mercoledì 27 ottobre 2010

L'inceneritore di Montale arriva in Parlamento. Presentata alla Camera una interrogazione da Domenico Scilipoti (Idv).

MONTALE-AGLIANA-QUARRATA_ “Grazie all’Onorevole Domenico Scilipoti (IdV) la storia dell’Inceneritore di Montale arriva in Parlamento” Lo comunica Adriana Pagliai del Coordinamento dei Comitati della Piana Firenze-Prato-Pistoia.
Con una interrogazione a risposta scritta (la n. 4-09127) presentata nella seduta di annuncio presso la Camera dei Deputati il 21 ottobre scorso l’esponente di Italia dei Valori ha rivolto al Ministero dell’Ambiente e della Salute del territorio e del Mare e al ministero della Salute un lungo documento (che riportiamo per intero di seguito)che informa il Parlamento delle mancate ordinanze di divieto al consumo e alla commercializzazione dei cibi (risultati pesantemente contaminati da diossine e Pcb) prodotti in area di ricaduta dell’inceneritore; della contaminazione del latte materno; dei mancati provvedimenti per la bonifica dell’acqua potabile risultata anche questa contaminata da diossine; per informare che c’è un processo in corso per accertare le responsabilità della protratta contaminazione avvenuta nel 2007 quando per oltre 75 giorni l’inceneritore ha emesso diossine ben oltre i limiti massimi permessi dalla legga.
“ L’onorevole Scilipoti – spiega Pagliai - ha informato il Parlamento che in Toscana esiste una situazione di pesante e grave contaminazione da diossina che viene ignorata dalle amministrazioni locali e dagli organi di controllo”.

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09127

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 387 del 21/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: SCILIPOTI DOMENICO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 21/10/2010
Destinatari
Ministero destinatario:
• MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
• MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 21/10/2010
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09127 (
presentata da
DOMENICO SCILIPOTI
giovedì 21 ottobre 2010, seduta n.387

SCILIPOTI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il C.I.S. (Consorzio intercomunale servizi)S.P.A., del quale sono azionisti i comuni di Agliana, Quarrata e Montale, in provincia di Pistoia, è proprietario dell'impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani, speciali e ospedalieri, posto in comune di Montale (PT), in area assai prossima alla confinante provincia di Prato;

questo impianto è in funzione, con varie modifiche intercorse, dall'anno 1978. In data 3 maggio 2007 l'Agenzia ambientale toscana (ARPAT) effettuava un prelievo di controllo sulle emissioni dell'inceneritore, riferendo, l'11 luglio 2007, il superamento dei limiti di legge per le diossine di oltre 6 volte;

a seguito di tali risultati, in data 18 luglio 2007, il sindaco del comune di Montale emanava un'ordinanza contingibile ed urgente, con la quale, dato atto del superamento dei limiti emissivi, stabiliti dal decreto legislativo 133 del 2005, ordinava al C.I.S. la chiusura dell'impianto entro 36 ore dalla notifica e dopo che fossero stati eseguiti nuovi prelievi da parte di ARPAT;

anche le nuove analisi effettuate dall'ARPAT confermavano il superamento dei limiti di legge del parametro diossina con referti analitici resi disponibili il 28 luglio 2007;

visti questi ripetuti superamenti dei limiti di emissione delle diossine ed in considerazione della elevata tossicità di tali sostanze accumulatesi nell'area, a causa della presenza dell'impianto, veniva richiesto, da parte dei locali comitati, già all'indomani della chiusura dell'inceneritore, l'emissione di ordinanze di divieto di produzione, consumo e commercializzazione di prodotti alimentari provenienti dall'area circostante l'inceneritore;


ma a questa richiesta non seguivano iniziative a concreta tutela della salute dei cittadini. In data 30 luglio 2007 veniva istituito, presso la provincia di Pistoia e su iniziativa della stessa, un gruppo di lavoro definito «istituzionale» composto, oltre che dalla stessa provincia, dai comuni proprietari dell'impianto, dalla ARPAT e dalla locale ASL, allo scopo di effettuare approfondimenti congiunti sul funzionamento dell'impianto, nonché un monitoraggio ambientale ed un monitoraggio sanitario;

questo gruppo di lavoro «istituzionale» non riteneva di dover emanare ordinanze cautelative di utilizzo e commercializzazione di prodotti alimentari della zona, bensì di dotarsi di un gruppo di lavoro «tecnico» composto da personale dell'ASL e dell'ARPAT con il compito di definire i monitoraggi ambientali e sanitari;

questo gruppo di lavoro «tecnico» stabiliva di effettuare approfondimenti di carattere ambientale e sanitario, tramite un piano di campionamento, dopo aver definito, con metodi scientificamente riconosciuti, l'area di maggiore ricaduta delle diossine emesse dall'impianto di incenerimento, area che interessa parte dei comuni di Agliana, Montale, Pistoia e Quarrata, situati nella provincia di Pistoia ed anche parte dei comuni di Montemurlo e Prato, della provincia di Prato;

l'impianto di incenerimento, dopo una sommaria indagine amministrativa, veniva rimesso in funzione nell'ottobre 2007. L'indagine sanitaria, consistente in campioni su matrici animali, veniva effettuata dalle ASL n. 3 di Pistoia e n. 4 di Prato, i campioni venivano analizzati dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle regioni del Lazio e Toscana;

