lunedì 8 novembre 2010

L'inceneritore di Montale: una "bomba" nella piana Pistoia-Prato-Firenze

QUARRATA-AGLIANA-MONTALE- Volentieri pubblichiamo il documento su "L’inceneritore di Montale" redatto dal Comitato per la chiusura dell'Inceneritore di Montale.
Un lungo e dettagliato testo che documenta oltre alla storia dell'impianto gestito dal Cis e di proprietà dei tre Comuni della Piana, la scheda tecnica e di gestione, dati e notizie sugli sforamenti dei limiti e delle emissioni nocive verificatesi. Ampio spazio viene dedicato anche ai danni con l'analisi delle matrici ambientali e biologiche e la presentazione dei risultati. Si parla anche delle posizioni assunte da Arpat, Asl 3 di Pistoia, del tavolo istituzionale e delle proteste-lotte e vertenze ormai trentennali promosse sul territorio pistoiese contro l'Inceneritore di Montale e contro i progetti di nuovi inceneritori e di discariche.

STORIA DELL’ IMPIANTO
L’inceneritore di Montale è un impianto costruito negli anni ’70 ed è attivo da oltre 30 anni con quotidiane emissioni di sostanze tossiche. E’ stato ristrutturato varie volte, ma solamente dal 2005 è vincolato al rispetto dei limiti emissivi già previsti dal DM 19/11/97 n. 503. I problemi sono quelli comuni a tutti gli inceneritori : emissione di diossine, furani, pcb, mercurio, cadmio………. : sostanze cancerogene e dannosissime che si depositano sulle polveri e sulle particelle fini ed ultrafini, si depositano al suolo e nelle acque ed entrano nella catena alimentare.
Quando entrò in esercizio alla fine dei ’70, comprendeva la fossa di accumulo dei rifiuti, due forni, un impianto di abbattimento ad acqua per le polveri ed una ciminiera. Veniva acceso solo nelle ore diurne. Mancando uno specifico impianto di abbattimento e venendo spento durante la notte, l’ emissione di diossine e furani era di portata rilevantissima, come testimoniano le analisi del 1985 che registrarono una concentrazione di PCDD e di PCDF superiore a 6.000 ng/Nm3. Prima dell’ adeguamento del 2005, il limite per i microinquinanti organici era fissato a 4.000 ng/NM3.
Alla fine degli anni ’80, in entrambe le linee di combustione erano esistevano elettrofiltro, torre di lavaggio e camera di postcombustione.

SCHEDA TECNICA E GESTIONE1
- L’ impianto è nel territorio del comune di Montale, sul confine con il comune di Agliana (Pt)e di quello di Montemurlo(Po).
E’ di proprietà del C.I.S. (Consorzio Intercomunale Servizi) S.p.A., titolare del maggior capitale sociale, società pubblica costituita dai comuni di Montale, Agliana e Quarrata, del Comune di Buggiano e di PUBLIAMBIENTE S.p.A., ed è gestito dal “C.I.S. s.r.l.” (costituita nel settembre del 2005 ) il cui socio unico è il C.I.S. S.p.A. che ne ha la Direzione e il Coordinamento.
Le due società sono rette da un Consiglio di Amministrazione la cui legale rappresentanza è del Presidente: attualmente l’arch. Angelo Fazio, nel 2007, quando furono accertati i superamenti per diossine e furani (vedi più avanti nel testo) il Sig. Giorgio Tibo, ex sindaco del Comune di Montale.
In data 30.11.2005 il Capitale Sociale viene aumentato a 2.000.000,00 di Euro, interamente sottoscritto da CIS S.p.A.
Nel gennaio 2006 il CIS s.r.l inizia a operare sul territorio subentrando in tutte le funzioni a CIS S.p.A.

