e usando materiali di uso comune al tempo della sua fabbricazione. Ma sembra che anche il vescovo che si trovò per primo di fronte a questa invenzione, lottò strenuamente contro la sua affermazione. Ma se anche per assurdo fosse mai esistita una reliquia del Cristo, non si deve dimenticare che nella realtà storica i cristos, o meshia, altro non sono stati che esponenti nazionalisti del mondo ebraico, messi a morte dai romani per i loro crimini. Gesù Cristo è un personaggio inventato successivamente nella evoluzione culturale e religiosa dell'impero romano.
F.V.

Anonimo ha detto...

F.V. te tu ti droghi......

Anonimo ha detto...

F.V. : Fa' vaini, vai.....

Anonimo ha detto...

Ho l'impressione che FV abbia ragione... E' che la storia , quella vera, non viene raccontata mai...

Anonimo ha detto...

la storia,quella vera? Quella,come questa,fatta di "mi sembra" e di "se anche fosse",è la storia vera?Tutta la storia come ogni altra cosa non scientificamente provata è interpretabile ad uso e consumo di ognuno,dipendentemente dal suo pensiero!Quindi F.V. può interpretarla come vuole ma venire qui a dire che è la verità è una cavolata!

Anonimo ha detto...

Oggi fà più notizia il gossip che non la storia ricercata, studiata, anche interpretata, ma comunque fondata su elementi non lasciati al libero immaginario soggettivo.
Il tema delle reliquie si presta a tante letture e, anche, travisamenti. E' invece interessante e ricca di spunti di rilessione l'analisi, seria, del fenomeno delle reliquie. Gli storici ti dicono che il termine sta ad indicare - etimologicamente - "ciò che resta". Ed ha una accezione molto ampia; ognuno poi è libero di pensarla come vuole, rispettando però il sentire anche di altri che attribuiscono, altrettanto legittimamente, valenze più o meno profonde a queste testimonianze.
Mi rimane difficile comprendere come tanti attribuiscano a cose assai ridicole potenzialità tamaturgiche e salvifiche(filtri, infusi, amuleti e ninnoli disparati) e poi beffeggino la venerazione, oppure la stessa storia, di una reliquia religiosa.
Tanto per fare un pò di pubblicità: presso la parrocchia di Colle di Quarrata c'è un'interessante reliquia, una spina che la tradizione dice essere della corona di Nostro Signore. Oggetto di ricerca, questa testimonianza ha permesso di ricostruire una storia interessante ed originale, utile a comprendere i motivi devozionali e non solo, che ne hanno fatto la sua "fortuna". La ricostruzione dell'indagine, senza tanti fronzoli, a cura di una storica (Elena Vannucchi) è nel volume "Il Colle della Sacra Spina - Una reliquia e la sua chiesa". Con apprezzamento per il lavoro, del prof. Franco Cardini.
Si dà credito storico a romanzi come il Codice da Vinci che fanno dubbie, e pure false, ricostruzioni, prive di valore scientifico, e si deride - talvolta senza conoscere - quanto di storico invece c'è.
Non è che siamo dinanzi ad altre forme di bigottismo che fà leva su pregiudizi e stereotipi pensandoli e attribuendoli sempre agli altri?
Renata Fabbri

Anonimo ha detto...

Oggi fà più notizia il gossip che non la storia ricercata, studiata, anche interpretata, ma comunque fondata su elementi non lasciati al libero immaginario soggettivo.
Il tema delle reliquie si presta a tante letture e, anche, travisamenti. E' invece interessante e ricca di spunti di rilessione l'analisi, seria, del fenomeno delle reliquie. Gli storici ti dicono che il termine sta ad indicare - etimologicamente - "ciò che resta". Ed ha una accezione molto ampia; ognuno poi è libero di pensarla come vuole, rispettando però il sentire anche di altri che attribuiscono, altrettanto legittimamente, valenze più o meno profonde a queste testimonianze.
Mi rimane difficile comprendere come tanti attribuiscano a cose assai ridicole potenzialità tamaturgiche e salvifiche(filtri, infusi, amuleti e ninnoli disparati) e poi beffeggino la venerazione, oppure la stessa storia, di una reliquia religiosa.
Tanto per fare un pò di pubblicità: presso la parrocchia di Colle di Quarrata c'è un'interessante reliquia, una spina che la tradizione dice essere della corona di Nostro Signore. Oggetto di ricerca, questa testimonianza ha permesso di ricostruire una storia interessante ed originale, utile a comprendere i motivi devozionali e non solo, che ne hanno fatto la sua "fortuna". La ricostruzione dell'indagine, senza tanti fronzoli, a cura di una storica (Elena Vannucchi) è nel volume "Il Colle della Sacra Spina - Una reliquia e la sua chiesa". Con apprezzamento per il lavoro, del prof. Franco Cardini.
Si dà credito storico a romanzi come il Codice da Vinci che fanno dubbie, e pure false, ricostruzioni, prive di valore scientifico, e si deride - talvolta senza conoscere - quanto di storico invece c'è.
Non è che siamo dinanzi ad altre forme di bigottismo che fà leva su pregiudizi e stereotipi pensandoli e attribuendoli sempre agli altri?
Renata Fabbri

Anonimo ha detto...