con una nota 10 febbraio 2009, il predetto Istituto riferiva i risultati dell'indagine, dichiarando che per i campionamenti dell'area posta nell'area di ricaduta della provincia di Pistoia, i risultati della determinazione di diossine (PCDD/F e PCBs diossina simili), denotavano «una pressoché totale presenza», nei 14 campioni di origine animale, di PCB diossina e simili, superiore ai limiti di legge previsti in 4 pg/g TE;

nell'area della provincia di Prato in comune di Montemurlo e nel Comune di Prato veniva rilevato dall'analisi di due campioni di pollo un livello di somma di diossine e PCB fino a circa 40 volte il limite di legge;

in sede di discussione sull'interpretazione dei dati acquisiti e sulle iniziative da intraprendere, si veniva a conoscenza dell'esistenza di un netto contrasto, all'interno del gruppo di lavoro «tecnico», sulla necessità o meno di emanare provvedimenti di divieto di commercializzazione e consumo dei prodotti alimentari provenienti dall'area di ricaduta dell'impianto, provvedimenti che, a tutt'oggi, non sono stati emanati, in quanto i responsabili delle Asl di Prato e di Pistoia sembrerebbe essersi limitati a «consigliare» e solo in un tempo successivo, il non consumo ai soli allevatori indagati risultati essere oltre i limite di legge;

giova anche ricordare che, in assenza di iniziative da parte delle istituzioni locali i comitati dell'area organizzavano l'analisi di latte materno di due mamme, residenti in area di ricaduta, che avevano volontariamente accettato di sottoporre ad analisi il proprio latte a circa due settimane dal parto;

l'indagine eseguita presso il Consorzio interuniversitario nazionale «la chimica per l'ambiente» di Marghera (Venezia), con costi a carico dei cittadini, dava come risultato una consistente presenza di diossine e PCB dioxin-like nei campioni di latte materno analizzati, superiore anche ai limiti normativi per il latte vaccino che è pari a 6 pg/g TE;

in particolare, veniva evidenziato che il profilo di dodici molecole diossino-simili appartenenti ai PCB riscontrati nei campioni di latte materno è del tutto sovrapponibile al profilo dei PCB emessi dall'impianto e al profilo dei PCB riscontrati nella carne di pollo, tanto da far ritenere ragionevolmente certa l'origine della contaminazione ambientale nell'impianto di incenerimento dei rifiuti di Montale;

inoltre, anche ulteriori analisi effettuate da ARPAT nella matrice acqua (compresa l'acqua fornita dagli acquedotti della zona, in provincia di Pistoia) fornivano risultati superiori al valore previsto, quale limite sanitario, per diossine e furani dalla commissione consultiva nazionale del Ministero della sanità del febbraio 1988, limite che non sarebbe riconosciuto tale dai responsabili dalla locale ASL, preferendo a questo limite nazionale, un valore guida assai più elevato dell'Agenzia federale dell'ambiente degli Stati Uniti (U.S.E.P.A.);

i risultati di tutte queste analisi, in particolare quelle disposte dalla pubblica amministrazione sulle matrici animali e quelle disposte dai cittadini sul latte umano, convergono nel far ritenere la sussistenza di una situazione ambientale e sanitaria di rischio concreto per la salute delle popolazioni della zona, legato anche al consumo di prodotti alimentari di provenienza locale;

sulla vicenda, relativa ai superamenti dei limiti di emissione del 2007, è in corso, dai primi mesi di quest'anno, un processo penale presso il Tribunale di Pistoia, nei confronti dell'allora presidente e direttore dell'impianto -:

di quali elementi dispongano in merito alla situazione di inquinamento ambientale di cui in premessa e se non ritengano di promuovere un'indagine epidemiologica al fine di tutelare la salute delle popolazioni locali.(4-09127)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

allora ora con l'italia dei valori siamo salvi
li ammazza tutti di pietro questi comunisti inceneritoristi

Anonimo ha detto...

Era l'ora.....io mi domando come si fa' a insistere sulla strada dell'incenerimento mentre si puo' riciclare...lo so' sono ingenuo.. mi scordo sempre che il ritorno di denaro è piu' importante della salute dell'uomo.

Roberto Guazzini

Anonimo ha detto...

Grazie all'onorevole Domenico Scilipoti dell'IDV.Era l'ora che qualche politico se ne facesse carico..

Anna Ciervo

Anonimo ha detto...

TUTTI GLI INCENERITORI
Stiamo molto attenti a non confinare i problemi ad un solo inceneritore. Così facendo si fornirebbe un alibi a quei personaggi, e non sono pochi, che sostengono che il LORO inceneritore non ha niente a che fare con gli altri. Che il LORO inceneritore fa uscire solo qualche sbuffetto di vapore acqueo. Che il LORO inceneritore risolve la questione dei rifiuti. La realtà è, invece, ben diversa: TUTTI gl’inceneritori sono fonti di veleni. Insomma, concentrarsi su Montale, per oggettivamente orrendo sia questo sito, distoglie l’attenzione dal vero problema che è molto più generale.
Edi Mattioli

Anonimo ha detto...

quello che più mi sconvolge è che ci tengano all'oscuro di tutto ciò!SIAMO FORSE ARRIVATI AL PUNTO DI NON RITORNO?!!!

Unknown ha detto...

scusate non mi sono firmata sono Ornella Fallani!