PISTOIA – “Raccontarci come Chiesa”. E’ il concetto che lega le 38 pagine di un fascicolo (“Programma pastorale diocesano 2011-2014”) presentato in assemblea dal vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi e indirizzato a tutte le componenti della chiesa pistoiese: sacerdoti e diaconi, religiose e religiosi, laici.
Introdotta
dal vicario per la Pastorale, don Cristiano D’Angelo, dopo la relazione di
mons. Bianchi l’assemblea si è divisa in vari gruppi di lavoro. Questi hanno
affrontato alcuni tra i profili specifici del programma pastorale (itinerario
catechistico, pastorale giovanile, Parrocchie in alleanza, Gruppi di ascolto,
Caritas e nuovi stili di vita) per poi tornare in assemblea con una prima
condivisione di quanto emerso.
Mons.
Bianchi ha precisato che il programma triennale rappresenta “la prima tappa di
un itinerario ancora più vasto”. Sarà infatti seguito da altri due
programmi, per i trienni successivi, in modo da posizionarsi sul grande
cammino che la Chiesa italiana sta percorrendo per tutto il secondo decennio
del nuovo secolo.
Non è un
elenco di tutte le attività ordinarie – ha proseguito il vescovo – ma sono
alcune priorità e alcune attenzioni. Il “racconto” della comunità ecclesiale
sarà portato avanti secondo un documento (la “Lumen Gentium”) del Concilio
Ecumenico Vaticano II: al primo triennio (la Chiesa come “mistero”) seguiranno
gli altri due dedicati alla Chiesa come “comunione” e come “missione”.
Ricordato
come il concetto biblico di “mistero” non consenta spazi “di buio” ma
presupponga “un di più di luce”, il vescovo si è appassionato, anche alzando il
tono di voce, sulla necessità “di amarla di più, questa nostra Chiesa di
Pistoia” mentre il rischio è quello, anche localmente, di essere “più amanti
della critica che dell’amore”.
Il vescovo si è a lungo soffermato su una delle
priorità centrali del Programma: l’iniziazione cristiana con specifico riferimento
al Battesimo dei bambini. In una fase storica nella quale, ormai,
quasi la metà dei matrimoni celebrati o delle convivenze non incontra più la
Chiesa cattolica ma dove i battesimi dei bambini superano il 90%, Bianchi
chiede molta più attenzione su questo aspetto.
“Potremmo
anche accorgerci – ha proseguito Bianchi - che il Signore ci sta aprendo una
porta enorme. Non sarà questa una grazia che il Signore ci offre per farci
evangelizzare dai lontani? Non sarà una occasione anche per cambiare il nostro
linguaggio? E per prendere sul serio la gente?”. Sacerdoti e laici - attraverso
i Battesimi dei bambini che, nonostante tutto, la stragrande maggioranza delle
coppie ancora richiede - hanno “grandi occasioni per evangelizzare” un contesto
all’apparenza distante.
Il vescovo
si è quindi soffermato su altri temi: una maggiore preparazione alle
omelie domenicali (tutti i giovedì d’Avvento, nelle mattine, a Villa
Rospigliosi si svolgeranno incontri per preparare le omelie delle domeniche
successive), la riproposizione del gruppi di Ascolto della Parola
(piccoli gruppi di laici che si ritrovano, a periodicità fissa, nelle
abitazioni per leggere la Bibbia). Sulla pastorale giovanile (“In
passato si è fatto molto e con risultati importanti, ma adesso si tratta di
costituire percorsi locali, con opportune strategie di ascolto, sostenendo le
singole parrocchie e i vicariati”), il vescovo di riferito di aver chiesto a
don Simone Amidei, fino ad ora direttore dell’Ufficio in diocesi, di continuare
a Roma i propri studi. Dovrà quindi essere trovata una nuova soluzione per
quell’ufficio.
A proposito
di Caritas, confermata la necessità di costituire in ogni
parrocchia uno specifico gruppo, mons. Bianchi ha sottolineato l’urgenza di uno
strumento per studiare, sul concreto territorio diocesano, le forme di disagio
derivanti dalla carenza o dalla perdita del lavoro. Sarà dunque presto
costituito quel “tavolo lavoro” già annunciato dallo stesso mons. Bianchi
nell’omelia 2011 di San Jacopo.
Su un altro
punto, la formazione presbiterale all’unità interna, mons.
Bianchi ha evidenziato l’importanza della comunione (“Stiamo camminando su
questa strada, ma abbiamo bisogno di non arrenderci, di non lasciarci
trascinare via dal pessimismo o dal disfattismo che trovano speaker anche in
mezzo a noi”). Notate “specifiche difficoltà sulla strada dell’unità” (“non ci
conosciamo abbastanza, vi sono notevoli differenza d’età, orientamenti
teologici anche marcatamente diversi che tendono a contrapporsi, nazionalità e
formazioni e culture diverse, spigolosità di caratteri e forse qualche volta
anche un po’ di peccato. Coraggio, sembra d’essere nel gruppo apostolico”).
Esistono però anche “lunga e tenace fedeltà di servizio e di amore a questa
Chiesa e a questa gente”. Insomma: più fraternità e più unità.
Bianchi ha
infine informato su due decisioni: stabilizzare (“come celebrazione diocesana”)
la vigilia della Pentecoste ed effettuare il prossimo pellegrinaggio diocesano
(estate 2012) in Giordania e sul Monte Sinai.
Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia
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