L’assemblea pubblica ha l’obiettivo di fare il punto sulla situazione delle nocività prodotte dalle emissioni dell’inceneritore del Cis di Montale sul pesante inquinamento della piana pistoiese e pratese e sulle malattie e morti conseguenti.

“L'incontro – spiegano dal Comitato - è in risposta a quanto emerso dalle indagini e dalle analisi effettuate sulle matrici ambientali(suolo e acque), sulle matrici biologiche (animali e piante) e in riferimento alle informazioni date da Arpat, Usl e Provincia di Pistoia le quali, pur certificando un diffuso inquinamento dei terreni e delle acque, minimizzano gli effetti dannosi di tale situazione e quelli dell' inceneritore relativamente alla produzione di sostanze nocive e tossiche”.
“Noi chiediamo invece – si legge in una nota - la chiusura dell'impianto di incenerimento di via Tobagi a Montale in quanto trattasi di una fonte dannosa certa per la salute umana e in quanto nocività evitabile, essendo disponibili altre soluzioni senza ricorrere a combustioni e basate sul riutilizzo e il riciclaggio. Modalità che, insieme alle raccolte differenziate, creano nuova occupazione”.
Durante la serata saranno presentate le valutazioni sui report illustrati da Arpat e Usl il 29 maggio scorso in una iniziativa pubblica svoltasi sempre ad Agliana nella stessa sede.
Alessandro Romiti introdurrà gli specialisti chiamati a rispondere alla presentazione della prima fase di indagini purtroppo dimostrative del conclamato inquinamento dell’ambiente della piana pistoiese e pratese con particolare rilievo nelle zone di ricaduta dell’inceneritore di Montale e di quello di Baciacavallo.
L’emergenza sanitaria minaccia la popolazione con lo sviluppo di patologie tumorali e conseguenti morti. Al dibattito interverranno la dottoressa Patrizia Gentilini(oncologa -ISDE Italia); il dottor Valerio Gennaro, epidemiologo - Istituto Tumori di Genova; il dottore Gianni Malatesta, fisico; la dott.ssa Adriana Pagliai del Coordinamento dei Comitati della Piana Firenze, Prato e Pistoia.

Nell’assemblea del 29 maggio le relazioni di Arpat e di Asl hanno dimostrato la presenza di estese tossicità nelle matrici ambientali e biologiche, anche confermate nelle dichiarazioni rese dal direttore di ARPAT al procedimento penale Tibo-Cappocci. Per loro ammissione, il territorio è pesantemente inquinato.
La prevalenza delle tossicità è riconducibile all’inceneritore di via Tobagi.Un disastro sanitario e ambientale evitabile da fermare subito con alternative concrete e disponibili.
Da tempo il comitato per la chiusura dell’Inceneritore di Montale si batte contro il sistema integrato e l’incenerimento ma anche a favore del riutilizzo, del riciclaggio, compostaggio e risparmio di materia energia.
a.b.
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