– Il CIS s.r.l. GESTISCE I SEGUENTI SERVIZI :
1) GESTIONE INTEGRALE DI TUTTE LE TIPOLOGIE DI RIFIUTI FINALIZZATA AL RIUTILIZZO, RICICLAGGIO E RECUPERO DI MATERIA ED ENERGIA NELLE VARIE FASI DI CONFERIMENTO, RACCOLTA, SPAZZAMENTO, CERNITA, TRASPORTO E TRATTAMENTO FINALE;
2) ARREDO URBANO E VERDE PUBBLICO;
3) SERVIZI CIMITERIALI;
4) AFFISSIONI;
5) GESTIONE DELLA TARIFFA DI IGIENE AMBIENTALE(TIA).

2- L’ inceneritore brucia rifiuti urbani e rifiuti speciali (industriali assimilati agli urbani, industriali ed ospedalieri / ROT) non solo dei comuni proprietari, ma anche rifiuti di comuni dell’ATO centrale e provenienti dalle altre parti della Toscana e anche dalle altre regioni, in particolare per quanto riguarda i rifiuti speciali.
3- Il CIS S.p.A. in data 07.12.2005 fa domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per una potenzialità di 120 t/giorno, successivamente integrata per 150 t/giorno. Ordinanza Provinciale n° 2289 del 25.11.2008 che porta la capacità attuale di smaltimento a 150 t/giorno.
4- Per l’ attività di incenerimento dei rifiuti l’impianto dispone di:
una fossa di accumulo, 2 linee di incenerimento ( con 3 forni) a forni rotanti, un sistema di abbattimento fumi e un gruppo per la produzione di energia elettrica.
I fumi vengono trattati a secco e dopo il trattamento vengono avviati al reattore nel quale sono immessi bicarbonato di sodio (che cattura le particele acide) e carboni attivi (che agiscono su metalli pesanti e diossine) (carboni attivi forniti a lungo dalla ditta Gale, Milano: contenzioso per la fornitura).
Al momento dell’ “incidente” del maggio-luglio del 2007 sul camino era installato un sistema di controllo in continuo, per le misurazioni delle concentrazioni inquinanti presenti nelle emissioni : polveri, ossidi di Carbonio, Ossigeno; Acido Cloridrico; Pressione, Temperatura; Portata; Umidità; Carbonio Organico Totale; Acido Floridrico; Ossidi di Azoto; Ossido di Zolfo (ex DM 21.12.95 e DM 503/97).

Il gestore faceva effettuare prelievi manuali per controllare altri inquinanti : Piombo, Cadmio, Mercurio; Sostanze Organiche Volatili; Acido Cloridrico, Acido Floridrico, Fosforo.
Ogni 4 / 6 mesi venivano effettuati prelievi manuali per determinare la concentrazione dei metalli pesanti, degli IPA ( Idrocarburi Policiclici Aromatici ), Diossine e Furani.
Solo a far data dal 6 Agosto 2010 con apposito atto, viene determinato il protocollo necessario all’applicazione dei criteri per l’accettazione dei rifiuti all’arrivo nell’impianto, con particolare riferimento alla caratterizzazione dei rifiuti con codici a specchio al fine di intercettare i rifiuti pericolosi non autorizzati. Prima di tale data, si bruciava ogni tipo di rifiuto, indistinto e indifferenziato!
5- I residui dell’ incenerimento – scorie – vengono portati alla Discarica del Cassero, posta a Cantagrillo, comune di Serravalle p.se (Pt) : una discarica per rifiuti speciali che prende rifiuti da mezza Italia.
6- Raccolte differenziate nei comuni e in provincia. Lo stato delle RD è ampiamente al di sotto dei limiti di legge (22/24%). Si sta cominciando con il porta a porta.
7- il comune di Montale ha in progetto la costruzione di un impianto di riciclaggio del tipo “Vedelago
8 – Il comune di Agliana ha inaugurato sabato 6 novembre una fontanella di acqua. Il “Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale” è stato presente con volantini e pannelli per dire SI’ alla fontanella ma NO alla fontanella con acqua con presenza di diossine e furani, come è emerso dalle indagini e come ribadito da Arpat e ASL.

