mercoledì 8 dicembre 2010

Acqua pubblica: 5 domande ai Sindaci dell'Ato3 della Toscana


PISTOIA-AGLIANA_ Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta di Giuliano Ciampolini di Agliana indirizzata ai Sindaci dell'Ato3 della Toscana in vista della assemblea.

"La privatizzazione definitiva della gestione dei servizi idrici (tramite un'unica Spa a livello regionale da collocare in Borsa), ha bisogno anche del consenso dei Comuni, che (se vogliono) possono mettersi "di traverso" chiedendo il sostegno dei cittadini (come ha scelto di fare Danilo Bianchi, Sindaco di Anghiari (nella foto con Alex Zanotelli, ndr) e come hanno annunciato di voler fare i Sindaci che hanno approvato delibere che impegnano a battersi per riportare l'affidamento della gestione dei servizi idrici ad aziende totalmente pubbliche).
In vista dell'Assemblea dei Sindaci dell'Ato3 della Toscana, 5 domande (e le conseguenti risposte) possono aiutare i Sindaci a capire se continuare sulla strada seguita finora o proporsi un cambiamento:

1) Sulle tariffe, perchè non viene attuato un sistema di calcolo dei consumi di acqua con un meccanismo che consenta ad ogni utenza di suddividere il consumo tra i componenti del nucleo familiare, in modo da agevolare il consumo di necessità e colpire il consumo classificabile come spreco (non dovrebbe essere difficile, perchè ad ogni utenza familiare potrebbe essere chiesto il certificato di "stato di famiglia")?
2) Perchè nel 2003/2004 Publiacqua Spa realizzava il 90% degli investimenti programmati e negli ultimi anni (nonostante l'ingresso del capitale privato di Acea Spa, avvenuto nel 2006) realizza circa il 50% degli investimenti programmati?
3) Perchè la fognatura sulla riva sinistra dell'Arno a Firenze, da 35 milioni di euro previsti, è stata appaltata a 73 milioni di euro (come viene giustificato, in modo dettagliato, un aumento di 38 milioni di euro)?
4) E' vero che nel Bilancio Preventivo di Publiacqua Spa per l'anno 2011, sono previsti 9,5 milioni di euro per acquisto di automezzi, oltre 3 milioni di euro per consulenze legali e altri 3 milioni per "campagne di comunicazione", mentre per arginare le perdite nella rete degli acquedotti ci sarà un taglio dell'85 % (riducendo la previsione di spesa ad appena 15 milioni di euro)?
5) Il 7% di profitto sul capitale destinato a investimenti (pagato in bolletta dagli utenti di Publiacqua Spa), è saggio che per il 40% continui ad andare ad Acea Spa (cioè al Comune di Roma e a Caltagirone), oppure sarebbe meglio proporsi una strategia di graduale ripubblicizzazione della gestione dei servizi idrici (mettendosi in sintonia con il milione e 400mila cittadini che hanno firmato i quesiti referendari su acqua e gestione dei servizi idrici)?

Giuliano Ciampolini

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