lunedì 12 settembre 2011

Carcere di Pistoia. In una lettera aperta al sindaco Renzo Berti proposto Antonio Sammartino come garante "per integrare carcere e città"


PISTOIA_Una lettera aperta al sindaco di Pistoia Renzo Berti perchè venga istituito anche a Pistoia il “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale".
E' stata scritta nei giorni scorsi da Giovanni Paci (consulente, ricercatore e formatore freelance nel campo delle politiche sociali e dell’educazione degli adulti) e Sauro Gori (presidente della Cooperativa sociale In cammino di Pistoia), entrambi impegnati nel volontariato e nella solidarietà in favore dei detenuti nel carcere pistoiese di Santa Caterina in Brana.
La lettera è formulata affinchè ai carcerati "siano erogate le prestazioni inerenti il diritto alla salute, il miglioramento della qualità della vita l’istruzione e la formazione professionale e ogni altra prestazione finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale ed all’inserimento nel mondo del lavoro contribuendo ad assicurare la finalità rieducativa della pena ed il reinserimento sociale dei condannati, così come, più in generale, l’effettivo godimento dei diritti civili e sociali, nonché la rimozione degli ostacoli al godimento di tali diritti all’interno delle strutture restrittive della libertà personale”.
Sono questi gli obiettivi indicati nel preambolo della legge regionale 69/2009 che detta norme per istituire in Toscana, il Garante regionale(nomina che ricordiamo è stata attribuita ad Alessandro Margara, ex magistrato, ex direttore generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e attuale presidente della Fondazione Michelucci).
Per i firmatari, sotto il profilo generale "sono molteplici le cause che determinano situazioni esplosive all’interno degli istituti penitenziari" mentre " purtroppo riscontriamo un vuoto di informazione e di conoscenza su quelle che sono le condizioni e i problemi delle persone ristrette".
Venendo al carcere di Pistoia "anche qui - prosegue la lettera - non mancano motivi di apprensione, come dimostra il continuo sovraffollamento, la scarsità del personale di custodia, gli episodi di autolesionismo fino ad arrivare al suicidio a cui abbiamo assistito alcuni mesi fa".
Per Paci e Gori "occorre costruire un rapporto di reciproca integrazione fra città e istituzione carceraria dove ognuno possa mettere a disposizione dell’altro le risorse che possiede e la figura del Garante può contribuire a raggiungere questo obiettivo".
I firmatari (la lettera è stata diffusa anche su iniziativa della onlus "Un raggio di luce") caldeggiano anche un nominativo: nella persona di Antonio Sammartino ("che da anni opera in questo settore con impegno e dedizione e possiede i requisiti previsti dalla legge all’art. 3 nonché l’esperienza e la competenza necessarie").
a.b.

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