SUPERAMENTO DEI LIMITI, EMISSIONI NOCIVE. ESTATE 2007.
In questi anni si sono avuti vari fermi e comunque ci sono sempre state emissioni di microinquinanti oltre i limiti.
Il 3 maggio 2007,i due prelevamenti al camino: uno di Arpat e uno in autocontrollo del CIS attraverso una ditta di fiducia (Idroconsult di Calenzano), certificano un significativo superamento dei limiti per diossine, furani (PCDD-PCDF).
Tali risultati delle analisi vengono comunicati al CIS dalla ditta Idroconsult ai primi di giugno, ma il CIS prende tempo richiede altre analisi, i cui risultati sono comunicati tra il 20 e il 25 giugno, si aspettano i risultati Arpat, e solo il 18 luglio il sindaco di Montale ordina la chiusura dell’impianto che viene però eseguita il 21 luglio (il 19 vengono fatte altre analisi).
DAL 3 MAGGIO AL 21 LUGLIO L’INCENERITORE HA CONTINUATO A FUNZIONARE NELLE STESSE CONDIZIONI CHE HANNO PORTATO AL SUPERAMENTO DEI LIMITI.
Per questa ragione il presidente del CIS del periodo e il direttore dell’impianto sono stati denunciati e rinviati a giudizio per le presunte responsabilità nella conduzione del grave evento.

DANNI. ANALISI DELLE MATRICI AMBIENTALI E BIOLOGICHE. RISULTATI.
Accertato il prolungato sversamento di microinquinanti con particolare evidenza delle diossine e furani, vengono avviate delle analisi che hanno dato esito positivo, con un significativo superamento dei limiti per diossine e PCB diossino-simili su matrici animali.
I primi risultati dei campionamenti su matrice alimentare eseguiti su prelievi fatti dalla ASL di Pistoia e di Prato ed analizzati dall’Istituto zooprofilattico di Toscana e Lazio evidenziò significative quantità (ben oltre il limite previsto dalla legge) di diossine, policlorobifenili e furani in molteplici campioni, in particolare in carni di pollo, ma anche in uova ed altri campioni animali.
Nel frattempo furono effettuate analisi, su iniziativa da parte di comitati locali, sul latte materno di donne viventi nella prossimità dell’impianto e sono state riscontrate quantità non trascurabili di diossine e PCB diossino-simili, questi ultimi peraltro perfettamente sovrapponibili,
quanto a composizione analitica percentuale, ai profili emissivi dei medesimi microinquinanti rilevati a camino nelle emissioni dell’impianto.
Appare inoltre particolarmente significativo il fatto che la medesima corrispondenza si ottiene comparando i congeneri PCB diossino-simili rilevati nelle carni di pollo con quelli rilevati nelle emissioni dell’impianto d’incenerimento in parola, con ciò supplendo significativamente alla ridotta numerosità dei campioni repertati per le analisi del latte materno.
E’ ragionevole sospettare che la causa delle odierne evidenze d’inquinamento(dimostrate da analisi ufficiali), siano riconducibili prevalentemente all’emissioni dell’inceneritore di Montale, anche perché tale eventualità, di fatto mai è stata esclusa da ARPAT Pistoia, anzi ribadita nelle indagini della Procura della Repubblica e in data 13 e 29 ottobre al processo Tibo-Cappocci dallo stesso dirigente Dott. Coppi e da altri testimoni.
La situazione sanitaria e ambientale della piana pistoiese e pratese (in particolare per quanto riguarda i territori dei comuni di Montale, Agliana, Montemurlo, Quarrata, Pistoia e Prato) è allarmante e grave, trattandosi di microinquinanti bio-accumulabili, persistenti e distribuiti tramite la catena alimentare in modo ubiquitario.
Sul punto giova la lettura del documento richiamato nel link di seguito specificato: http://www.minerva.unito.it/Chimica&Industria/monitoraggioambientale/caldiroli4.htm.

