QUARRATA_ Venerdì 6 Luglio alle ore 21.15 presso il “Parco
Verde” di Olmi a Quarrata nell’ambito della festa “Paese Aperto” Luca Telese ,
Francesca Fornario (L’Unità”) e i redattori presenteranno il nuovo quotidiano “Pubblico”
definito dal noto giornalista fino a qualche settimana fa a La7 e a “Il Fatto”
un "piccolo centro studi del cambiamento e della costruzione delle idee”.
In edicola dal 18 settembre il nuovo quotidiano (20 pagine a 1,50 euro) potrà
contare su redattori giovani (l’età media è di 35 anni) tra cui Federico Mello
e Manolo Fucecchi. Tra le altre firme ci saranno oltre a Francesca Fornario (L’Unità”),
Tommaso Labate (già al Riformista ) e Stefania Podda ( Liberazione ). E
poi firme come Ritanna Armeni, Corrado Formigli, Mario Adinolfi, Marco Berlinguer
e Carlo Freccero.
Tra gli azionisti ci
sono oltre allo stesso Telese anche Lorenzo Mieli e Fiorella Mannoia.
“ La domanda
é: serve un nuovo giornale a sinistra? E se é così, per
raccontare cosa? Pubblico vuole raccontare la crisi italiana riscrivendo l'agenda del dibattito politico: dalla parte degli ultimi e dei primi, dalla parte dell'Italia del coraggio che mette al primo posto della sua agenda i diritti, il lavoro, i valori”.
raccontare cosa? Pubblico vuole raccontare la crisi italiana riscrivendo l'agenda del dibattito politico: dalla parte degli ultimi e dei primi, dalla parte dell'Italia del coraggio che mette al primo posto della sua agenda i diritti, il lavoro, i valori”.
L’appuntamento a Olmi rientra nelle tappe dell’ “Official
Tour” promosso in tutta Italia per promuovere il nuovo quotidiano.
Ecco cosa si
legge sul sito www.pubblicogiornale.it
Questo
giornale è nato – anche – la mattina in cui l’operaio Petrillo, di Irisbus, ci ha
chiamato da Valle Ufita, dove la sua fabbrica sta per essere smantellata,
dicendo: “Lo sapete, siamo in cassa integrazione, non abbiamo molti soldi… Ma
troveremo il modo di fare degli abbonamenti per sostenervi”.
Questo
giornale è nato – anche – nella notte della Bastiglia, quella in cui la Francia
ha scelto il cambiamento, seguendo una classe dirigente che ha deciso di andare
dritta, sulla strada del suo programma e dei suoi valori, senza scorciatoie e
zig zag. É nato – anche – con un omaggio al giornale del cambiamento in
Francia, e quello dell’anticonformismo in Spagna e Portogallo.
È nato
portandosi nel cuore i ragazzi della legione straniera dei talenti, che abbiamo
costretto a emigrare in giro per l’Europa. È nato – anche – nel tempo della
crisi perché tornasse la speranza.
È nato
perché c’è bisogno di ricostruire e non solo di distruggere. È nato – anche –
perché vuole combattere le sottoculture tetre, vittimistiche, millenaristiche. È nato perché oggi c’è bisogno di meno
estremismo, per non perdere il contatto con la realtà, e di più radicalità per
andare a fondo, quando si tratta di difendere i valori.
Questo
giornale è dalla parte degli ultimi – cioè di tutti coloro che la crisi e la
speculazione stanno cercando di espellere dalla società civile – e dei primi,
quelli del merito vero, dell’eccellenza del talento, che sono l’unica salvezza
di questo paese. Questo giornale pensa che le leggi sulla diversità non possano
essere scritte dalla Binetti. Questo è un giornale generazionale, non perché si
balocca in qualche pierinismo giovanilistico, ma perché pensa che gli anziani
debbano essere maestri e non caporali.
Questo
è un giornale nato grazie a te, che ti sei abbonato, perché non ha alle spalle
palazzinari, imprenditori assistiti, faccendieri. Questo giornale, da
settembre, metterà in discussione la sinistra degli affari e quella delle
reliquie ideologiche. Questo giornale racconterà la politica del cambiamento –
tutta – ma non apparterrà a nessun politico. Questo giornale sarà pubblico
conto l’egemonia delle privatizzazioni a spese nostre e dello statalismo a
spese di tutti.
Questo
giornale sarà un giornale che si batte per difendere i saperi, la cultura, le
belle bandiere di cui parlava Pier Paolo Pasolini, che sventolano oggi in
questa testata, senza farsi arruolare nelle salmerie di Palazzo. Questo
giornale è Pubblico – anche – perché l’informazione era, e resta, un bene
pubblico. Come l’acqua, l’aria, l’energia. E il coraggio
Dopo la
presentazione seguirà il dibattito.
a.b.
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