PISTOIA-PIANA_ Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta a firma di Carlo Massimo Biancalani, consigliere comunale di centrosinistra ad Agliana.
Nella lettera il consigliere comunale chiede la sospensione di "qualsiasi decisione sull'ampliamento dell'impianto di Montale/Agliana fino a quando non saranno definitivamente chiarite le problematiche sanitarie e ambientali del territorio e si sia verificata l'effettiva nececcità di tale impianto".
Ecco il testo integrale:
Il piano
interprovinciale dei rifiuti ha alcune notevoli carenze in quanto non tiene conto
dell’andamento attuale dei rifiuti e delle situazioni sanitarie e ambientali
locali.
Quantità rifiuti totali annui - Viene prevista un produzione annua complessiva con un aumento del 6,1% dei rifiuti pari a 1.057.000 t/a al 2021, nonostante che negli ultimi otto anni (dal 2004 al 2011) si sia verificata una diminuzione complessiva dei rifiuti dell’ATO Toscana Centro di circa 8%, inoltre nei primi mesi del 2012 la diminuzione dei rifiuti si è accentuata, e sicuramente la tendenza continuerà considerato che a tutt’oggi è in atto una delle peggiori crisi economiche del dopoguerra. Inoltre il piano prevede una serie di riduzioni derivanti dall’obbiettivo previsto nella normativa per la riduzione dei rifiuti, lo sviluppo della raccolta porta a porta (RD 65% nel 2015), sistemi tariffari incentivanti e adozione di politiche ecosostenibili, per un totale del 18,20% di riduzione al 2021 rispetto al 2010. E’ ipotizzabile che nel 2021, la produzione dei rifiuti sia diminuita di oltre 200.000 tonn/anno, rispetto alle previsioni di piano.
Il piano definisce come fattori preferenziali l’esistenza degli impianti di incenerimento per il loro ampliamento, e quindi le popolazioni che fino ad oggi hanno subito problemi sanitari e ambientali vengono ulteriormente penalizzate con un’ulteriore aumento dell’inquinamento. In particolare mi riferisco, all’ampliamento dell’impianto di termovalorizzazione di Montale per la quale non si fa alcun accenno e non si riportano gli studi relativi all’indagine ambientale e sanitaria condotta da Arpat e ASL n. 3 di Pistoia dal 2008 ad oggi e soprattutto sulla qualità dell’aria ( PM 10), aspetto molto critico e pessimo della zona da anni, essendo la peggiore in assoluto di tutta la Toscana, il piano si limita a prendere atto che la qualità dell’aria di Montale nel 2009 non ha raggiunto lo standard di validità richiesto per formulare una valutazione sullo stato dell’inquinante.
Dai dati forniti da Arpat e USL n° 3, nel recente convegno Nazionale sugli Impianti di Incenerimento presso il Comune di Pistoia è emerso che l’inceneritore di Montale (anche se sono state rispettate le normative degli anni precedenti) ha emesso in atmosfera quantità elevate di inquinanti per oltre 20 anni (1978-2000) compreso le diossine, i furani, PCB e altri prodotti estremamente pericolosi prima che l’impianto fosse reso più sicuro e funzionante con più interventi negli ultimi anni, ai fini della limitazione dell’inquinamento ambientale. Tali tipi di sostanze sono molto resistenti e permangono nell’ambiente in cui si sono depositate per oltre 20 anni prima di dimezzare il loro enorme potenziale di inquinamento di tutti i cicli vitali. Dai dati forniti si riscontra che ci sono problemi di inquinamento nella zona più a rischio, a partire dai metalli pesanti alle diossine, furani e PCB con particolare riferimento ai sedimenti del laghi Pertini e Primo Maggio (Comune di Agliana), di cui non vengono indicati i risultati analitici, ma vengono definiti decisamente elevati e in alcuni casi superiori ai limiti ammessi per i terreni, per cui risultano molte perplessità e aspetti ancora da chiarire sullo studio dei due Enti.