Oltre ai microinquinanti, l’impianto emette ingenti quantità di PM fine e ultrafine. La rilevazione del PM<2,5 è indisponibile, esistendo solo una centralina per la rilevazione di polveri totali nell’aria ambiente. Detta centralina registra quantità di polveri assai elevata specie se messe in relazione all’ubicazione della centralina che si trova in aperta campagna, lontana quindi dal traffico veicolare, ma distante solo 7/800 metri dall’impianto d’incenerimento. Nonostante le evidenze intuitivamente disponibili ai residenti vi è il parere pervenuto da ARPAT che esclude come causa principale l’impianto d’incenerimento suggerendo all’Amministrazione comunale di emettere un’ordinanza di limitazione dell’accensione degli impianti di riscaldamento.

COSA DICONO ARPAT E ASL DI PISTOIA
Le prime valutazioni conseguenti le analisi nelle matrici ambientali e biologiche vengono presentate pubblicamente il 29 maggio 2010. In tale occasione vengono presentate una serie di tabelle con precisazioni e conclusioni che hanno altresì aperto ampie perplessità per la piena ammissione di processi d’inquinamento conclamati, in modo congruente con un significativo incremento dei decessi per tumori nei primi venti anni di conduzione dell’impianto. Nell’ incontro emergono diffuse contraddizioni sulle condizioni sanitarie generali del territorio interessato dalla ricadute dell’impianto.
La dott.sa Perissi dell’ Arpat Pistoia sostiene che le sostanze cercate nelle matrici biologiche non provano una diretta correlazione con le emissioni dell’ inceneritore.
Il Dott. Roberto Biagini (ASL 3 PT) proietta slides dedicate alla qualificazione dell’acqua della condotta comunale e ha proclamato espressamente diffuse rassicurazioni sulla sua sicurezza, al quale risponde l’oncologa dott.sa Patrizia Gentilini (nella foto, ndr) che denuncia un grave inquinamento da diossine nell’acqua delle condotte comunali, con valori fino a trenta volte quelle indicate dal Ministero della Salute (Commissione Tossicologica, nella determinazione del 12 febbraio 1988).
Su questi stessi problemi il Dott. Michelangiolo Bolognini (Medico igienista, già responsabile dell’Igiene e sanità pubblica dell’ASL3-Zona Pistoiese) ha puntualizzato alcuni aspetti di critica all’attuale operato della ASL 3 di Pistoia nell’ambito del Consiglio Sanitario che è organo consultivo della ASL e quindi sede propria per queste osservazioni, rintracciabili sul sito dell’Ordine dei Medici di Pistoia http://omceopt.splinder.com/archive/2010-01 e http://omceopt.splinder.com/archive/2010-07 .

TAVOLO
Presso la Provincia di Pistoia è stato istituito un gruppo di lavoro definito “Tavolo istituzionale” di cui, originariamente, facevano parte, oltre a Provincia, ARPAT, ASL, ATO e Comuni di Montale, Agliana e Quarrata, anche il CIS spa; successivamente, a supporto di tale “Tavolo istituzionale” viene istituito dal Direttore Generale dell’ASL un “Tavolo tecnico”, coordinato dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione, che ha il compito di fornire il supporto tecnico al Tavolo istituzionale al fine di provvedere all’esecuzione di indagini analitiche sulla matrice terreno e alla verifica analitica della presenza di diossina in matrici animali e vegetali.

