domenica 13 novembre 2011

"E ora ! Quale Politica ? Antonio Vermigli (Rete Radiè Resch) sul dopo dimissioni di Berlusconi: "Occorre un passaggio del fuoco, occorre una spinta di coraggio, occorre che indichiamo una nuova via. Occorre non avere più paura del cambiamento!"


QUARRATA_Riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione di Antonio Vermigli, quarratino, “anima” dell’associazione di solidarietà internazionale Rete Radié Resch, direttore del “Notiziario della Rete Radiè Resch”, organizzatore della "Marcia per la Giustizia Agliana-Quarrata.
L’intervento si pone come elemento di discussione e di proposta in vista del Convegno nazionale della Rete in programma nel marzo 2012 a Rimini sul tema “Bene comune, movimenti e politica”.
“Mi sono permesso di scrivere- afferma in premessa Antonio Vermigli - alcune banalità sul fino ad ieri. Nelle conclusioni (in neretto) mi pongo e pongo a tutti un interrogativo su cui potremmo insieme riflettere e provare a fare delle proposte nel periodo che ci separa dal Convegno”.

 E ora! Quale politica?

Le dimissioni di Berlusconi sono persino difficili da credere, come è difficile svegliarsi da un incubo che ha segnato la psicologia collettiva.
Tra le pesanti eredità del quindicennio, oltre al disfacimento sociale, -ieri dati Istat denunciavano la cifra di cinque milioni di disoccupati: il doppio della media europea-, allo svuotamento di ogni principio di rappresentanza, all'annichilimento di qualunque regola di convivenza civile, ci sono i semi avvelenati dell'antipolitica, che ancora fruttificano.

Abbiamo cognizione piena e razionale di quale grande, risibile, sventurata cialtronesca commedia ci abbia garantito, per tutta l'estate, il vecchio amante del bunga-bunga.

Abbiamo davvero riflettuto sulla sua ineguagliabile grandezza?

Via via, gli si sono parati di fronte dopo averci detto che tutto va bene, il dramma della crisi economica e la disperazione di fingere almeno di doversene occupare invece di darsi alle sue adorate puttanelle; poi, ha patito il fastidio procurato dalla CGIL e, dopo un loro lungo ponzare, della UIL e persino della CISL, ormai travolta dalla vergogna di sostenerlo, la Confindustria -dico la Confindustria, terribile notissima accozzaglia di marxisti leninisti- ha cominciato a scongiurarlo di fare un passo indietro, ovvero se ne vada all'inferno; e lì intorno comunisti occhiuti come Montezemolo e Della Valle scarparo a tenere il moccolo e a dire sì, che all'inferno va bene, dopo aver pubblicato una lettera a pagamento su un quotidiano nazionale; infine Santa Romana Chiesa - finalmente ricordando che bisogna dire sì sì no no, perchè il resto viene dal demonio- gli ha finalmente sbattuto sui denti e sul grugno che la sua presenza corrompe e impesta l'aria.
Hanno capito tutti, ma proprio tutti, salvo i due comici di Comunione e Liberazione Lupi e Formigoni, che con imperterrita ipocrisia hanno continuato a fare la guardia alla tomba.


Tutti, ma proprio tutti, i vituperati politici della prima, seconda, terza e quarta repubblica avrebbero levato le tende: Berlusconi, no!
E c'è da ammirarlo per questo, per il gran fegato che ha, per la faccia di bronzo, con la quale se ne è stato lì, insopportabile ai suoi, dannoso come un cancro al Paese.

In lui, va detto, c'è la consapevolezza acuta che con il suo togliersi di mezzo si mettono a repentaglio le impunità fin qui godute e i suoi affari, fioriti grazie alle indecenti bazzecole dei suoi conflitti d'interesse, -in questo, ricordiamoci che quando c'eravamo non abbiamo fatto la legge sul conflitto d'interessi, perchè?- e nemmeno lo solleva il pensiero che, del tutto libero da impegni pubblici, potrebbe dedicare se stesso allo squallore del sessuomane.

Ma i suoi? In loro è la vergogna politicamente più grave: la vergogna della banda di politici di lungo o brevissimo corso tutti schierati eroicamente alla difesa del cadavere, taciturni d'ogni vergogna, impavidi nel negare quel che già ora sarebbe il minimo della decenza; dire al loro squinternato condottiero, insopportabile alla maggioranza degli italiani, che è finita, di togliere definitivamente il disturbo.
E aggiungere che, insieme con lui, è opportuno che se ne vadano tutti coloro che gli hanno tenuto mano, improbabili ministri di uno sventurato Paese: a cominciare da Tremonti, che fino a due mesi fa indicava i nostri conti "a postissimo", per finire a quell'autentico protagonista di farse tragiche, l'impareggiabile Brunetta, che sputa sentenze con la superbia dei derelitti dall'"alto" della sua sapienza: insomma, la banda dei socialisti, nei quali tace ogni antico ideale e ogni senso della vergogna; la banda dei ciellini opportunisti, per i quali non è mica Berlusconi che impesta l'aria; la banda degli ex fascisti, che hanno speranza di vita solo in questa tragica ridicola corte dei miracoli.