Per quanto attiene la qualità dell’aria, vista l’estrema pericolosità per la salute umana delle polveri sottili (PM 10 e PM 2,5), non si comprende perché il piano non approfondisca, ma anzi minimizzi il problema. Da anni oramai nella zona ci sono stati continui sforamenti sopra i limiti di legge. Nel 2011 ci sono stati n. 64 sforamenti rispetto limite di 35 sforamenti annui ammessi dalla normativa vigente, mentre nei primi tre mesi del 2012, è già stato raggiunto il limite sforamenti previsti in un anno n. 35, con punte di oltre 150 nanogrammi/Nm3, oltre tre volte il limite. Nelle altre due stazioni localizzate a una distanza di circa 9 Km dalla centralina di Montale, Pistoia zona viale Adua e Prato zona Ippodromo, le rilevazioni sulle Pm 10 risultano molto migliori. Tutto ciò nonostante che la centralina di Montale sia classificata rurale di fondo e quindi situata in una zona a bassa densità abitativa e senza particolari problemi di traffico.
Lo studio Patos, commissionato nel 2005 dalla Regione Toscana, rilevando l’estrema criticità dell’aria nel sito di Montale, riporta il che maggior contributo su scala annuale è da attribuirsi alla combustione locale per circa il 45%, mentre i giorni con valori di concentrazione di PM 10 che superano il limite giornaliero il contributo della combustione locale aumenta fino al 60%.
Sull’argomento si sono succeduti negli ultimi tempi diversi documenti di Arpat e dell’USL: In un primo documento ARPAT riferito a dati IRSE del 2005 il contributo dell’inceneritore di Montale è quantificato nel 4%; un documento USL 3 del 20.01.2012, redatto in base alla studio VIA effettuato per conto del CIS, ai fini dell’ampliamento dell’inceneritore da 120 a 150 t/g, riporta che il contributo dell’inceneritore di Montale è quantificato intorno al 25-30%. Un ultimo documento Arpat/ASL sostiene che l’inceneritore di Montale incide per 1% delle polveri sottili.
Tutti i dati sopracitati, sono molto contraddittori fra loro e indicano pesanti incertezze e problematiche ambientali da chiarire e da risolvere prima di intervenire sul territorio con ulteriori ampliamenti delle sorgenti inquinanti.
E’ urgente approfondire lo stato della qualità dell’aria, che indipendentemente dal minore o maggiore apporto dell’inceneritore, è comunque pessima, e quindi è necessario che la Provincia di Pistoia, la Regione e gli Enti preposti eseguano uno studio approfondito che indichi le sorgenti puntiformi e territoriali che provocano l’inquinamento dell’aria e quindi prendano dei provvedimenti tendenti ad ovviare il problema e raggiungere in tempi brevi gli obbiettivi di legge, prima di prevedere la realizzazione o l’ampliamento di qualsiasi altra sorgente inquinante. Il tutto così come previsto dal Decreto Legge n. 155/2010 "Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente"
Per quanto attiene l’indagine epidemiologica, in base a quanto riferito dell’A.S.L n. 3, la stessa azienda sanitaria è ancora in attesa dell’autorizzazione del Garante della Privacy, per poter approfondire, di concerto con l’Ordine dei medici di Pistoia, la sorveglianza attiva dei casi d’incidenza specifici per tumori del sistema linfoemopoietico e sarcomi dei tessuti molli in relazione a fattori di rischio e livelli di esposizione della popolazione residente nei comuni di Montale ed Agliana, dato che sulla base dei dati di letteratura scientifica, l’insorgenza di tali patologie è stata correlata alla presenza anche di impianti d’incenerimento.
Ritengo quindi, che si debba sospendere qualsiasi decisione sull’ampliamento dell’impianto di Montale/Agliana fino a quando non saranno definitivamente chiarite le problematiche sanitarie e ambientali del territorio e si sia verificata l’effettiva necessità di tale ampliamento.
