martedì 20 settembre 2011
Raccolta multimateriale e gestione dei rifiuti. Daniele Manetti: "Manca il confronto pubblico". Appello ai partiti: "Diamo vita ad un percorso partecipativo sui rifiuti".
QUARRATA_ Sul tema della gestione dei rifiuti da parte del Cis e in particolare sulla raccolta multimateriale preannunciata da uno “scarno comunicato sul sito del Cis” relativo alle riunioni in programma anche sul territorio di Quarrata registriamo oggi un ennesimo intervento di Daniele Manetti (componente della commissione per la partecipazione al Comune di Quarrata). “Il Cis – scrive Manetti – chiama tali riunioni assemblee informative. Si spera allora che tutto non sia già stato programmato e che i cittadini, nella più completa collaborazione, possano intervenire per cambiare, modificare le varie soluzioni proposte dal Cis. Infatti sono i cittadini che pagano fino all’ultimo centesimo di euro la gestione dei rifiuti e le conseguenti problematiche ambientali”.
“Il CIS nel programmare queste assemblee- aggiunge Manetti - avrà avuto sicuramente l’Ok dai suoi datori di lavoro; quindi il problema ritorna alla nostra Amministrazione quarratina che è padrona insieme al Comune di Montale ed Agliana della società Cis”.
Daniele Manetti si lancia quindi in una vera e propria lezione di democrazia partecipativa: “La sfida che ogni amministrazione deve saper affrontare – ricorda Daniele Manetti - deve consistere nella capacità di costruire un governo partecipativo che permetta ai cittadini di intervenire direttamente nella programmazione e pianificazione delle scelte amministrative senza che l’amministrazione abbia già preso preventivamente delle decisioni. Ovvero alla popolazione devono essere spiegati nei dettagli tramite opuscoli, internet, assemblee, lettere, giornali, ecc.. tutte le problematiche del nostro Comune riguardanti non solo il sociale, i pubblici servizi ( Rifiuti,Acqua, metano, fognature,ecc) ma anche le scelte urbanistiche, le opere pubbliche, ecc..
A queste i cittadini aggiungeranno le loro richieste e/o proposte . Dopo le spiegazioni ed i chiarimenti cittadini, consiglieri e Giunta decideranno insieme quali saranno le opere e le azioni prioritarie da portare avanti , utilizzando gli strumenti che la Democrazia Partecipativa mette a disposizione : assemblee, referendum, petizioni con raccolta di firme, consultazioni casa-casa, ecc”.
Dopo la “lezione” le critiche e i suggerimenti: “ Il confronto pubblico a cui siamo abituati con le attuali amministrazioni , quelle rare volte che lo concedono - scrive ancora Daniele Manetti - non può essere chiamato con tale parola. Infatti non è un confronto pubblico ma una relazione già decisa dalla giunta. Quindi mi chiedo su cosa dobbiamo confrontarci, senza poter visionare prima la documentazione. Si tratta di eventi per specialisti e non per i cittadini che supinamente devono solo recepire; non c’è niente da decidere tutto è già stato deciso. Una iniziativa di questo genere , che di solito si svolge nello squallore e nell’indifferenza generale, è da chiamarsi semmai <Presentazione> e non confronto pubblico o assemblea pubblica” .
Nell’occasione Daniele Manetti è tornata a richiedere un percorso partecipativo sulla gestione dei rifiuti completa e trasparente. A 360 gradi. Rivolgendosi ai gruppi politici del territorio chiede “non parole e solo programmi futuri per le prossime elezioni amministrative ma immediatamente fatti”.
a.b.
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4 commenti:
L'ottimo Daniele Manetti rilancia la democrazia partecipativa...Solo i cittadini informati possono con le loro osservazioni arricchire e aiutare le amministrazioni interessate per fare in modo che i rifiuti diventino risorsa invece di problema...e partecipando attivamente nelle decisioni risolvere anche altri problemi(servizi primari ecc ecc). I politici abbiano la dignita' di fare un passo indietro in favore di una cittadinanza attenta e attiva.
