lunedì 13 dicembre 2010

Un falso clamoroso la lapide nello "Spirito Santo". La battaglia di don Umberto Pineschi per cambiare il nome alla chiesa.


PISTOIA_ Non usa mezzi termini, don Umberto Pineschi, nella sua tenace “battaglia” per riottenere il nome giusto alla chiesa di cui lui è oggi parroco: lo splendido edificio seicentesco (l’altare maggiore venne realizzato dal Bernini) conosciuto dai più come chiesa dello Spirito Santo, nell’omonima piazza del centro storico pistoiese.
Per don Pineschi - organista di fama mondiale, recentemente insignito di un prestigioso riconoscimento dal governo giapponese - quell’edificio deve invece intitolarsi a Sant’Ignazio, fondatore del gesuiti che nella città toscana, attorno al 1647, iniziarono a costruire la loro chiesa – quella - dedicandola al santo fondatore, Ignazio da Loyola.
E poiché nella chiesa esiste una lapide, posta nel 1844, nella quale è scritto che l’edificio era stato intitolato allo Spirito Santo nel 1777, don Umberto sostiene che quella lapide altro non è che “un clamoroso falso”.
Fu proprio nel 1777 – spiega – che papa Pio VI, in un altro documento, si riferiva alla chiesa come a quella di Sant’Ignazio.
“Senza contare – aggiunge – che l’anno dopo la chiesa era ancora intitolata a Sant’Ignazio sia nella lettera del vescovo al papa che nel documento finale di una contesa per i beni di Santa Maria del Giglio”.
Don Pineschi esibisce copia della lettera: è datata 9 settembre 1777e il vescovo di Pistoia la scrisse per accompagnare un cardinale dal papa.
Ma cos’era successo in quella piazza?
“Ciò che era successo a un’altra chiesa – prosegue don Umberto – e cioè alla chiesa di San Benedetto che, nello stesso periodo in cui furono soppressi i gesuiti (1773), fu intitolata a San Leopoldo ma senza cambiamento ufficiale di dedicazione. Due secoli dopo, negli anni Sessanta del Novecento, San Benedetto tornò a riprendersi il suo vero nome, così come la piccola chiesa di San Michele in Cionco, che nel Settecento era diventata, anch’essa senza dedicazione ufficiale, San Giuseppino e da qualche decennio è tornata a chiamarsi con il suo vero nome”.
Per don Umberto Pineschi (che proprio nella chiesa dello Spirito Santo - Sant’Ignazio- organizza importanti concerti con i due preziosi organi) i documenti sono più che sufficienti perché “finalmente Sant’Ignazio torni a essere pienamente e giustamente Sant’Ignazio”.
Si appella a chi sta lavorando per il nuovo “annuario” diocesano in modo da eliminare il torto. Ma non solo: avanza anche la richiesta che un altro edificio sacro del centro storico pistoiese torni a riottenere il suo nome vero. Si tratta della piccola chiesa di San Leone (oggi non più officiata) nelle immediate vicinanze della Cattedrale: venne abbellita, su un precedente oratorio, dai preti della Congregazione dello Spirito Santo.
E Per don Umberto Pineschi, tenace prete organista amico dell’imperatrice del Giappone, dovrebbe tornare a chiamarsi dello Spirito Santo perdendo così l’appellativo di San Leone.

Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia

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