Il consigliere del Centrosinistra Agliana
Carlo Massimo Biancalani
Quantità rifiuti totali annui - Viene prevista un produzione annua complessiva con un aumento del 6,1% dei rifiuti pari a 1.057.000 t/a al 2021, nonostante che negli ultimi otto anni (dal 2004 al 2011) si sia verificata una diminuzione complessiva dei rifiuti dell’ATO Toscana Centro di circa 8%, inoltre nei primi mesi del 2012 la diminuzione dei rifiuti si è accentuata, e sicuramente la tendenza continuerà considerato che a tutt’oggi è in atto una delle peggiori crisi economiche del dopoguerra. Inoltre il piano prevede una serie di riduzioni derivanti dall’obbiettivo previsto nella normativa per la riduzione dei rifiuti, lo sviluppo della raccolta porta a porta (RD 65% nel 2015), sistemi tariffari incentivanti e adozione di politiche ecosostenibili, per un totale del 18,20% di riduzione al 2021 rispetto al 2010. E’ ipotizzabile che nel 2021, la produzione dei rifiuti sia diminuita di oltre 200.000 tonn/anno, rispetto alle previsioni di piano.
Il piano definisce come fattori preferenziali l’esistenza degli impianti di incenerimento per il loro ampliamento, e quindi le popolazioni che fino ad oggi hanno subito problemi sanitari e ambientali vengono ulteriormente penalizzate con un’ulteriore aumento dell’inquinamento. In particolare mi riferisco, all’ampliamento dell’impianto di termovalorizzazione di Montale per la quale non si fa alcun accenno e non si riportano gli studi relativi all’indagine ambientale e sanitaria condotta da Arpat e ASL n. 3 di Pistoia dal 2008 ad oggi e soprattutto sulla qualità dell’aria ( PM 10), aspetto molto critico e pessimo della zona da anni, essendo la peggiore in assoluto di tutta la Toscana, il piano si limita a prendere atto che la qualità dell’aria di Montale nel 2009 non ha raggiunto lo standard di validità richiesto per formulare una valutazione sullo stato dell’inquinante.
Dai dati forniti da Arpat e USL n° 3, nel recente convegno Nazionale sugli Impianti di Incenerimento presso il Comune di Pistoia è emerso che l’inceneritore di Montale (anche se sono state rispettate le normative degli anni precedenti) ha emesso in atmosfera quantità elevate di inquinanti per oltre 20 anni (1978-2000) compreso le diossine, i furani, PCB e altri prodotti estremamente pericolosi prima che l’impianto fosse reso più sicuro e funzionante con più interventi negli ultimi anni, ai fini della limitazione dell’inquinamento ambientale. Tali tipi di sostanze sono molto resistenti e permangono nell’ambiente in cui si sono depositate per oltre 20 anni prima di dimezzare il loro enorme potenziale di inquinamento di tutti i cicli vitali. Dai dati forniti si riscontra che ci sono problemi di inquinamento nella zona più a rischio, a partire dai metalli pesanti alle diossine, furani e PCB con particolare riferimento ai sedimenti del laghi Pertini e Primo Maggio (Comune di Agliana), di cui non vengono indicati i risultati analitici, ma vengono definiti decisamente elevati e in alcuni casi superiori ai limiti ammessi per i terreni, per cui risultano molte perplessità e aspetti ancora da chiarire sullo studio dei due Enti.
Per quanto attiene la qualità dell’aria, vista l’estrema pericolosità per la salute umana delle polveri sottili (PM 10 e PM 2,5), non si comprende perché il piano non approfondisca, ma anzi minimizzi il problema. Da anni oramai nella zona ci sono stati continui sforamenti sopra i limiti di legge. Nel 2011 ci sono stati n. 64 sforamenti rispetto limite di 35 sforamenti annui ammessi dalla normativa vigente, mentre nei primi tre mesi del 2012, è già stato raggiunto il limite sforamenti previsti in un anno n. 35, con punte di oltre 150 nanogrammi/Nm3, oltre tre volte il limite. Nelle altre due stazioni localizzate a una distanza di circa 9 Km dalla centralina di Montale, Pistoia zona viale Adua e Prato zona Ippodromo, le rilevazioni sulle Pm 10 risultano molto migliori. Tutto ciò nonostante che la centralina di Montale sia classificata rurale di fondo e quindi situata in una zona a bassa densità abitativa e senza particolari problemi di traffico.