Ai nostri... che dire? La difficoltà del tempo presente è che oggi c'è paura, una paura che ha assunto la forma dell'insicurezza, del senso di solitudine e di smarrimento che domina soprattutto i giovani.
Di fronte a ciò occorre un passaggio del fuoco, occorre una spinta di coraggio, occorre che indichiamo una nuova via.
Occorre non avere più paura del cambiamento! La posta in gioco è altissima, di conseguenza bisogna sporgerci un metro oltre l'attuale orizzonte politico. Perchè proprio oltre quel metro, oltre quello spazio minimo presidiato ancora dai vecchi fantasmi della politica, c'è la nostra libertà.


Antonio Vermigli

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggo le sue riflessioni e ne rimando allibita.
Personalmente non la conosco e non mi permetto di giudicarla, come invece fa lei, facendo una generalizzazione di tutta la classe politica del PDL.

Vorrei solamente fare un'osservazione:

non condivido l'odio che lei ha nei confronti della democrazia. Da donna del PDL mi sento tirata in causa perchè non capisco come si possa odiare un uomo che è stato democraticamente eletto (fino a prova contraria) dalla maggioranza degli italiani. Probabilmente sbaglio io, ma non odio chi non la pensa come me, anzi li saluto pure... Credo che con il colloquio, e non con lo sporloquio, nascano le idee. Solo questo... Non capisco perchè in un paese che si proclama Liberale non si possa discutere senza alzare i toni ed offendere e "odiare chi la pensa in maniera diversa" invece di proporre fatti concreti per uscire da questa crisi economica "Mondiale"!
Comunque se lo accetta le dò un consiglio gratuito e spassionato: la vita è lunga, cerchi di godersela con meno astio... sicuramente la sua salute ne guadagnerà!


Cristina Nannini

Anonimo ha detto...

Leggo le sue riflessioni e ne rimando allibita.
Personalmente non la conosco e non mi permetto di giudicarla, come invece fa lei, facendo una generalizzazione di tutta la classe politica del PDL.

Vorrei solamente fare un'osservazione:

non condivido l'odio che lei ha nei confronti della democrazia. Da donna del PDL mi sento tirata in causa perchè non capisco come si possa odiare un uomo che è stato democraticamente eletto (fino a prova contraria) dalla maggioranza degli italiani. Probabilmente sbaglio io, ma non odio chi non la pensa come me, anzi li saluto pure... Credo che con il colloquio, e non con lo sporloquio, nascano le idee. Solo questo... Non capisco perchè in un paese che si proclama Liberale non si possa discutere senza alzare i toni ed offendere e "odiare chi la pensa in maniera diversa" invece di proporre fatti concreti per uscire da questa crisi economica "Mondiale"!
Comunque se lo accetta le dò un consiglio gratuito e spassionato: la vita è lunga, cerchi di godersela con meno astio... sicuramente la sua salute ne guadagnerà!


Cristina Nannini

Anonimo ha detto...

Carissimo Antonio,

leggo con stupore la tua invettiva colma di odio e sprezzante di ogni più banale regola di rispetto civico. Ti scrivo perché non mi aspettavo da chi ha fatto della sua vita una “missione per gli altri” tanta cattiveria e parole offensive. Tu che hai sempre parlato del prossimo come il centro delle azioni quotidiane, del suo valore umano. Cercando di fondare il tuo agire sempre e comunque sulla valorizzazione dei sentimenti, quelli più puri della vita soprattutto verso coloro che hanno bisogno anche al di la del mondo. Da un lato della tua personalità questa veste missionaria, dall’altra quella di un uomo che cerca attraverso parole (“il vecchio amante del bunga-bunga”, “invece di darsi alle sue adorate puttanelle”, “dannoso come un cancro al Paese”, “squinternato condottiero”, “dedicare se stesso allo squallore del sessuomane”) il vero scontro sociale con chi la pensa diversamente. Verso chi, come me e tanti altri, tu pensi abbia il peccato originale di credere ancora in una persona che nel bene o nel male ha governato democraticamente. Non posso e non possiamo accettare dal lato cattivo della tua personalità lezioni di moralità. Io personalmente mi ritengo offeso e penso anche che il tuo impegno sia più utile con le persone più deboli che nel campo della politica dove l’ideologia ti annebbia ogni straordinaria azione che hai compiuto e che compierai nella tua vita.

Daniele Ferranti
Capogruppo PDL

Patrizia Turi ha detto...

Se qualcuno deve vergognarsi è Lei, caro Signore, ad esprimere con tanta malvagia cattiveria giudizi così arroganti e gratuiti su una persona che ha, come merita, ancora il rispetto di tantissimi italiani (sappia molti di più di quanto Ella non creda) che lo hanno votato e che sono ancora disposti a votarlo qualora si ripresentasse come candidato alle elezioni. La prego, ci risparmi il suo veleno: farà il bene del suo partito, qualunque esso sia, perché, sappia, è la spregevolezza di pensieri, quali quelli appena esposti, che terranno lontani gli italiani moderati (la maggioranza cioè dei cittadini di questo paese)dal dare il proprio consenso politico a chi è così indegno da manifestarli.