Oggi fà più notizia il gossip che non la storia ricercata, studiata, anche interpretata, ma comunque fondata su elementi non lasciati al libero immaginario soggettivo.
Il tema delle reliquie si presta a tante letture e, anche, travisamenti. E' invece interessante e ricca di spunti di rilessione l'analisi, seria, del fenomeno delle reliquie. Gli storici ti dicono che il termine sta ad indicare - etimologicamente - "ciò che resta". Ed ha una accezione molto ampia; ognuno poi è libero di pensarla come vuole, rispettando però il sentire anche di altri che attribuiscono, altrettanto legittimamente, valenze più o meno profonde a queste testimonianze.
Mi rimane difficile comprendere come tanti attribuiscano a cose assai ridicole potenzialità tamaturgiche e salvifiche(filtri, infusi, amuleti e ninnoli disparati) e poi beffeggino la venerazione, oppure la stessa storia, di una reliquia religiosa.
Tanto per fare un pò di pubblicità: presso la parrocchia di Colle di Quarrata c'è un'interessante reliquia, una spina che la tradizione dice essere della corona di Nostro Signore. Oggetto di ricerca, questa testimonianza ha permesso di ricostruire una storia interessante ed originale, utile a comprendere i motivi devozionali e non solo, che ne hanno fatto la sua "fortuna". La ricostruzione dell'indagine, senza tanti fronzoli, a cura di una storica (Elena Vannucchi) è nel volume "Il Colle della Sacra Spina - Una reliquia e la sua chiesa". Con apprezzamento per il lavoro, del prof. Franco Cardini.
Si dà credito storico a romanzi come il Codice da Vinci che fanno dubbie, e pure false, ricostruzioni, prive di valore scientifico, e si deride - talvolta senza conoscere - quanto di storico invece c'è.
Non è che siamo dinanzi ad altre forme di bigottismo che fà leva su pregiudizi e stereotipi pensandoli e attribuendoli sempre agli altri?
Renata Fabbri

Anonimo ha detto...

Oggi fà più notizia il gossip che non la storia ricercata, studiata, anche interpretata, ma comunque fondata su elementi non lasciati al libero immaginario soggettivo.
Il tema delle reliquie si presta a tante letture e, anche, travisamenti. E' invece interessante e ricca di spunti di rilessione l'analisi, seria, del fenomeno delle reliquie. Gli storici ti dicono che il termine sta ad indicare - etimologicamente - "ciò che resta". Ed ha una accezione molto ampia; ognuno poi è libero di pensarla come vuole, rispettando però il sentire anche di altri che attribuiscono, altrettanto legittimamente, valenze più o meno profonde a queste testimonianze.
Mi rimane difficile comprendere come tanti attribuiscano a cose assai ridicole potenzialità tamaturgiche e salvifiche(filtri, infusi, amuleti e ninnoli disparati) e poi beffeggino la venerazione, oppure la stessa storia, di una reliquia religiosa.
Tanto per fare un pò di pubblicità: presso la parrocchia di Colle di Quarrata c'è un'interessante reliquia, una spina che la tradizione dice essere della corona di Nostro Signore. Oggetto di ricerca, questa testimonianza ha permesso di ricostruire una storia interessante ed originale, utile a comprendere i motivi devozionali e non solo, che ne hanno fatto la sua "fortuna". La ricostruzione dell'indagine, senza tanti fronzoli, a cura di una storica (Elena Vannucchi) è nel volume "Il Colle della Sacra Spina - Una reliquia e la sua chiesa". Con apprezzamento per il lavoro, del prof. Franco Cardini.
Si dà credito storico a romanzi come il Codice da Vinci che fanno dubbie, e pure false, ricostruzioni, prive di valore scientifico, e si deride - talvolta senza conoscere - quanto di storico invece c'è.
Non è che siamo dinanzi ad altre forme di bigottismo che fà leva su pregiudizi e stereotipi pensandoli e attribuendoli sempre agli altri?
Renata Fabbri

Anonimo ha detto...

Renata... via, per favore. Eppure tu sei anche intelligente...