Lo studio Patos, commissionato nel 2005 dalla Regione Toscana, rilevando l’estrema criticità dell’aria nel sito di Montale, riporta il che maggior contributo su scala annuale è da attribuirsi alla combustione locale per circa il 45%, mentre i giorni con valori di concentrazione di PM 10 che superano il limite giornaliero il contributo della combustione locale aumenta fino al 60%.
Sull’argomento si sono succeduti negli ultimi tempi diversi documenti di Arpat e dell’USL: In un primo documento ARPAT riferito a dati IRSE del 2005 il contributo dell’inceneritore di Montale è quantificato nel 4%; un documento USL 3 del 20.01.2012, redatto in base alla studio VIA effettuato per conto del CIS, ai fini dell’ampliamento dell’inceneritore da 120 a 150 t/g, riporta che il contributo dell’inceneritore di Montale è quantificato intorno al 25-30%. Un ultimo documento Arpat/ASL sostiene che l’inceneritore di Montale incide per 1% delle polveri sottili.
Tutti i dati sopracitati, sono molto contraddittori fra loro e indicano pesanti incertezze e problematiche ambientali da chiarire e da risolvere prima di intervenire sul territorio con ulteriori ampliamenti delle sorgenti inquinanti.
E’ urgente approfondire lo stato della qualità dell’aria, che indipendentemente dal minore o maggiore apporto dell’inceneritore, è comunque pessima, e quindi è necessario che la Provincia di Pistoia, la Regione e gli Enti preposti eseguano uno studio approfondito che indichi le sorgenti puntiformi e territoriali che provocano l’inquinamento dell’aria e quindi prendano dei provvedimenti tendenti ad ovviare il problema e raggiungere in tempi brevi gli obbiettivi di legge, prima di prevedere la realizzazione o l’ampliamento di qualsiasi altra sorgente inquinante. Il tutto così come previsto dal Decreto Legge n. 155/2010 "Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente"
Per quanto attiene l’indagine epidemiologica, in base a quanto riferito dell’A.S.L n. 3, la stessa azienda sanitaria è ancora in attesa dell’autorizzazione del Garante della Privacy, per poter approfondire, di concerto con l’Ordine dei medici di Pistoia, la sorveglianza attiva dei casi d’incidenza specifici per tumori del sistema linfoemopoietico e sarcomi dei tessuti molli in relazione a fattori di rischio e livelli di esposizione della popolazione residente nei comuni di Montale ed Agliana, dato che sulla base dei dati di letteratura scientifica, l’insorgenza di tali patologie è stata correlata alla presenza anche di impianti d’incenerimento.
Ritengo quindi, che si debba sospendere qualsiasi decisione sull’ampliamento dell’impianto di Montale/Agliana fino a quando non saranno definitivamente chiarite le problematiche sanitarie e ambientali del territorio e si sia verificata l’effettiva necessità di tale ampliamento.
Il consigliere del Centrosinistra Agliana
Carlo Massimo Biancalani
3 commenti:
Roberto Guazzini (su Facebook) scrive: Ogni tanto qualcuno ha un barlume di buon senso che va' oltre i dati ampliamente riportati nell'articolo...su via un'altro sforzo e forse l'inceneritore non sara' ampliato in favore di una raccolta differenziata piena di buon senso..
No all'ampliamento dell'inceneritore di Montale, si alla graduale dismissione.
Dino Polvani (da Facebook)
Bravo Carlo! E avanti così giunta Ciampolini! Tra Quarrata Montale e Agliana quest'ultimo è stato il primo ad avviare la raccolta porta a porta completa… Brava Eleanna!
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