giovedì 13 ottobre 2011

"Un programma d'azione per la biodiversità". Associazioni ambientaliste unite per rilanciare lo sviluppo sostenibile del territorio


PISTOIA_ Una cospicua rappresentanza delle associazioni ambientaliste e culturali dell'area pistoiese, ha inviato un documento/appello al presidente della provincia di Pistoia, all'assessore ambiente, ai membri del Consiglio provinciale, per chiedere la maturazione di un nuovo e più moderno approccio verso le politiche di conservazione del territorio. Nell'analisi le associazioni evidenziano le molte criticità che a loro avviso caratterizzano il territorio pistoiese tra cui «la contraddizione tra pianificazione territoriale e risorse, tra attualità e storia, tra natura e cultura. Il territorio della nostra provincia è, infatti, soggetto a ripetuti meccanismi di degrado, senza la protezione organica di una pianificazione pubblica moderna e omogenea».

Ma anche la protezione ambientale secondo le associazioni firmatarie dell'appello, in provincia di Pistoia è assolutamente carente «la colloca in uno degli ultimi posti in Toscana ed in Italia.
Ci sono, infatti, quattro riserve naturali statali (Abetone, Acquerino, Campolino, Pian Degli Ontani) istituite negli anni 70 e gestite dalla Forestale. Le Anpil La Querciola e La Magia in comune di Quarrata, quella del Poggio alla Guardia a Pieve in Comune di Pieve a Nievole (la cui istituzione non è stata ancora formalizzata), ma soprattutto c'è una sola riserva naturale regionale, quella del Padule di Fucecchio, che con i suoi 205 ha (meno del 10% del territorio perimetrato come Sito di importanza comunitaria) è ritenuta comunque insufficiente per una corretta conservazione della biodiversità del Padule. Riteniamo che sia urgente e fondamentale un cambiamento di rotta, a partire da una diversa attenzione verso le politiche di conservazione del territorio».

Le associazioni, in relazione anche a quanto si sta muovendo a livello regionale, propongono alla provincia che venga definito un "programma d'azioni per la biodiversità" finalizzato alla realizzazione di una "rete ecologica della provincia di Pistoia". Il programma dovrebbe svilupparsi attraverso: la tutela delle aree di importanza strategica per la conservazione della biodiversità (ovvero i "nodi" della rete) anche attraverso l'istituzione di nuove aree protette (riserva naturale "Alta Valle del Pescia" e riserva naturale "tre Limentre"; Anpil "Colle di Monsummano") e l'ampliamento di alcune già esistenti (riserva naturale del Padule di Fucecchio); la tutela efficace, dell'intero territorio della provincia di Pistoia (la matrice della rete); la tutela dei corridoi ecologici che collegano gli ambienti naturali del territorio pistoiese (e delle aree adiacenti ad esso).

«In questa prospettiva occorre avviare un programma di riorientamento degli strumenti urbanistici esistenti (PTCP, PS e RU) per la redazione, attraverso la metodologia dell'urbanistica partecipativa, di una programmazione territoriale di area vasta, con l'obiettivo di rendere coerenti le diverse programmazioni e di ridurre drasticamente le previsioni di consumo di suolo».

Per le varie organizzazioni del territorio pistoiese è necessario inoltre «introdurre, come misura cautelativa in attesa del Piano urbanistico di Area Vasta per la provincia, cogenti prescrizioni di salvaguardia e di inedificabilità per le zone di valore paesaggistico, secondo le indicazioni del Pit regionale relativamente alle aree collinari; realizzare un piano per la valorizzazione e la fruibilità sostenibile del Padule di Fucecchio, che non può non prescindere da una maggiore conservazione di quest'area; elaborare un "programma di azioni per lo sviluppo turistico sostenibile" della provincia di Pistoia che faccia perno sui valori ambientali, paesaggistici e sulla rete di protezione ambientale, quali elementi capaci di rappresentare il fondamento di un diverso modello di sviluppo della valle ed anche di attivare un processo di ripresa del sistema di relazioni storiche fra montagna, collina, pianura ed area palustre, oggi quasi completamente destrutturato; aprire un confronto ampio e di livello partecipativo sulla questione del modello di sviluppo che metta al centro dell'attenzione le questioni emergenti del nostro tempo: la valorizzazione delle dimensioni locali dell'economia, il superamento della criticità della deindustrializzazione, l'energia pulita, la mobilità, lo sviluppo rurale sostenibile, la qualità della vita delle popolazioni».

