PISTOIA_ Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato stampa redatto dalla Rete 13 Febbraio Pistoia sulla campagna pubblicitaria diffusa dalla Regione Toscana per promuovere le manifestazioni organizzate in occasione del settimo centenario dalla nascita di Giovanni Boccaccio:
Immagine: quattro giovani donne semi-nude, con le labbra rosse.
Le ragazze in posa plastica, i segmenti di abiti che le coprono, il taglio della luce, rendono la foto molto 'glamour'; potremmo trovarla in una qualunque rivista di moda, in un servizio su qualche stilista o su qualche sfilata, e la guarderemmo senza farci attenzione perché il nostro cervello la registrerebbe come adeguata a quel contesto.
Questa foto invece è stata scelta per pubblicizzare le iniziative legate al settimo centenario dalla nascita di Giovanni Boccaccio. La vediamo in rete, per strada, anche tra le locandine del punto soci della Coop, con accanto la dicitura: Boccaccio 1313/2013 Un anno di eventi in Toscana.Guardando la locandina, la prima impressione è che la foto delle quattro fanciulle discinte voglia rimandare a un immaginario popolare legato al termine 'boccaccesco' come sinonimo di situazioni licenziose e salaci, scopriamo invece, consultando il sito della manifestazione, che l'ispirazione dell* autor* della foto nasce dal poema di Boccaccio 'Ninfale fiesolano' e che grande è stato lo sdegno de* creativ* per la mancata percezione del riferimento letterario da parte di tutte quelle donne e associazioni che la stanno contestando. Poiché le note con cui il "Centro I Macelli" di Certaldo (che ha realizzato le immagini) cerca di spiegare il progetto e i concetti che lo hanno ispirato non verranno certo allegate ai poster. All'osservatore/osservatrice resta solo l'immagine di una delle tante pubblicità che utilizza il corpo delle donne per attirare l'attenzione su un prodotto, che in questo caso è una manifestazione culturale ma che avrebbe potuto tranquillamente essere un profumo o un'automobile.
Se le stesse ninfe le avessimo viste, all'interno della manifestazione, in uno spettacolo teatrale o in una performance tratte dal poema 'Ninfale fiesolano', non ci sarebbe certo venuto in mente di contestare nulla, sarebbero state semplicemente parte dell'allestimento complessivo di un'opera che ciascuna avrebbe giudicato secondo il proprio gusto. All'artista che difende la sua opera d'arte dagli attacchi delle 'solite femministe' possiamo solo dire che ha quantomeno sbagliato contesto perché, nel caso specifico, lo scopo della sua immagine non era 'l'arte' fine a se stessa ma 'la pubblicità' finalizzata alla vendita e che forse, tenendo presente questo, avrebbe potuto calibrare meglio l'effetto che avrebbe avuto il suo lavoro.
Da anni associazioni femminili e femministe, Reti di donne e Commissioni per le Pari Opportunità, anche della nostra Regione, si adoperano per denunciare la cultura sessista che condiziona, tra le altre cose, l'uso delle immagini nelle varie forme di comunicazione, soprattutto nella rappresentazione del corpo femminile, per questo ci rammarichiamo che l'Assessora alla cultura della Regione Toscana non abbia colto l'inopportunità di queste immagini e non abbia preteso e verificato che, nella libertà d'espressione, fossero garantiti la dignità e il rispetto delle persone, quando ormai da anni Risoluzioni e Codici di autodisciplina richiamano alla necessità di un cambiamento nelle strategie mediatiche che rafforzano gli stereotipi di genere.
Le ragazze in posa plastica, i segmenti di abiti che le coprono, il taglio della luce, rendono la foto molto 'glamour'; potremmo trovarla in una qualunque rivista di moda, in un servizio su qualche stilista o su qualche sfilata, e la guarderemmo senza farci attenzione perché il nostro cervello la registrerebbe come adeguata a quel contesto.
Questa foto invece è stata scelta per pubblicizzare le iniziative legate al settimo centenario dalla nascita di Giovanni Boccaccio. La vediamo in rete, per strada, anche tra le locandine del punto soci della Coop, con accanto la dicitura: Boccaccio 1313/2013 Un anno di eventi in Toscana.Guardando la locandina, la prima impressione è che la foto delle quattro fanciulle discinte voglia rimandare a un immaginario popolare legato al termine 'boccaccesco' come sinonimo di situazioni licenziose e salaci, scopriamo invece, consultando il sito della manifestazione, che l'ispirazione dell* autor* della foto nasce dal poema di Boccaccio 'Ninfale fiesolano' e che grande è stato lo sdegno de* creativ* per la mancata percezione del riferimento letterario da parte di tutte quelle donne e associazioni che la stanno contestando. Poiché le note con cui il "Centro I Macelli" di Certaldo (che ha realizzato le immagini) cerca di spiegare il progetto e i concetti che lo hanno ispirato non verranno certo allegate ai poster. All'osservatore/osservatrice resta solo l'immagine di una delle tante pubblicità che utilizza il corpo delle donne per attirare l'attenzione su un prodotto, che in questo caso è una manifestazione culturale ma che avrebbe potuto tranquillamente essere un profumo o un'automobile.
Se le stesse ninfe le avessimo viste, all'interno della manifestazione, in uno spettacolo teatrale o in una performance tratte dal poema 'Ninfale fiesolano', non ci sarebbe certo venuto in mente di contestare nulla, sarebbero state semplicemente parte dell'allestimento complessivo di un'opera che ciascuna avrebbe giudicato secondo il proprio gusto. All'artista che difende la sua opera d'arte dagli attacchi delle 'solite femministe' possiamo solo dire che ha quantomeno sbagliato contesto perché, nel caso specifico, lo scopo della sua immagine non era 'l'arte' fine a se stessa ma 'la pubblicità' finalizzata alla vendita e che forse, tenendo presente questo, avrebbe potuto calibrare meglio l'effetto che avrebbe avuto il suo lavoro.
Da anni associazioni femminili e femministe, Reti di donne e Commissioni per le Pari Opportunità, anche della nostra Regione, si adoperano per denunciare la cultura sessista che condiziona, tra le altre cose, l'uso delle immagini nelle varie forme di comunicazione, soprattutto nella rappresentazione del corpo femminile, per questo ci rammarichiamo che l'Assessora alla cultura della Regione Toscana non abbia colto l'inopportunità di queste immagini e non abbia preteso e verificato che, nella libertà d'espressione, fossero garantiti la dignità e il rispetto delle persone, quando ormai da anni Risoluzioni e Codici di autodisciplina richiamano alla necessità di un cambiamento nelle strategie mediatiche che rafforzano gli stereotipi di genere.
Che dire poi dell'Alto Patrocinio concesso dalla Presidenza della Repubblica?
Confidiamo che il "Centro I Macelli" di Certaldo, di cui conosciamo le competenze, decida di aderire alla campagna 'Immagini amiche' rinunciando, nel caso in cui si trovi in futuro a dover reclamizzare qualcos'altro, alle convenzioni dei pubblicitari mainstream.
Confidiamo che il "Centro I Macelli" di Certaldo, di cui conosciamo le competenze, decida di aderire alla campagna 'Immagini amiche' rinunciando, nel caso in cui si trovi in futuro a dover reclamizzare qualcos'altro, alle convenzioni dei pubblicitari mainstream.
Rete 13 febbraio - Pistoia
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