QUARRATA-PRATO_ Due abitazioni di Quarrata poste in via XXV Aprile e in via
Mascagni erano le “basi” logistiche di un fiorente giro di spaccio di
stupefacenti tra Prato e Pistoia, stroncato dalla squadra mobile della Questura
di Prato che nei giorni scorsi ha arrestato nella “Città del Mobile” con
l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti un gruppo organizzato
costituito da sei giovani marocchini di età compresa tra i 19 e i 34 anni,
tutti con precedenti specifici.
Inutili
i tentativi di fuggire e di disfarsi della droga. Gli spacciatori sono ora rinchiusi nel carcere di Santa Caterina in
Brana a Pistoia.
A Quarrata i sei marocchini vivevano in via XXV Aprile dove sono stati
trovati 30 mila euro in contanti, 15 telefoni cellulari e una ventina di schede
telefoniche; l’appartamento di via Mascagni era invece utilizzato come deposito
di droga: qui sono stati sequestrati quasi 2 chilogrammi di cocaina in due
grossi panetti, 700 grammi di hashish, ma anche bilancine di precisione e sostanze
da taglio per confezionare le dosi.
Le indagini, condotte
dalla squadra mobile della questura di Prato, diretta da Francesco Nannucci,
sono partite dalle segnalazioni di residenti
che avevano notato lo smercio tra Maliseti, Iolo, Montemurlo e Agliana.
Il gruppo organizzato riusciva a rifornire con droga di buona qualità fino a 40
clienti al giorno intascando fino a 3mila euro.
L’appostamento degli
agenti ha dato i suoi frutti lo scorso 3 gennaio, quando alle Caserane hanno
notato un marocchino uscire da una Renault Clio e consegnare la droga a tre
giovani italiani a bordo di una Mercedes.
Dall’intestatario della macchina, i
poliziotti sono risaliti ad uno degli appartamenti di Quarrata. Successivi
pedinamenti hanno confermato lo spaccio da parte dei sei marocchini, regolari,
ma tutti “professionisti della droga”, tranne uno di loro, che lavorava anche
in una pasticceria pratese, completamente estranea all’attività illecita.
Uno degli spacciatori è stato arrestato al suo
rientro a casa, dopo una serata di “lavoro”, che gli aveva fruttato tremila
euro in contanti.
a.b.
2 commenti:
Fra qualche giorno saranno liberi e ricominceranno da capo. Trentamila euro al giorno sono una cifra per la quale vale la pena rischiare le miti condanne della giustizia italiana.
Fabio Pacini (da Facebook)
Grazie Prato...a Quarrata nessuno si era accorto di niente, eh???
Daniela C. (da Facebook)
Posta un commento