Roberto Guazzini
Caro Roberto, condivido che la politica debba fare un passo indietro sulle questioni dei servizi primari e soprattuto cominci ad ascoltare la cittadinanza. Per questo richiederò come PDL che sia messo all'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale la questione rifiuti e il suo percorso partecipativo tema sviscerato dall'amico Manetti.
Daniele Ferranti
Capogruppo PDL
Fortemente convinta che la partecipazione sia l'anima della democrazia, deve essere dato motivo alla gente per poterla esercitare compiutamente con convinzione e adesione.
Comprendo che dinanzi ad un sistema divenuto autoreferenziale si richiederebbe a chi calca la scena politica uno sforzo supplementare per superare le pastoie in cui ci siamo avvitati per riappassionare la gente alla cosa pubblica, ma prima di pensare a introdurre modelli "partecipativi" lontani culturalmente, amministrativamente e giuridicamente da noi, e confliggenti con il modello rappresentativo, chiedo se non sarebbe meglio - invece di guardare a qualcos'altro di dubbia presa e riuscita - mettere in funzione gli strumenti di partecipazione già ora a disposizione ( petizioni - istanze, assemblee pubbliche - referendum) e che vengono sistematicamente snobbati anche quando attivati.
E ancora:
- se già fosse restituita dignità al Consiglio Comunale e ai consiglieri mettendo loro a disposizione gli strumenti necessari per esercitare realmente le proprie prerogative di indirizzo, proposta e controllo sulla vita amministrativa, facendoli lavorare proficuamente con la serietà e l'impegno che li contraddistingue, invece di utilizzarli per ratificare quanto già deciso altrove;
- se si cominciasse, a partire da chi occupa posizioni nelle istituzioni, a rimettere ordine nel definire chi deve fare e che cosa, consapevoli che ogni forma di partecipazione è necessariamente cessione di quote di autorità e di potere;
- se i partiti ritornassero a fare i partiti con la loro presenza sul territorio per fare informazione, per promuovere la conoscenza dei fatti, per ascoltare quanto la gente ha da dire; le cose non andrebbero forse meglio?
Le soluzioni spesso si hanno in casa, e non è detto che l'erba del vicino debba essere più verde e migliore di quella del nostro giardino. Dopodiché che sia libera e viva partecipazione democratica. La democrazia partecipativa è, però, un'altra cosa.
Renata Fabbri
Non sono d'accordo con la sig.ra Renata. La politica fatta dai partiti ha fallito alla grande. La gente non si riconosce più nelle persone dei partiti che hanno tradito i valori cui invece ancora credono. Questa crisi economica non ne è la causa, come molti sarebbero propensi a credere, ma ha solo messo a nudo tutto il male che la politica ha fatto da alcuni decenni a questa parte.
Di fronte a dei fallimenti così pesanti si presentano due scenari: o si riparte da capo o si cambia del tutto; ma per ripartire occorrerebbe che almeno le basi fossero solide, cioè eliminare politicamente tutti e sottolineo tutti i personaggi vecchi e nuovi che hanno partecipato allo scempio a partire dai coordinatori ai vari livelli e sostituirli con coloro che almeno sulla carta abbiano la "fedina" pulita oltre naturalmente la capacità di portare avanti i progetti. Ma già qui è chiedere l'impossibile. Assistiamo infatti a rimescolamenti e spartizioni di cariche e incarichi tra i soliti noti da far venir la nausea.
L'unica alternativa è il potere alla cittadinanza. Giustamente è un modello lontano culturalmente, ma lo era anche la democrazia al tempo in cui crollavano le monarchie, eppure si è ben impiantato.
Solo un timore mi assale e che potrebbe essere un pericolo per la democrazia partecipativa: il fatto che se la vecchia politica verrà estraniata (che mi auguro e spero) questa purtroppo farà di tutto per portarla al fallimento.
lorenzo b.
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