PROTESTE- LOTTE- VERTENZE TRENTENNALI NEL TERRITORIO PISTOIESE CONTRO L’ INCENERITORE DI MONTALE, E CONTRO I PROGETTI DI NUOVI INCENERITORI E DI DISCARICHE.
Nel corso degli anni, per denunciare le nocività e i danni dell’ inceneritore di Montale e chiederne la chiusura e la bonifica si sono mossi comitati e realtà. Inoltre ci sono state mobilitazioni – vincenti- che hanno bloccato l’ipotesi di inceneritori al Fossetto (Padule di Fucecchio), a S. Agostino (Pistoia), a Le Querci (Agliana).
Tra gli altri:
Comitato Pistoiese per la difesa dell’ ambiente e del territorio
Comitato di Chiesina montalese
Comitato di Montale
Comitato di Chiazzano
Comitato del Ponte dei Bini
Circolo Legambiente Valdinievole
Circolo Legambiente Agliana
WWF Valdinievole

Negli ultimi anni, sul problema dell’inceneritore di Montale si sono mobilitati e sono ancora attivi:
Comitato contro l’ inceneritore di Montale
Comitato ambientale di Casale
Collettivo Liberate gli Orsi di Pistoia
Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale
Spazio Liberato ex Breda Est di Pistoia che ha dato vita anche al teatro di strada/incursioni urbane “Guerrilla Trash”

A partire dal 31 luglio 2007 e fino alla fine dell’ anno 2007, c’è stata l’ importante esperienza del Presidio “Giulio Maccacaro” proprio davanti all’ inceneritore.
Alcuni esponenti di comitati e realtà locali hanno dato vita a Liste Civiche
Nei due Consigli Comunali di Montale e di Agliana è presente la Lista Civica “Decidi anche tu……..”

Fonte: Comitato per la Chiusura dell'Inceneritore di Montale

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa storia non mi piace affatto. Non ero a conoscenza di tutta la vicenda, grazie !
Paolo Bresci

Anonimo ha detto...

Voglio pensare che negli anni 70 inconsapevoli amministratori di vari comuni insieme alla regione toscana abbiano pensato di risolvere il problema rifiuti in questo modo( incenerendo)...ma da quando c'è la consapevolezza del pericolo per la salute umana e ambientale l'uso dell'inceneritore di Montale..è un uso criminale.
Roberto Guazzini

Anonimo ha detto...

Grazie Andrea di pubblicare sul tuo blog queste cose! Permettimi, però, di intristirmi un pò pensando che queste stesse cose le dico, insieme ad altri, da tre anni in Consiglio Comunale e solo pochi se ne accorgono......"

Alessandro Cialdi

Anonimo ha detto...

... sono in molti a non saperne molto, riguardo gli inceneritori... credo ci sia in proposito una seria responsabilità di chi vuol farli passare per benefici aerosol...
Domenico Alferi

Anonimo ha detto...

Avete tutti ragione, ma qualcuno sa di una proposta alternativa ?

Gerardo Acciaioli

Anonimo ha detto...

@Gerardo, prova a scrivere VEDELAGO su google, entra nel sito e guarda..... ti stupirai di come potrebbe essere "semplice" smaltire i rifiuti senza per forza bruciarli, anzi, ottenendone una contropartita economica....

Alessandro Cialdi

Anonimo ha detto...

... se negli stati uniti (dico... gli stati uniti, mica un falansterio) considerano gli inceneritori una tecnologia superata un perché deve esserci... molti, troppi hanno un atteggiamento insopportabilmente ipocrita su questo tema, specie a quarrata, a fronte di una (aggiuntiva) non corretta gestione economica dell'aerosol...
... grandi responsabilità, specie della (c.d.) sinistra...

Domenico Alferi

Anonimo ha detto...

Solo tre parole ("Va fatto chiudere") Senza se e senza ma.

Anonimo ha detto...

Qui non c'è la possibilità di pericolo per la salute....c'è la sicurezza dei danni alla salute, lo so personalmente che la percentuale di persone affette da sarcomi (tumori) nelle zone con impianti di questo tipo sono altissime rispetto alla media, in questa zona c'è molte persone affette da questo (lo so personalmente), il problema delle polveri è ad esempio che i cittadini pensando di mangiare gli ortaggi del proprio orto perchè più sani, ingeriscono in realtà sostanze nocive....