Le associazioni firmatarie dell'appello sono: Arci (Pistoia); Associazione "La spiga di grano", gruppo d' acquisto solidale; Associazione "La gramigna", gruppo d'acquisto solidale; Associazione culturale "Vivinaia Mos.Caroli"; Associazione "I Montagnardi"; Italia Nostra Onlus (Sezione Valdinievole); Legambiente (Circolo Valdinievole); Legambiente (Circolo Agliana/Quarrata); Osservatorio Politiche Urbanistiche in Valdinievole; Rete Beni Comuni in Valdinievole; Slow Food Condotta Valdinievole; Wwf (Comitato di Pistoia).

Fonte: Greenreport.it

Ecco il comunicato stampa de WWFl comitato di Pistoia.

PIU’ TUTELA DEL TERRITORIO NELLA PROVINCIA DI PISTOIA

La tutela del territorio ha acquisito in tutta la provincia di Pistoia una dimensione emergenziale.

Evidente è la contraddizione tra pianificazione territoriale e risorse, tra attualità e storia, tra natura e cultura. Il territorio, bene comune per eccellenza è soggetto a ripetuti meccanismi di degrado, senza la protezione organica di una pianificazione pubblica moderna e omogenea, segnato da un processo di pervasiva cementificazione dei suoli, una saldatura degli antichi centri abitati con un continuum diffuso di insediamenti abitativi, produttivi, commerciali e accessori, un consumo insostenibile delle risorse naturali ed una diffusa perdita di biodiversità. Il modello di sviluppo imperante è quello della pura “crescita edilizia”, che condanna le nostre comunità al degrado sociale.
Anche sul piano della protezione ambientale la Provincia di Pistoia ha un deficit cronico, che la colloca in uno degli ultimi posti in Toscana e in Italia (per le aree protette la “copertura” è minima, appena il 2,3% della superficie provinciale).

Riteniamo che sia urgente un cambiamento di rotta, a partire da una diversa attenzione verso le politiche di conservazione del territorio. A livello locale la crisi si affronta in modi diversi, certo, ma anzitutto contribuendo alla conservazione della biodiversità ed aumentando l’estensione delle aree protette, che sono fondamentali per attrarre sul territorio finanziamenti e per il rilancio dell’economia locale, anche attraverso i flussi turistici che riescono ad attirare.

Attraverso un documento molto articolato e analitico, per iniziativa di Legambiente Valdinievole, diverse organizzazioni (Arci Pistoia, Associazione “La spiga di grano”, Associazione “La gramigna”, Associazione Culturale “Vivinaia Mos.Caroli”, I Montagnardi, Italia Nostra Onlus – Sezione Valdinievole, Legambiente – Circolo Valdinievole, Legambiente – Circolo Agliana/Quarrata, Osservatorio Politiche Urbanistiche in Valdinievole,Rete Beni Comuni in Valdinievole, Slow Food Condotta Valdinievole, WWF – Comitato di Pistoia) si rivolgono alla Provincia di Pistoia, ai comuni e alle forze politiche, proponendo un “programma d’azioni per la biodiversità” finalizzato alla realizzazione di una “rete ecologica della provincia di Pistoia”.
Esso dovrebbe svilupparsi attraverso una serie di misure concrete di protezione: la tutela delle aree di importanza strategica per la conservazione della biodiversità (ovvero i “nodi” della rete) anche attraverso l’istituzione di nuove aree protette (riserva naturale “Alta Valle del Pescia” e riserva naturale “tre Limentre”; ANPIL “Colle di Monsummano”) e l’ampliamento di alcune già esistenti (riserva naturale del Padule di Fucecchio); la tutela efficace, con gli strumenti ordinari, dell’intero territorio della Provincia di Pistoia (la matrice della rete); la tutela dei corridoi ecologici che collegano gli ambienti naturali del territorio pistoiese (e delle aree adiacenti ad esso).

In questa prospettiva, i sottoscrittori del documentano sottolineano con forza che occorre avviare un programma di riorientamento degli strumenti urbanistici esistenti (PTCP, PS e RU) per la redazione, attraverso la metodologia dell’urbanistica partecipativa, di una programmazione territoriale di area vasta con l’obiettivo di rendere coerenti le diverse programmazioni e di ridurre drasticamente le previsioni di consumo di suolo.




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